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Dimissioni ufficiali di Carpinelli e Urbani, ora la palla passa a Mocio

Gli assessori uscenti hanno infatti rimesso mercoledì scorso nelle mani del primo cittadino le dimissioni dal mandato con il quale erano stati eletti all'interno dell'esecutivo. Lunedì incontro di maggioranza. Crisi di giunta sulla Rupe, l'appello dei Ds a Mocio

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di Sara Simonetti

ORVIETO - Pronto il giro di boa con le dimissioni ufficiali di Carpinelli e Urbani, ora la palla passa al sindaco Mocio. Gli assessori uscenti hanno infatti rimesso mercoledì scorso nelle mani del primo cittadino le dimissioni dal mandato con il quale erano stati eletti all'interno dell'esecutivo.

Le poltrone sono quelle all'assessorato alla cultura, finora nelle mani di Teresa Urbani, quella da vicesindaco, ruolo fino ad oggi ricoperto da Carlo Carpinelli, e di assessore al bilancio dopo il "licenziamento" di Massimo Frellicca. Dall'ufficializzazione dell'atto con il quale entrambi gli assessori si sono dimessi dalle cariche, ora, ad essere atteso, è il giudizio finale del sindaco Stefano Mocio. Che, una volta accettate le dimissioni, dovrà prima discuterne in maggioranza e quindi comunicarle in sede di consiglio. La partita politica, quindi, dovrebbe chiudersi entro questo fine settimana, visto anche l'approssimarsi della seduta consiliare, fissata al 9 maggio. Prima degli adempimenti formali, però, i due dimissionari hanno voluto rimettere pubblicamente il proprio mandato. Ed è Carpinelli che, a nome anche di Urbani (che non ha potuto essere presente per impegni professionali fuori Regione) snocciola i motivi delle dimissioni in tronco. Tre sono infatti le motivazioni che hanno indetto la drastica scelta di girare le spalle all'esecutivo. La prima, di ordine politico. "E' stato uno scontro di potere e non di idee - ha tuonato - ad aver portato alla crisi politica che investe la città e non essendoci più i presupposti per affrontare qualsiasi forma di mediazione, quella delle dimissioni era l'unica decisione da prendere".

Ed ancora: "E' stata la sovrapposizione tra livello politico ed amministrativo ad aver generato l'empasse nella quale siamo caduti e che ha depotenziato i compiti di chi era deputato a svolgere il ruolo amministrativo". Anche nelle operazioni di risanamento del debito di bilancio (questo il secondo motivo) Carpinelli ha parlato di giochi di potere ammettendo che "non si è potuto procedere con tranquillità e trasparenza". Un motivo strettamente politico e amministrativo, dunque, sta alla base di queste decisioni a fronte anche delle stringenti domande poste dalla collettività. Ecco, quindi, rientrare nel novero delle cause, la Piave "sulla quale stiamo in fortissimo ritardo insieme alle vicende di Rpo e che necessita inevitabilmente di interventi privati" e il futuro del Csco "dove c'è forte incertezza e che dovrà essere tema di grande riflessione".

E' personale l'ultimo motivo spiegato da Carpinelli. "Nel momento in cui subentrano le difficoltà - ha detto - è sbagliato degenerare in lotte politiche all'interno dell'amministrazione". Vittima e artefice allo stesso tempo di questo scenario anche il sindaco però ha giocato il suo ruolo. "Forse il sindaco - ha commentato il dimissionario - avrebbe dovuto tener meno conto delle istanze dei partiti giocando a tutto campo, ma ora l'obiettivo vero è di creare un nuovo corso partecipando la collettività". Questa la sfida con la quale i nuovi assessori entranti dovranno fare i conti. E il fischio di inizio per la nuova partita politica potrebbe avvenire già dalle prossime ore, quando Mocio leggerà i nomi dei sostituti che abbracceranno il mandato di assessore alla cultura, ai grandi eventi e al bilancio. E, al momento, il nome più papabile per ricoprire proprio quest'ultima carica è quello di Costatino Pacioni che, nel ringraziare chi lo ha proposto come possibile sostituto di Frellicca, invita il sindaco a organizzare presto un incontro "per stabilire - ha affermato - in modo condiviso le priorità da realizzare fino alla fine del mandato amministrativo". "Questo - ha aggiunto - non è il tempo di proporre semplicemente dei nomi, ma prima è necessario aprire una fase di discussione, presieduta dal sindaco di Orvieto, con tutte le componenti di centro sinistra che governano la città. Qualsiasi scelta fatta oggi non è risolutiva della crisi che si è aperta e nessuna persona può dare quelle risposte che, in questo momento, spettano alle varie forme organizzate".

Pubblicato il: 04/05/2007

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