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Come sarà la nuova Fondazione CRO. Intervista al presidente Vicenzo Fumi

Nel cda dal 2006 e vicepresidente dallo scorso anno, Vincenzo Fumi, dopo 12 anni di presidenza dell'architetto Torquato Terracina, arriva oggi alla guida della Fondazione Cro. Sarà "una gestione che sarà sotto il segno della continuità". "Con il nuovo socio, un proficuo rapporto per lo sviluppo della Banca". Ad imprenditori e società Un ruolo di maggior protagonismo per lo sviluppo del territorio 

foto di copertina

di Stefania Tomba

 

ORVIETO - Nel cda dal 2006 e vicepresidente dallo scorso anno, Vincenzo Fumi, dopo 12 anni di presidenza dell'architetto Torquato Terracina, arriva oggi alla guida della Fondazione Cro. Un ente in ottima salute che ha recentemente confermato dati lusinghieri, sia per l'andamento della gestione economico-patrimoniale che per l'attività erogativa. Ma come sarà la nuova Fondazione Cro? È quello che abbiamo chiesto al neopresidente.

 

Presidente, come se la devono immaginare gli orvietani la "sua" Fondazione?  Più all'insegna della continuità o del rinnovamento?

"Bhè, innanzitutto comincerei col dire che non è la "mia" Fondazione. Se il patrimonio fosse mio, sarei a godermelo da qualche parte. Questo patrimonio è degli orvietani. Per quanto riguarda la nuova gestione, non c'è dubbio che sarà sotto il segno della continuità. I risultati raggiunti dall'architetto, a cui va un sentito ringraziamento, sono sotto gli occhi di tutti. Dal '93 ad oggi il patrimonio è cresciuto di 6,5 volte, passando da 10,5 milioni circa a 65 milioni e 95mila euro. E questo senza considerare il patrimonio immobiliare e la partecipazione bancaria. La stessa cosa si può dire dell'attività erogativa ispirata a efficienza per la crescita economica e sociale del territorio orvietano: essa è cresciuta da 192mila euro nell'esercizio '92 - '93 a 1 milione 621mila euro nel 2008, con un incremento di attività di circa 8,5 volte".

 

La sua presidenza arriva in un momento di grandi cambiamenti. Per la crisi economica in atto, per l'operazione di cessione della Spa, ma anche per la città, prossima al rinnovo amministrativo. Quali scenari politici ritiene più credibili?  

"Quando parlo di continuità, essa va intesa anche nella difesa dei valori dell'autonomia della Fondazione e dei rapporti con il territorio; la Fondazione è un ente autonomo - non al servizio di interessi particolari, né influenzato da poteri o istituzioni esterne - in cui tutti coloro che nei vari ruoli partecipano al processo decisionale formano democraticamente le loro decisioni con il solo obiettivo di realizzare la missione dell'ente, nell'interesse del territorio. Insomma, la politica non entrerà mai a palazzo Coelli. L'unica cosa essenziale è che gli amministratori facciano il bene della città".

 

Come azionista di minoranza della Spa, la Fondazione ha di recente rinnovato i patti parasociali con Pop Bari, il nuovo azionista di maggioranza della Cassa Come cambia il ruolo della Fondazione, in questo nuovo quadro?

"Con il nuovo socio, abbiamo avviato un proficuo rapporto per lo sviluppo della Banca che diventerà il soggetto di riferimento del gruppo nel Centro Italia. La Fondazione, così come ha collaborato per lunghi anni con CariFirenze, intende collaborare altrettanto lealmente e fattivamente con il nuovo azionista, che presenta credenziali di efficienza e dinamicità, mettendo a disposizione il proprio patrimonio di esperienza e di rapporti con il territorio, nonché partecipando con le proprie risorse agli investimenti di capitale che si renderanno necessari per supportare l'importante sviluppo della Cro nella certezza di poter contribuire, insieme al nuovo socio di maggioranza, alla corretta pianificazione e implementazione del piano strategico, in quanto esso consentirà, per un verso, di esaltare il ruolo di banca al servizio del territorio e per un altro di valorizzare la partecipazione della Fondazione".

 

 

Pubblicato il: 08/04/2009

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