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Pendolari in agitazione

Il nuovo orario potrebbe ulteriormente penalizzarli
Nota di Carlo Emanuele Trappolino

ORVIETO - Subito la soppressione dell'IC plus 578 Tevere, e poi? Sarà l'Arno a cadere sotto la mannaia dei tagli di Trenitalia? Alla vigilia dell'entrata in vigore del nuovo orario ferroviario (il prossimo 15 giugno), i pendolari tornano a manifestare preoccupazione oltre che indignazione, per essere stati - sostegnono - "truffati" dal Governo e dalla commissione trasporti che, a febbraio scorso, aveva approvato una risoluzione che li garantiva quanto a frequenze dei convogli e tempi di percorrenza. "Invece - affermano i rappresentati del comitato pendolari RomaFirenze - veniamo a conoscenza dalla Regione Toscana che, già dal prossimo giugno, sembra che sarà soppresso l'IC plus 578 Tevere che collega Roma e Firenze la mattina e che prevede fermate intermedie tra Orvieto Chiusi e Arezzo".

Il treno, delle 7,45 da Orvieto, è utilizzato da molti studenti, ma anche da turisti di rientro nel capoluogo toscano (arrivo a Firenze alle 9,38). "In forte dubbio - insistono i pendolari - c'è anche la sopravvivenza degli IC plus 594 e 579 Arno (da e per Roma) frequentati da centinaia di utenti orvietani che quotidianamente si spostano per lavoro o per studio. Anche volendo credere che almeno l'Arno - per il 2009 - sarà in qualche modo "salvato", la cancellazione del Tevere è un atto gravissimo, che segna un nuovo passo verso l'isolamento di città e hinterland di Umbria e Toscana e un ulteriore impoverimento delle loro economie".

Da segnalare che l'Arno già non compare più dopo il 15 giugno nell'offerta segnalata da Trenitalia sul proprio sito. La cosa non deve allarmare, secondo il responsabile delle relazioni esterne di Trenitalia, Giuseppe Angelini che comunque, più in generale, non apre spiragli positivi sul futuro de pendolari. "Per quanto riguarda il caso dell'Arno - tranquillizza - deve trattarsi di un problema tecnico legato al caricamento del sistema sul sito internet. La sua assenza dopo il 15 non indica che esso verrà soppresso". Tuttavia Angelini non fa promesse.

 "Il Tevere, come l'Arno, fanno parte fanno parte di un pacchetto di treni "delicati", che non si mantengono da soli. Sono servizi a mercato che perdono molto - spiega Angelini - e che, dunque, se si vogliono mantenere, devono essere contribuiti dallo Stato che ne riconosce una valenza sociale. In questo senso, nell'ambito di una generale ricognizione su questi servizi a lunga percorrenza, è in atto una trattativa perché tramite l'intervento dello Stato, appunto, essi possano continuare ad essere garantiti".

Ma i pendolari, come si diceva, si sentono già abbandonati anche dal Governo. "I nostri stessi rappresentanti politici ci umiliano e ci offendono - tuonano dal comitato RomaFirenze - perché, pur essendosi impegnati a garantire con un atto pubblico istituzionale (la risoluzione di febbraio) il mantenimento dei servizi di trasporto, al momento di agire attuano ben altro".  

Pubblicato il: 30/05/2009

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