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Monrubio chiama, Cardeto non risponde

La cooperativa di Monterubiaglio va avanti da sola, pur restando a disposizione del progetto di fusione

foto di copertina

 

ORVIETO - Monrubio chiama, Cardeto non risponde: la cooperativa di Monterubiaglio va avanti da sola, pur restando a disposizione del progetto di fusione.

 

Trascorsi quasi due mesi dall'appello che chiedeva segnali di chiarezza sull'idea di unire le due maggiori cantine orvietane, il consiglio d'amministrazione della Monrubio prende atto del silenzio ricevuto come risposta e volta pagina. "Realizzare un progetto comune nell'interesse del vino di'Orvieto non può essere frutto di una forzatura in quanto necessita della più completa e convinta partecipazione di tutte le componenti in gioco - sottolinea la cantina di Tommaso Picciolini(nella foto) -. La Monrubio avrebbe rinunciato volentieri alla propria autonomia in nome di un interesse superiore, ma questo, evidentemente, non vale alla stessa maniera per altri".

 

"Gli sforzi che nell'ultimo periodo sono stati prodotti dal consorzio di tutela e dalle organizzazioni professionali al fine di migliorare il reddito delle imprese viticoltrici avrebbe bisogno di maggiore attenzione da parte dei soggetti più forti presenti sul mercato locale - aggiunge ancora il consiglio di amministrazione -. Anche quest'anno, a patto che si riesca ad esaurire le scorte, avremo una liquidazione al di sotto della soglia di sopravvivenza per i produttori. Cosa altro deve succedere perché si prenda coscienza che non di sola immagine e marketing il vino d'Orvieto ha bisogno?".

 

Per queste ragioni la Monrubio "resta in attesa che il buon senso prevalga, ma non potrà rimanere immobile e già dai prossimi giorni provvederà a varare autonomi programmi, a breve e medio termine, atti a migliorare la propria situazione di mercato".

Pubblicato il: 29/03/2007

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