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Còncina. Parole d'ordine rinnovamento e metodo

di Stefania Tomba Còncina è la novità di queste amministrative e con lui il centrodestra spera nel riscatto da sessant'anni di opposizione 
Còncina a Nuccio Fava. Basta con lo "spregevole gioco di calunnie ed insinuazioni" 

foto di copertina

di Stefania Tomba

 

ORVIETO - È la novità di queste amministrative: un candidato di alto profilo che ha acceso le speranze di tanta società civile, nuova all'impegno in politica, e del locale centrodestra, frustrato da decenni di opposizione e da sempre troppo litigioso per poter esprimere una candidatura forte. Ci voleva Toni Concina. Carriera da top manager alle spalle (Iri, Stet, Telecom Italia, Rcs) e un cuore che - inaspettatamente - batte per la sua Orvieto, città nella quale è cresciuto, dopo la fuga della famiglia dalla Dalmazia, sotto l'incalzare delle truppe di Tito.  

Dottor Concina, per la prima volta il popolo del centrodestra assapora la possibilità concreta di conquistare il Comune di Orvieto. Come si sente nei confronti di quegli esponenti del Pdl che da anni tentano l'impresa, senza riuscirvi?

"In grande sintonia. Hanno attraversato tempi durissimi e sarei davvero felice se il mio contributo potesse dare loro le soddisfazioni che meritano".   

"Rinnovamento e metodo". Su questo slogan, declinato nei vari settori della pubblica amministrazione, ha costruito il suo programma elettorale. Ma c'è qualcuno tra gli amministratori della sinistra che salverebbe? E perché?

"Ne salverei sicuramente molti, ma non mi faccia fare nomi. Li salverei, perché hanno sempre mantenuto correttezza di comportamenti e rispetto verso il bene pubblico".

Per la squadra di governo il suo motto è "il miglior atleta nel giusto ruolo". Ad esempio? Può farci qualche nome per l'esecutivo che avrebbe in mente, in caso di vittoria?

"Assolutamente no. La ragione semplicissima è quella che non mi va di creare aspettative che non posso mantenere. Sento dire che la squadra avversaria ormai ha già una trentina di assessori in pectore"

Lo ha detto più volte: sulla caserma il Comune avrebbe sbagliato tutto. Ma fare punto a capo adesso, non sarebbe un'ulteriore perdita di tempo? E quale è la sua proposta? Perché è contrario alla vendita della Piave?

"Sbagliato tutto è una parola grossa. Preferirei dire che non è stata data la giusta prospettiva a quello che considero "il problema dei problemi" di Orvieto, ma anche una grande opportunità di rilancio e sviluppo. Dopo sedici anni di lungaggini, mi permetta di aggiungere qualche mese di studio per arrivare ad una impostazione corretta del dossier, per cominciare, sotto l'aspetto urbanistico. Sono contrario "in principio" non alla vendita ma alla "svendita" del patrimonio cittadino, cosa che, con qualche leggerezza, è stata fatta in tempi recenti".

Tre obiettivi per i primi cento giorni dell'amministrazione Concina.

"Primo: ricognizione sul reale stato della finanza comunale. Secondo: immediato tavolo di lavoro con le forze produttive della città per un piano turistico - culturale di alto profilo. Terzo: ricerca di partner per far partire nuove iniziative industriali nel territorio. Ma non ci fermeremo qui, ovviamente"

In caso di ballottaggio, quali alleanze ricercherebbe?

"Sarò certamente io ad essere "ricercato". Disponibile comunque al dialogo trasparente con le forze che condividano le parole d'ordine del mio programma: "rinnovamento e metodo".

 

Pubblicato il: 03/06/2009

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