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La Cdl può vincere anche ad Orvieto

Colloquio a tuttotondo con Stefano Olimpieri, consigliere comunale di An e elemento di spicco di Area, che, da oggi, è a convegno ad Orvieto. La Cdl ha infranto il muro della rassegnazione

Politica

di Simona Coccimiglio

Perché questo forte rapporto, ormai, tra Area ed Orvieto? Secondo lei è la città e la sua ospitalità oltre che le sue strutture a permettere il rinnovarsi di questo sodalizio o i forti rapporti che, sappiamo, esistono tra lei, altri appartenenti alla destra sociale e Area?
E' indubbio che la città nel suo complesso abbia tutte le qualità per ospitare questo tipo di iniziative: la validità delle strutture ricettive, la posizione geografica e la unicità del centro storico di Orvieto sono tutti elementi importanti. Ma sicuramente i fattori determinanti debbono individuarsi nella capacità organizzativa messa in campo dal Circolo di Orvieto ed, ovviamente, dalla solidità dei nostri rapporti con il Ministro Alemanno: rapporti che hanno fortemente contribuito a fare di Orvieto una "capitale" per l'ala più spiccatamente sociale e popolare di Alleanza Nazionale.

Il convegno verterà su temi nazionali. Immagino che vi sarà modo anche di discutere della presenza di An e della destra sociale in particolare all'interno del governo. Una verifica chiesta a gran voce proprio dagli esponenti della destra sociale. Penso al ministro Alemanno ma anche al governatore del Lazio. Come si può differenziare ulteriormente l'impegno della destra sociale all'interno del governo nazionale?
Come sempre è avvenuto si parlerà anche e soprattutto della situazione politica nazionale. Una situazione che necessita un serio confronto tra le forze politiche che governano la nazione e che impone una importante sferzata per intraprendere la seconda parte della legislatura. Sia il ministro Alemanno che il presidente Storace hanno giustamente posto sul tavolo l'urgenza di mettere più "destra" nelle scelte del governo. Ritengo che, così come avvenne lo scorso anno con la firma del Patto per l'Italia, la destra possa contribuire in maniera determinante ad innestare quel processo virtuoso che il nostro popolo si aspetta.

Parliamo di An ad Orvieto. Viste le discussioni interne a Forza Italia e la difficoltà della margherita a sinistra, ragioniamo un po' del suo partito. Apparentemente sembra unito. Lo è anche internamente?
Ad Orvieto An non è solo unita nell'apparenza, ma lo è anche nella sostanza. Nel corso di questi anni siamo riusciti a creare un movimento politico che discute con passione al proprio interno, che si confronta con i corpi sociali intermedi della città, che si rapporta quotidianamente con i cittadini. La sintonia all'interno del Circolo, ottimamente presieduto da Andrea Sacripanti, ed il limpido e lineare rapporto tra partito e gruppo consiliare hanno consolidato le posizioni di Alleanza Nazionale all'interno del panorama politico cittadino. Abbiamo dimostrato, in sostanza, di essere divenuti, non solo una comunità politica, ma anche umana.

Visibilità. Lei mi diceva, a microfoni senti, che An paga una sorta di ostracismo sulla stampa. Si sente poco visibile. Perché, secondo lei, accade questo? Una sorta di servilismo dell'informazione verso il potere precostituito. O, magari, qualche difetto di comunicazione lo imputate anche a voi stessi?
Preso atto che alcune testate giornalistiche debbano rispondere a delle linee editoriali non certo vicine alla nostra area politica, non possiamo non rimarcare che altre possono considerarsi servili verso il potere della sinistra, per lo stesso fatto che dallo stesso potere ricevono finanziamenti consistenti. Risulta alquanto logico che se una testata privata viene principalmente finanziata dagli enti pubblici, i quali sono tutti governati dal centro sinistra, la medesima testata non farà altro che "mettere il somaro dove vuole il padrone". Là dove sussiste una informazione oggettivamente corretta la nostra comunicazione passa e risulta fortemente incisiva.

