Archivio Orvietosi Archivio anni 2002-2012: NOTIZIE
NOTIZIE CORSIVI

"Orvieto, specchio e memoria di ciò
che noi intendiamo come tradizione"

Giovanni Alemanno, Ministro della Repubblica è uno dei principali esponenti della destra sociale ed è il Presidente di Area. Lo abbiamo raggiunto per un'intervista

Politica

Intervista di Tiziana Fedele

Dopo l'intervista a Stefano Olimpieri abbiamo realizzato l'intervista al Ministro Alemanno che proprio oggi, da Orvieto, si è anche schierato contro la grazia a Adriano Sofri. "Condivido la linea del ministro Castelli" - ha affermato commentando la proposta di un'amnistia avanzata dal Guardasigilli Castelli. - "Credo che sia necessario trovare un principio di equità - ribadisce il ministro per le Politiche Agricole - per tutti coloro che sono stati coinvolti in una fase storica particolare. Un provvedimento di clemenza mirato solo su queste situazioni potrebbe permetterci di chiudere una fase storica e voltare pagina".

La nostra intervista, però vuole riferirsi alle specificità del convegno.

Signor ministro, quali sono gli obiettivi che Area si propone per l'immediato futuro, in termini politici e sociali?
Gli obiettivi che "Area", associazione con diverse migliaia di iscritti vicina alla destra sociale di Alleanza nazionale, si pone per il lungo periodo sono quelli della valorizzazione e comunicazione di un progetto culturale attento alle tradizioni popolari, alle appartenenze comunitarie e all'identità nazionale, diffuso attraverso i valori della solidarietà e della partecipazione. Per dare corpo ed attuazione concreta a questa visione del mondo, ci siamo sempre occupati di declinarla a partire dal basso, dirigendo la nostra attenzione in primo luogo verso i problemi dei ceti più colpiti dagli squilibri del nostro modello di sviluppo che, come ha ripetuto di recente il Presidente dell'Eurispes Gian Maria Fara, rappresentano ormai più di un terzo della nostra società.

Perché Area, da anni ormai, sceglie Orvieto come sede del suo Convegno?
Ci sono tante ragioni sul perché, per il quarto anno di fila, abbiamo scelto Orvieto. In primo luogo, questo piccolo centro ha dato prova di essere molto accogliente e funzionale per i nostri incontri; la sua posizione geografica, poi, lo rende facilmente raggiungibile per tutti i nostri associati che giungono da ogni parte d'Italia. Cosa altrettanto importante, la cittadinanza ha mostrato di gradire la nostra presenza. E poi, Orvieto, con la sua storia che si respira anche nel Palazzo del Capitano del Popolo, sede consueta del convegno, è specchio e memoria di ciò che intendiamo per tradizione: una città che ha saputo rinnovarsi decennio dopo decennio senza perdere l'ancoraggio ad un'identità gloriosa e secolare.

Il difficile rapporto con la Lega Nord. Come crede che la maggioranza riesca a superare l'émpasse attuale, determinato dalle diverse posizioni che si sono venute a creare sui flussi di extracomunitari in arrivo in Italia?
La questione è più generale. Per un partito come quello di cui faccio parte che ha l'aggettivo "nazionale" nel proprio codice genetico, alcuni eccessi localistici del leghismo non possono certo essere accettati, né possiamo far finta di niente quando qualcuno nega il valore superiore dell'interesse nazionale nel processo di devoluzione. In ogni caso, però, il rapporto con la Lega Nord è figlio della logica delle coalizioni: su alcune questioni si registra sintonia, su altre si negoziano posizioni comuni, su altre ancora - penso personalmente alla questione delle quote latte - ci può essere conflitto. L'importante è ricordarsi sempre che alcuni limiti non possono essere mai oltrepassati, e che la responsabilità del Governo del Paese è una cosa troppo serie per essere sacrificata alle intemperanze verbali o agli egoismi di partito. Lo dico da esponente del partito che più si è speso per l'unità della coalizione, anche a costo di essere criticati. Penso che gli amici della Lega, al di là di qualche caduta di stile di cui alcuni loro esponenti si sono resi protagonisti, lo abbiano ben presente, soprattutto ora che, con la Presidenza italiana del semestre europeo, tutti i riflettori saranno puntati sull'azione del nostro esecutivo. È un'occasione storica che nessuno può permettersi di sprecare.

L'Ecofin ha raggiunto un accordo sulle quote latte: i ministri hanno concordato su un periodo di rateizzazione di 14 anni, senza l'applicazione di alcun tasso d'interesse. E' soddisfatto di questo risultato?
La questione delle quote latte ha rappresentato, dall'inizio del mio mandato, una delle priorità assolute e sono quindi pienamente soddisfatto per i risultati ottenuti in sede europea. Il decreto approvato dalla Camera il 21 maggio e al Senato una settimana più tardi è stato una grande vittoria che ha dato un segnale netto agli allevatori e ha restituito credibilità a livello europeo dopo 20 anni di inadempienze e disfunzioni nel regime delle quote latte. Il successo europeo, raggiunto anche grazie alla determinazione del Ministro Tremonti e dell'ambasciatore Vattani, è stato possibile perché abbiamo presentato in sede comunitaria una riforma rigorosa, ispirata al principio del ripristino della legalità e al risanamento del nostro sistema allevatoriale.

Crede che l'allargamento ad Est dell'Unione europea possa creare dei problemi ai membri fondatori dell'Ue? In quali difficoltà potrebbero incorrere i quindici?
Non credo che l'allargamento ad est possa creare problemi, penso però che il nostro obiettivo debba essere quello di armonizzare le agricolture dei paesi mediterranei con quelle dell'Est europeo, che devono integrarsi per rafforzare la crescita economica complessiva dell'area.

Crede che l'allargamento possa ridurre drasticamente le agevolazioni economiche in agricoltura per il Sud d'Europa in favore dell'Est?
Di fronte alla prossima apertura dell'area euromediterranea di scambio noi vogliamo soltanto impedire che si scateni una guerra tra 'poveri', cioè una guerra al ribasso dei prezzi.

Buona parte dell'economia orvietana si basa sull'agroalimentare. Lei è un grande sostenitore dei prodotti tipici. Quali ulteriori progetti intende proporre il suo governo in tutela della qualità alimentare?
La politica della qualità nel settore dell'agroalimentare ha già portato all'adozione di regolamenti comunitari sulle denominazioni di origine, con lo scopo di valorizzare e tutelare le tipicità proprie dei singoli territori del Paese. Proprio sulla strada della qualità continuerà la nostra azione, affinché si assecondi e si difenda un'agricoltura rispettosa della sicurezza in ogni fase della filiera agroalimentare, facendo leva sul rapporto vincente tra le moderne strategie di comunicazione e la tutela dei prodotti tradizionali.

Pubblicato il: 19/07/2003

Torna alle notizie...