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NOTIZIE CORSIVI

La lettera di Picciolini in risposta all'avvocato Cinti

Negli ultimi mesi molto è stato detto e scritto, forse fin troppo e non sempre a proposito, sulle difficoltà in cui versa attualmente il settore del vino ed in particolare il nostro prodotto: il vino di Orvieto.

In questo susseguirsi di disquisizioni, nel tentativo di ricercare una via che potesse ridare vigore al mercato vitivinicolo del comprensorio, la Cooperativa che rappresento aveva espresso già in passato la propria concreta disponibilità a coltivare un progetto di fusione con la Cardeto, che avrebbe consentito di migliorare la potenzialità delle due maggiori società della zona, e di affrontare più adeguatamente le problematiche del momento.

L'idea era quella di dar vita ad un organismo unitario, che avrebbe consentito di adottare politiche di mercato meno individualiste e sicuramente più adeguate a fronteggiare la concorrenza esterna.

L'ardito programma è rimasto, purtroppo, lettera morta, e fino ad oggi non sembrava residuasse alcuno spazio per intraprendere un percorso concordato per uscire dalla crisi del vino di Orvieto.

Il contenuto della Sua lettera, che ho recepito con vero entusiasmo, mi ha fatto di nuovo sperare che, in futuro, i rapporti tra la Cantina che rappresento e quella cui Lei è legato da lunga data, potranno essere più distesi ed improntati in chiave di collaborazione.

In altre parole, il Suo intervento lascia intendere che sarà possibile avviare un percorso di pianificazione concordata, all'insegna del quale affrontare, su linee unitarie, le contingenze del mercato.

Certo è, mi preme sottolinearlo, che qualora veramente si arrivasse ad intavolare un dialogo aperto sulle strategie di vendita e sugli obiettivi da raggiungere nel medio-lungo periodo, le proposte da valutare dovranno essere formulate secondo logiche strettamente imprenditoriali.

E, come è noto, tra imprenditori gli affari vengono discussi in privato e vagliati nei minimi dettagli, prima di essere definiti.

Questa considerazione conclusiva mi sembrava doverosa, in conseguenza del contegno, a mio giudizio censurabile, assunto di recente dalla società Cardeto che, senza aver prima noviziato la asserita partner commerciale ( la Monrubio) delle proposte di imbottigliamento provenienti da rivenditori tedeschi, ha pubblicamente tacciato la stessa Monrubio, per il tramite della stampa locale, di aver disertato il tavolo delle trattative con i presunti acquirenti. Gettando evidente discredito sull'operato della concorrente.

Ancora oggi, in tutta sincerità, né io né gli altri soci della Monrubio, siamo riusciti a comprendere il perché e lo scopo di una siffatta iniziativa.

Nell'auspicare dunque che, in futuro, episodi di tal genere non abbiano più a succedere e che i rapporti tra le nostre Cantine possano essere impostati all'insegna del buon senso e della fattiva collaborazione, Le porgo i miei più cordiali saluti.

Pubblicato il: 24/09/2007

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