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'Sono innocente': parla il presunto pedofilo

Di fronte al giudice per le indagini preliminari, Gianluca Forlani, ieri mattina, in tribunale, ha negato tutto. Rigettata l'istanza di scarcerazione

di Stefania Tomba

ORVIETO - "Non ho fatto nulla e non so perché mi stia succedendo tutto questo". Il sessantenne di Fabro che per tre anni avrebbe abusato di una ragazzina adesso dodicenne, di fronte al giudice per le indagini preliminari, Gianluca Forlani, ieri mattina, in tribunale, ha negato tutto. Lui quelle cose non le avrebbe mai fatte. Non si sarebbe mai sognato di offrire soldi alla piccola in cambio di rapporti sessuali, né l'avrebbe toccata o baciata.

Secondo i magistrati, però, di fronte a molte domande l'uomo sarebbe stato evasivo, reticente. E di fatto il gip, al termine dell'oretta di interrogatorio, ha rigettato l'istanza di scarcerazione o, in alternativa, di domiciliari avanzata dal legale dell'uomo, l'avvocato Vittorio Caprio. "Il mio assistito ha negato ogni addebito e non si spiega da dove vengano simili accuse" ha detto il legale che, vista la delicatezza della vicenda, non è voluto entrare maggiormente nel merito della questione. In ogni caso, il legale sostiene che la misura cautelare sia incompatibile con i "gravi disturbi fisici" da cui sarebbe afflitto il pensionato di Fabro.

Il sessantenne che si professa, dunque, innocente, confida adesso nella decisione del Riesame cui è ricorso immediatamente il suo legale.

Al termine dell'interrogatorio, il presunto molestatore, su cui al momento aleggia l'infamia della pedofilia, è tornato dietro le sbarre di via Roma. D.D. - queste le iniziali dell'uomo - non è un detenuto comune, proprio per il reato indegno che gli viene contestato, pertanto è tenuto lontano dagli altri carcerati e non divide la cella con altri compagni. I detenuti per simili reati dentro le carceri rischiano, infatti, sempre il linciaggio. A suo carico, ricordiamo, c'è anche una denuncia per minacce e ingiurie per lo scontro che avrebbe avuto con la madre della ragazzina, quando questa, scoperti gli abusi a cui l'amico di famiglia avrebbe costretto sua figlia, ha manifestato l'intenzione di denunciarlo.

La vicenda, almeno di fronte all'opinione pubblica, è ancora piena di lati oscuri.

 Tuttavia, la Procura è convinta che il pensionato avrebbe approfittato del legame stretto che aveva con la famiglia della piccola, per farsela lasciare ogni qual volta i genitori avevano impegni, continuando ad abusare ripetutamente della piccola per tre anni ogni volta che ne avesse avuto l'occasione. Tutto sarebbe iniziato nell'estate del 2006 quando la ragazzina aveva ancora nove anni. Secondo le accuse, l'uomo avrebbe più volte tentato di avere rapporti sessuali con la sua piccola vittima, offrendole ogni volta cento euro, oppure toccandola nelle parti intime o baciandola sulla bocca contro la sua volontà. Alla fine la vicenda sarebbe venuta a galla in ambienti familiari e i militari dell'Arma della stazione di Fabro avrebbero fatto il resto.

Pubblicato il: 07/03/2009

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