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Ingegneria, i laureandi termineranno il corso sulla Rupe

Il Comune cercherà di mantenere il corso per altri due anni. Giovedì sindaco e presidente del Csco incontreranno a Terni il rettore Francesco Bistoni e i rappresentanti del consorzio universitario provinciale.

foto di copertina

ORVIETO - "Abbiamo chiesto al rettore di non applicare i previsti aumenti e di consentire a quanti sono già iscritti di terminare il corso di Ingegneria ad Orvieto".

E' quanto riferisce il sindaco Stefano Mocio in risposta ai timori palesati ieri dagli studenti sulla ormai certa chiusura del corso distaccato dell'università di Perugia di Ingegneria Informatica e delle Telecomunicazioni, attivo ad Orvieto nel 1998.  I laureandi sembrano avere, insomma, buone possibilità di terminare gli studi sulla Rupe.  Almeno questo è il progetto al quale si sta lavorando.  Il che significa che, in questo caso, il corso non chiuderà prima di due anni. Da verificare, però, la sostenibilità economica per il mantenimento in vita del corso. Anche, e soprattutto di questo, comunque, si parlerà giovedì prossimo, quando il sindaco e il presidente del Csco incontreranno a Terni il rettore Francesco Bistoni e i rappresentanti del consorzio universitario provinciale.  

"Vedremo cosa sarà possibile fare - dice prudentemente Mocio -. È proprio in virtù di questo incontro che non è stato possibile ricevere prima gli studenti. Lo faremo, insieme al pro rettore dell'Università di Perugia, Pietro Burrascano, venerdì 18".  Quanto al resto, il sindaco, sempre in risposta agli studenti, definisce con sicurezza una "bufala" il fatto che il corso di Ingegneria Informatica delle Telecomunicazioni sia a rischio anche a Perugia. E non esita a ribadire che "l'impegno economico complessivo per il mantenimento del centro studi sarebbe milionario, con l'offerta formativa cosi come è pensata oggi e alla luce delle nuove normative: una cosa - dice il sindaco - che non ha assolutamente senso". "Per il mantenimento del triennio del corso di Orvieto - ha detto Mocio - sono stati chiesti dall'Università di Perugia 240mila euro in più rispetto al passato, semplicemente per pagare gli stipendi ai professori, peraltro di terza fascia (leggasi lauree di serie b), oltre ad un impegno ventennale per aule, telefoni, computers, personale non docente e quant'altro necessario. Queste richieste assommano a milioni di euro, una cifra assolutamente inconcepibile".

Pubblicato il: 13/07/2008

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