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Cortoni. Il Consiglio comunale non ha mai deciso di vendere la Piave

Lettera aperta a dante Freddi del presidente della commissione Controllo e Garanzia de Comune di Orvieto. Che palesa un grande bisogno di "garanzia" e "controllo" su come si sta affrontando il progetto "Vigna grande" 

foto di copertina

Questa "lettera aperta" di commento all'articolo di Dante Freddi relativo alla partecipazione sul progetto "Vigna grande" costituisce un contributo importante nel merito e nello "spirito". Fabrizio Cortoni, presidente della commissione consiliare Controllo e Garanzia, ha un punto di vista privilegiato per verificare il clima con cui il Consiglio comunale e la Giunta sta confrontando al proprio interno la vicenda. E ci preoccupa.

"Gent.mo prof. Freddi,

ho letto con interesse le considerazioni da Lei espresse a proposito della partecipazione cittadina sul progetto Vigna Grande.

A questo proposito credo sia utile farle avere alcune informazioni che possono aiutare a comprendere un particolare aspetto della questione.

 Lo scorso 2 novembre si è riunita la commissione consiliare di Controllo e Garanzia: uno dei punti all'ordine del giorno riguardava il "mancato rispetto da parte dell'Amministrazione comunale delle linee guida stabilite dal Consiglio comunale per la rifunzionalizzazione del complesso della ex-Caserma Piave".

Da dove nasceva l'obiezione sollevata?

Dal fatto che nell' "invito a manifestare interesse per la rifunzionalizzazione del complesso immobiliare ex Caserma Piave" firmato da Stanislao Fella (Presidente di R.P.O. s.r.l.) e dal sindaco Stefano Mocio, si faceva esplicito riferimento "ad un operatore che sia disponibile ad acquistarlo, o a prenderlo in concessione"

In commissione si faceva rilevare che mai, in nessuna occasione, il Consiglio comunale, al quale esclusivamente appartiene la potestà e la competenza in materia di alienazioni ed acquisizioni patrimoniali, avesse mai deliberato atti che prevedessero la suddetta ipotesi.

Poco male, hanno osservato i membri di maggioranza, la soluzione è estremamente semplice: prima si decide cosa fare della Caserma, e poi il Consiglio comunale produce gli atti formalmente necessari alla realizzazione del progetto.

Proprio questo è il punto.

In questo modo al Consiglio Comunale è stata totalmente sottratta ogni possibilità di indirizzo e controllo, lasciandogli solo l'incombenza di produrre atti formali e non sostanziali.

Così si decide un cambiamento di impostazione sul quale lo stesso Consiglio si era invece espresso con decisione: la riconversione dell'area ex-Piave era legata alla necessità di produrre una risorsa "strutturale" di lungo termine per l'economia cittadina, e cioè un'entrata sicura e garantita per un periodo il più lungo possibile.

E' proprio quello che una vendita non sarebbe mai in grado di garantirci: chi potrebbe a quel punto imporre vincoli ad una proprietà che ha investito pesantemente in un immobile ed un'area del genere?

Non è più probabile che un bando di partecipazione come quello firmato da sindaco e R.P.O. attiri soprattutto compagnie immobiliari per una speculazione che, seppur legittima, poco avrebbe a che fare con qualsiasi altra aspettativa di partecipazione all'economia della collettività?

Non ci  rassicura certo, visti i precedenti della vendita della scuola di musica, dell'ufficio di polizia urbana, dei locali di Porta Romana, dell'ex-mattatoio, il fatto che il pur ingente introito straordinario verrebbe gestito da Amministratori che hanno dimostrato di non riuscire a razionalizzare e contenere i costi di gestione dell'economia cittadina.

Non solo: il repentino cambio di rotta significa che il famoso e controverso "business plan" di R.P.O. s.p.a. prodotto dalla presidenza Barbabella è definitivamente ripudiato.

Potremmo discutere all'infinito della sua utilità ed efficacia, ma è un dato di fatto che questa Amministrazione ha deciso di non servirsi più di uno strumento che non ci è costato poco e che se ha fallito, lo ha fatto anche e soprattutto per la mancanza di convinzione che la nostra attuale classe politica dirigente dimostra in tutto quello che intraprende.

Ammesso anche che la soluzione della vendita sia fra quelle possibili, non si ritiene che l'argomento debba essere riportato in Consiglio per la definizione delle nuove posizioni e delle nuove scelte, di cui ognuno deve assumersi la responsabilità politica?

In ogni caso, la commissione di Controllo e Garanzia non è arrivata ad alcun tipo di deliberazione dal momento che almeno due membri di maggioranza hanno considerato il punto all'o.d.g. non di competenza della Commissione stessa (sic!).

Non è la prima volta che qualche consigliere di maggioranza solleva una eccezione del genere: il timore che nutro è che non esista argomento che siano disposti ad analizzare con chicchessia.

La ringrazio per l'attenzione

Fabrizio Cortoni

P.S. - L'art. 18 comma 1 del regolamento comunale così recita: " la commissione permanente di controllo e garanzia esercita attività di verifica della gestione dell'ente e dei risultati dell'attività amministrativa, in particolare per la periodica verifica dello stato di attuazione del programma politico amministrativo."

Caspita, mi pare che la ex Caserma Piave ci azzecchi proprio!!!

 

 

Pubblicato il: 16/11/2007

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