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Media e oggetto della comunicazione. In risposta ad Andrea Mari

Leonardo Maria Riscaldati

Ho trovato interessante il commento dell'amico Andrea Mari in merito al mio ultimo articolo ("La gente ? stanca", commento n? 6), ed ho ritenuto opportuno, bench? insolito, rispondere alle sue osservazioni.

Caro Andrea,

ho letto con attenzione il tuo commento al mio ultimo articolo ed ho sentito la necessit? di argomentare alcune riflessioni.

Io ritengo che applicare la visione, sicuramente suggestiva ed affascinante (ovviamente in negativo), del "1984" di Orwell, al nostro momento storico, sia un po' azzardato.

Saprai benissimo che al termine della seconda guerra mondiale la situazione era un attimino diversa da quella attuale. Lo scopo di 1984 era di evidenziare (e di contrastare) l'appiattimento delle coscienze provocato dalle ideologie, che invece oggi sappiamo bene quale fine stiano facendo. Il fatto stesso che stiamo parlando in totale libert? mi sembra dimostrarlo. Credo che nessuno ci rapir? e ci torturer? per questo, almeno qui in occidente.

E nella crisi delle ideologie, consentimi, i tanto vituperati media hanno avuto un ruolo non esattamente secondario.

Gli stessi media, internet, e s?, la stessa televisione, reazionaria e massificante, ci hanno dato l'occasione di vedere ad esempio come i parlamentari si comportano in parlamento; assenze ingiustificate, voti finti, risse, parolacce, cori e striscioni; comportamenti che non si allontanano troppo da quelli di una classe scolastica indisciplinata. E quindi abbiamo potuto farci un'idea pi? vera dei politici, che fino ai primi anni '90 ancora era poco diffusa. Con buona pace della solennit? della sede istituzionale. Ecco, questo ?, in parte, un esempio di quello che sostenevo nel mio pezzo, laddove parlavo del ruolo positivo dei media. Pensi che in passato tutto questo sarebbe stato possibile?

E' chiaro che ci sono visioni interessate e costruite della realt?, che oggi vengono spinte attraverso i media stessi; nessuno pensa di vivere in un contesto bucolico. Ma tali costruzioni ci sono sempre state (pensiamo proprio alle ideologie), e credo ci saranno sempre; quello che ? cambiato nel tempo sono stati gli strumenti per veicolarle. L'importante ? saperlo, esserne ben coscienti ed avere gli strumenti culturali per non farsi abbindolare. Ed andare avanti.

Una visione apocalittica, e consentimi, appena un po' anacronistica, quasi da teoria del proiettile magico, mi sembra un po' eccessiva.

Orwell inoltre nel suo libro evidenzia la massificazione come strumento necessario all'ordine ed allo sviluppo economico. E vedo di difficile applicazione anche il concetto di massificazione, in un mondo dove le differenze, le segmentazioni, i mercati, "le nicchie" emergono con sempre maggiore forza, chiarezza e numerosit?. Perdonami, ma anche in questo caso non mi sembra che le cose stiano andando esattamente cos?, il processo al quale assistiamo ? semmai l'esatto contrario.

Per quanto riguarda il discorso "mezzo di comunicazione ed oggetto della comunicazione", il problema ? strutturale. E' sempre esistito. Basta ricordare montagne di libri scritti dai vari regimi, che diffondevano idee parziali o distorte della realt?, o la propaganda, anche quella fatta per mezzo dei contatti diretti, oggi diremmo per mezzo delle public relations, o molti scritti di storia, ad esempio anche le cronache degli imperatori romani scritte dagli storici di corte (ma che dovevano scrive? Chi era l'editore?). Non credo penserai che in passato le cose andavano meglio. Semplicemente non c'erano gli strumenti di oggi. Il problema non sono i media, ma l'uomo.

Per quanto riguarda il discorso della robustezza argomentativa, devo dire che hai ragione. Non mi interessa scrivere degli articoli con delle fondamenta di acciaio, mi interessa stimolare. I miei scritti ti possono sembrare disordinati, e credimi, lo sono. Lo sono perch? lo scrivere a "macchie" mi consente di far passare i messaggi, di smuovere i sedimenti che altrimenti starebbero l?, immobili. Di essere pi? provocatorio. Io non scrivo per fare esercizio di stile o di esaustivit? o di autorevolezza di contenuto. Voglio semplicemente provocare reazioni. In una citt?, giustamente descritta da te come sopita, mi sembra un buon metodo, ed anche alla luce della quantit? dei commenti scritti sui miei interventi, dei quali uno ? proprio il tuo, mi sembra di esserci finora riuscito. Ritengo anche che attingere oltremodo a fonti ed a citazioni, anche dotte, possa a volte non giovare troppo all'autorevolezza ed all'organicit? dell'argomentazione, poich? si potrebbe correre il rischio di perdere un po' la paternit? intellettuale dell'argomentazione stessa.

Consiglierei anche a te, che mi sembri una persona di una certa cultura, di adoperarti, per dare la sveglia alla nostra citt?, senn? magari rischi di apparire, anche se ovviamente non lo sei, uno dei tanti sopiti che descrivi, che ogni tanto si guardano intorno, commentano e criticano, magari anche a ragion veduta, ma che poi, da bravi orvietani, si rimettono ben presto a dormire, per propria natura o per convenienza. Con buona pace di Ginsborg.

Pubblicato il: 21/08/2007

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