Parliamo del futuro di questa città. Le caserme, innanzitutto. Proprio dal Ministro Alemanno e dalla destra sociale è giunta una proposta interessante che pensa al settore agricolo e agronomico (sia dal punto di vista imprenditoriale che di formazione e quindi cultura) quale una delle possibilità di sviluppo della Piave. Vuole ripercorrere questa proposta?
La proposta è nata dal confronto e dall'elaborazione all'interno del Circolo. Siamo partiti dalla vocazione e dalle specificità del nostro territorio, nonché dalla necessità di riconvertire la struttura in funzione di una forte rigenerazione economica e produttiva della città. La proposta consiste nel fare della ex Caserma Piave un prestigioso centro di studio e di ricerca per tutto il comparto agricolo, agroalimentare ed enogastronomico. Il ministro ha dimostrato interesse ed ha dato mandato ai suoi collaboratori di studiare la fattibilità della proposta. Riteniamo altresì che la realizzazione di quanto elaborato possa concretizzarsi mediante una rilevante spinta propulsiva da parte delle realtà economiche ed imprenditoriali.

Quali livelli di applicabilità ha, messe da parte le prevedibili ostilità da parte del centro-sinistra orvietano?
Il livello di attuazione è direttamente proporzionale alla volontà di ragionale senza preconcetti e per il bene di tutta la comunità orvietana. Siamo convinti che la "questione Piave" sia la cartina di tornasole della capacità e della lungimiranza delle classi dirigenti, non solo politiche, di questa città.

Che cosa non volete che si faccia assolutamente all'interno delle Caserme?
Non vogliamo assolutamente soluzioni minimaliste. Ci sembra, purtroppo, che in virtù di quanto emerso in questi mesi, le proposte del centro sinistra non siano affatto finalizzate ad uno sviluppo economico ed occupazionale, ma tendano ad utilizzare i 250mila metri cubi della Caserma per bieche logiche di "bottega".

Veniamo al futuro. Tra un anno scarso si vota. Che farà An?
Alleanza Nazionale sarà protagonista in maniera paritetica con tutte le componenti politiche e sociali che auspicano un cambiamento. Dobbiamo, tutti insieme, essere capaci di navigare in mare aperto per intercettare le fortissime insofferenze e le fallimentari scelte della Giunta Cimicchi hanno prodotto in maniera diffusa nel corpo elettorale, soprattutto di sinistra.

Avete pensato ad un candidato forte per la Cdl? Quello che è stato sempre sostenuto è che il centro destra non ha mai saputo presentare una candidatura forte in grado di acquisire voti ad un centro-sinistra che, in ogni caso, in Umbria e nella nostra realtà è maggioritario.
Anche se importante, un candidato non basta. Dobbiamo essere in grado di costruire un progetto politico credibile e condiviso dalla gente. Oggi, a differenza dell'ultima tornata elettorale, questo risulta possibile perché è stato infranto il muro della "rassegnazione" e si è spalancata in maniera penetrante e capillare la speranza del rinnovamento.

Qualcuno ha lanciato la proposta di un eminente personaggio del mondo della cultura, non orvietano e di indubbia capacità alla guida di una lista di centro destra. Che ne pensate di questa ipotesi?
Tutte le ipotesi saranno oggetto di massima attenzione, quello che conta è che sia un personaggio di forte radicamento popolare ed abbia la capacità di dialogare con tutte le fasce sociali e generazionali della nostra città.

Cimicchi non si potrà più candidare e il centro sinistra non ha ancora formalmente deciso una candidatura. C'è chi dice Mocio, chi dice Carpinelli, chi Stella chi Petrangeli. Quale candidato vi fa più paura e che ne pensate del lavoro fatto da Cimicchi nelle due legislature e un po' che ha presieduto come sindaco?
Non hanno deciso perché tra i veti incrociati, personalismi e paura di perdere non sanno che pesci prendere. Se questa città subisce pesantemente le decennali sedimentazioni di una gestione clientelare e dirigista, ritengo che qualsiasi nome legato in linea diretta con il blocco di potere rappresenti inconfutabilmente il "vecchio". La Città di Orvieto sta attraversando da qualche anno una crisi profonda e sempre più penetrante, e questo non può che essere imputato quasi esclusivamente a chi, in questi anni, l'ha amministrata.

Pubblicato il: 19/07/2003

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