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Pd Orvietano. Un quadro a tinte fosche

Gianni Mencarelli e Mario Tiberi dipingono un'immagine cupa del partito. Tutta la loro delusione politica (sono dirigenti del circolo Pd Orvieto centro) l'hanno affidata ad una lettera aperta indirizzata al segretario nazionale Walter Veltroni, oltre che a tutti quadri dirigenti del partito a livello provinciale, regionale e nazionale

ORVIETO - "Interessi particolaristici, mentalità ristrette, concezione riduttiva della politica intesa solo come gestione spicciola del potere, incapacità di fare un passo indietro e se necessario anche due, diffidenze e sospetti, mediocrità e presunzioni hanno impedito al "partito nuovo" di divenire tale". Tutta la loro delusione politica, Gianni Mencarelli e Mario Tiberi (circolo Pd Orvieto centro) l'hanno affidata ad una lettera aperta indirizzata al segretario nazionale Walter Veltroni, oltre che a tutti quadri dirigenti del partito a livello provinciale, regionale e nazionale. 

 

Già protagonisti di azioni eclatanti come l'auto convocazione, poi sabotata del circolo di appartenenza, i due ritraggono un partito a tinte fosche.

 

 "Fino a quando tollereremo la presenza sulla scena istituzionale di comitati d'affari, di faccendieri senza scrupoli, di ragnatele di poteri fondati sul ricatto e sulla delazione, di politicanti di mestiere che perseguono il solo scopo di cumulare su di sé il maggior numero possibile di cariche pubbliche e-o private, fino ad allora - scrivono - non saremo in grado di affrontare e risolvere il problema centrale di una società dove l'etica politica torni ad essere l'unica bussola di orientamento".

 

Parole dure tra le quali s'insinua una debole speranza.

 

In un'ottica di risanamento, i due tornano a lanciare, infatti, un appello per la "rivitalizzazione dei circoli di base, territoriali e d'ambiente, che - dicono - devono finalmente iniziare ad essere veri luoghi di incontro e di discussione e nei quali il seme dei processi di formazione delle volontà politiche possa trovare terreno fecondo di radicamento e di crescita; non si può inoltre non ripartire - affermano - dalla decisa e risoluta riaffermazione della centralità strategica delle primarie come strumento permanente e istituzionalizzato di democrazia diretta attraverso il quale il popolo sovrano sceglie chi dovrà rappresentarlo non indulgendo mai a umilianti scenari di logiche verticistiche".

Pubblicato il: 13/01/2009

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