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Morto sul lavoro. Due i nomi iscritti sul registro degli indagati della Procura

I dati nell'Orvietano, se si considerano gli infortuni nel complesso, quindi non solo quelli mortali, sono meno allarmanti
Mocio. CGIL, onorevole Raschid, senatore Zuccherini e Sinistra democratica intervengono sull'incidente mortale di Bardano

di Stefania Tomba

ORVIETO - Sono già due i nomi iscritti sul registro degli indagati della Procura della Repubblica di Orvieto per l'infortunio sul lavoro che martedì pomeriggio, a Fontanelle di Bardano di Orvieto, è costato la vita a Quinto Boccanera, il piccolo imprenditore di Montefranco, di sessantatrè anni, la cui ditta, una quindicina di giorni fa, aveva ricevuto in appalto i lavori di ristrutturazione di un capannone di via dei Funari, nella zona industriale ai piedi della Rupe.  

Le indagini della polizia, coordinate dalla procura, sono concentrate a chiarire le eventuali responsabilità tanto della ditta romana committente (per far luce sulla correttezza della modalità d'appalto) quanto dell'impresa edile che aveva in carico i lavori (non ancora iniziati), di cui la vittima era proprietario ma non responsabile.  Sul corpo dell'imprenditore, precipitato da otto metri e mezzo d'altezza mentre si trovava sul tetto dello stabilimento per un sopralluogo, nella giornata di oggi, intanto, sarà eseguito l'esame autoptico che fisserà definitivamente gran parte della dinamica del tragico incidente.  

Dalle prime ricostruzioni - ipotizzate principalmente sulla base del racconto fatto dall'unico operaio testimone oculare dell'incidente (con Boccanera martedì c'era anche il cognato che si era però allontanato per una commissione al momento della tragedia) - il sessantatreenne era salito sulla copertura dello stabilimento attraverso il ponteggio in allestimento, quando sarebbe inciampato e, cadendo all'indietro, avrebbe sfondato, con le spalle, la vecchia copertura di eternit che riveste la struttura.  Il volo non gli ha lasciato scampo.  Boccanera è spirato pochi minuti dopo al pronto soccorso del "Santa Maria della Stella". 

L'infortunio mortale di martedì è stato il diciassettesimo in regione dall'inizio dell'anno, il terzo in una settimana.  E i dati nell'Orvietano, se si considerano gli infortuni nel complesso, quindi non solo quelli mortali, non sono meno allarmanti.  In una parola: "sono troppe le persone che si fanno male", come osservano dalla procura che, sulla scorta di questo ennesimo grido d'allarme, lanciato dalla scomparsa dell'imprenditore ternano, ha intenzione di disporre dei "sistematici controlli nei cantieri, per verificare il rispetto delle norme sulla sicurezza e la correttezza delle modalità d'appalto".  

Controlli nei cantieri pubblici e in quelli privati, da quelli più grandi a quelli più piccoli, per mettere fine, o quanto meno per cercare di contrastare, non solo le morti bianche ma tutti gli infortuni.  Praticamente, nell'Orvietano, non passa giorno, o quasi, senza che qualcuno si faccia male sul lavoro.  E gli edili sono la categoria più a rischio.  Lo dicono le denunce che arrivano in procura anche tramite pronto soccorso.  Agli arti, agli occhi, alle mani, gli incidenti più frequenti. Incidenti che, quando non si pagano col dolore e le lacrime dei familiari, si pagano con costi sociali altissimi che pesano direttamente sulle tasche dei cittadini. 

Pubblicato il: 20/09/2007

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