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Guerra dei tavolini all'aperto, scende in campo l'assessore

Obiettivo: rivitalizzare il centro storico, nel rispetto dei diritti di ognuno. Gulino (Confesercenti): "Ci vuole più tolleranza la città non è mausoleo"

ORVIETO - Guerra dei tavolini all'aperto, scende in campo l'assessore.  Obiettivo: rivitalizzare il centro storico, nel rispetto dei diritti di ognuno.  "L'amministrazione - prende posizione il giovane assessore al Commercio, Pier Paolo Vincenzi - era a conoscenza del problema del rumore notturno fuori dai locali, per diverse segnalazioni da parte dei cittadini.  E' mia intenzione confrontarmi, nel più breve tempo possibile, con operatori e privati cittadini, per capire quale sia effettivamente il grado di disagio arrecato alla pubblica quiete e quali siano i problemi al riguardo degli operatori".  

Nel valutare in maniera imparziale la situazione, una cosa è assolutamente chiara all'assessore fresco di nomina.  "E' nostro obiettivo ravvivare il più possibile il centro storico.  Non tronchiamo quest'ambizione - dice -. Soprattutto visto che costatiamo, ogni venerdì e sabato, che fortunatamente i giovani ci sono, non abbandonano la Rupe, segno che la città non è morta.  E' ovvio, comunque, che qualsiasi nostra azione sarà improntata al pieno rispetto dei diritti di tutti".

Chi chiama municipale, polizia e carabinieri, ogni venerdì e sabato notte, è convinto, però, che questi diritti vengano sistematicamente violati.  "Orvieto deve decidere cosa vuole diventare.  Se vuole essere una città viva e turistica, allora c'è bisogno di più tolleranza".  E' il presidente Confesercenti, Sandro Gulino a schierarsi dichiaratamente al fianco degli operatori contro le proteste dei residenti.  "La mia impressione è che le situazioni davvero "rumorose"

siano soltanto dei casi isolati, mentre il vero problema è l'intolleranza della gente".  "Ma di fronte a questo, se non vogliamo una città 'mausoleo' - invita Gulino - è opportuno fare tutti noi uno sforzo, anche per evitare che a rimetterci siano sempre gli operatori.  Fermo restando che se regole ed orari ci sono, questi vanno rispettati".  

E le regole ci sono: l'ordinanza autorizza l'apertura dei locali fino alle 2 e abbassa la soglia della sopportazione del rumore oltre le 24. C'è poi la legge nazionale contro l'inquinamento acustico che fissa una soglia in 35 decibel per il rumore notturno, più stringente di quella consentita nelle ore diurne (55 decibel). Tale soglia scatta, appunto, dopo la mezzanotte, vale tutto l'anno e, di fatto, vieta dopo quell'ora feste e manifestazioni simili che finiscono per superare i valori soglia.

Su lamentela e segnalazione di un singolo cittadino, polizia municipale e carabinieri sono tenuti ad applicare le sanzioni per disturbo della quiete pubblica e schiamazzi notturni, nonostante i permessi del sindaco del Comune, sui quali prevale la normativa nazionale. Le sanzioni prevedono multe di alcune migliaia di euro per gli autori dello schiamazzo, denuncia, fino al ritiro della licenza commerciale con chiusura dell'attività.

"Non discutiamo i controlli che sono doverosi da parte delle forze dell'ordine - tengono a puntualizzare di rimando alcuni gestori - quello che vorremmo sollecitare è una maggiore disponibilità da parte dei residenti. Anche perché a volte si tratta di accanimento, di autentici dispetti". Insomma, ci sono anche alcuni casi di operatori che si sentono addirittura perseguitati da vicini "scomodi".

Pubblicato il: 06/07/2007

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