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Picciolini. 'Niente fusione? Ben venga la collaborazione tra le due cantine'

Il presidente della Monrubio, Tommaso Piccolini  ha risposto all'appello dell'ex vicepresidente della Cardeto, avvocato Francesco Cinti La lettera di Picciolini a Cinti

foto di copertina

 

di Stefania Tomba

 

ORVIETO - Niente fusione? Ben venga la collaborazione tra le due cantine, purchè improntata su criteri imprenditoriali e sul reciproco rispetto. E' questo il senso della lettera con cui il presidente della Monrubio, Tommaso Piccolini, in data 21 settembre, ha finalmente risposto all'appello dell'ex vicepresidente della Cardeto, avvocato Francesco Cinti. L'intenzione sembra quella di mettere fine ad una lunga serie di attriti emersi anche dopo che i ripetuti appelli alla fusione rimasti lettera morta. Piccolini si dice "entusiasta" delle parole di Cinti.

 

"Il contenuto della sua lettera - scrive - mi ha fatto di nuovo sperare che, in futuro, i rapporti" tra le due cantine "potranno essere più distesi ed improntati in chiave di collaborazione". "In altre parole - specifica Picciolini - il suo intervento lascia intendere che sarà possibile avviare un percorso di pianificazione concordata, all'insegna del quale affrontare, su linee unitarie, le contingenze del mercato".

 

La Monrubio, però, non rinuncia a mettere i paletti, rimproverando alla Cardeto scarsa imprenditorialità per il metodo "censurabile" con cui ha trattato pubblicamente l'affare Aldi e "per aver tacciato la Monrubio di aver disertato il tavolo delle trattative con i presunti acquirenti, senza aver prima noviziato la asserita partner commerciale (la Monrubio) delle proposte di imbottigliamento provenienti da rivenditori tedeschi". Il rimbrotto è evidentemente rivolto verso il presidente Muzi. L'impressione è che per futuri rapporti delle cantine molto dipenderà dall'esito del rinnovo dei vertici a cui si appresta la Cardeto.

Pubblicato il: 24/09/2007

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