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La gente ? stanca e incazzata

Leonardo Maria Riscaldati

Ho letto da qualche parte che l'uomo di oggi ? disorientato, frastornato, non riesce a ben comprendere e mettere a fuoco la particolare congiuntura storica nella quale vive. Egli si trova in tal modo smarrito, in un mondo dove poco o nulla ha pi? senso, dove non riesce pi? a prendere in mano il bandolo della matassa.

 

Tutte cazzate.

La gente invece ha capito. Ha capito tutto e l'ha capito bene. Semplicemente la gente sta comprendendo sempre di pi? come gira il mondo. E non vuole pi? essere presa per il culo.

 

Tanto per cambiare, parliamo di Orvieto.

Ultimamente dove mi giro, al bar, per strada, nei locali pubblici, con gli amici, o con molti semplici conoscenti, sembra che si siano messi tutti d'accordo. Sento ovunque donne e uomini incazzati neri con questo o con quel politico, con i suoi privilegi e le sue presunte nefandezze, con i costi e tutte le ipocrisie della politica, con le inefficienze e gli interessi personali. Persone giunte ormai al culmine della sopportazione nei confronti dell'ipocrisia e del menfreghismo pi? sfacciati, malamente mascherati da profondo e solenne senso civico e di resposabilit?, di grande interesse verso il bene della comunit?. E questo lo sento indistintamente con riferimento sia al sistema locale che nazionale.

Tranne quei (fortunatamente) sempre meno, che ripetono a pappagallo quello che gli ? stato insegnato a pensare (i meno informati e formati) e gli integralisti, si inizia a percepire qualcosa di nuovo, un'arietta che, "ve dovessi da d?", non ? niente male.

 

E' come se in uno sconfinato gregge di pecore dormienti, qualcuna si stesse svegliando dal torpore e stesse iniziando a belare per svegliare le altre e per destare meglio se stessa. E pian piano si svegliano altre pecore, che comunicano tra di loro e che uniscono i propri versi agli altri. Il rumore cos? si alza, sempre pi? forte ed incontenibile. Lo si respira nell'aria. Si sente a pelle. 

 

Bisogna per? stare in campana. A questo fr?mito del gregge, cos? forte, sentito, ed oramai non pi? sopibile, corrisponderanno i soliti tentativi di incanalamento, di controllo ed infine di sterilizzazione da parte del sistema che vuole mantenersi. Al ciocco, quindi.

 

Perch? sta accadendo tutto questo? Secondo me perch? la gente sa. Sa ed ? stanca.

E' stanca dell'ipocrisia. E' stanca dei parlamentari che si proclamano contro la droga e inneggiano ai valori della famiglia, eppoi te li trovi co' du' mignotte a un coca party o a trans. E' stanca di sentirsi ripetere da decenni le stesse cose, le stesse favolette della buona notte. E? stanca di vedersi a casa il politicante di turno che chiede il voto e promette miracoli, e che poi sparisce nel nulla. E' stanca di non sentirsi rappresentata, di essere sedotta e abbandonata, manco fosse una minorata mentale. E' stanca di ascoltare proclami mirabolanti, ma in realt? assolutamente vuoti, e che finiscono sistematicamente in un nulla di fatto. E' stanca dell'inefficienza, dell'inaffidabilit?.

 

E' stanca di lavorare come un mulo tutti i giorni, e quindi di contribuire al sostentamento dello Stato, e di non avere in cambio quello che si merita. E' stanca di credere in una politica sempre meno credibile. E' stanca di una pubblica amministrazione mastodontica, che costa allo Stato (e quindi a tutti i cittadini, via tasse) come da nessuna altra parte in Europa e che non d? in servizi manco la met? di quello che ciuccia in risorse economiche. E' stanca di una sanit? che fagocita l'80% delle risorse dello Stato, ed in cui gli interessi personali o partigiani spesso prevalgono sugli obiettivi di qualit? e di servizio all'utenza. Una sanit? che potrebbe costare molto meno ai cittadini, anche migliorando i propri standard, se solo si avesse una volta per tutte il coraggio di chiudere i vari rubinetti e le varie perdite ed inefficienze.

 

A proposito di ipocrisia. Ma vogliamo parlare della storia del test sulle droghe ai parlamentari? Semplicemente ridicolo. Facciamolo a tutti e facciamolo a sorpresa. Voglio vedere che succede. Le Iene insegnano.

 

La gente ? stanca di sentirsi vessata da un fisco che non ritiene pi? equo e giusto. E' stanca di un sistema pubblico in generale dove il criterio della meritocrazia, della competenza e della professionalit? sono sistematicamente mortificati da approcci e metodiche clientelari, con tutti i riflessi che questo inevitabilmente provoca sulla qualit? del servizio.

Ora chiedetevi: se aveste una qualsiasi attivit? che fosse di vostra propriet?, mettereste in un ruolo chiave (o in uno qualsiasi) un'incompetente, uno che non gliene p? freg? di meno? Ecco, appunto. Questo perch? altrimenti i vostri clienti (che nella cosa pubblica sono i cittadini) non comprerebbero pi? i vostri prodotti o servizi e parlerebbero male di voi; e voi di conseguenza fallireste e perdereste anche la strada de casa.

Nella cosa pubblica invece questo ? successo: per decenni (solo in passato?) con le tasse fatte pagare ai cittadini si ? rabboccata l'acqua ad un serbatoio bucato, da dove bevevano una marea di bocche, le stesse bocche che si riempivano di paroloni di civilt?, democrazia, ed onest?. Ecco perch? oggi siamo messi cos?.

 

La gente ? stanca. E' stanca e incazzata. E non potrebbe essere altrimenti: alla fine del mese, i conti devono tornare. Con le chiacchiere non ci si pagano le bollette, non ci si fa la spesa, non si pagano i libri ai figli.

 

Un tale Joshua Meyrowitz scrive che finch? non c'? stata l'introduzione dei media elettronici (internet, tv, radio), i luoghi fisici hanno delimitato efficacemente il flusso dell'informazione (che guarda caso ? proprio la linfa che ci consente di capire, interpretare e farci un?idea nostra del mondo che ci circonda) e quindi della conoscenza. Questo ha consentito per secoli il controllo sul "popolo bue" da parte del potere.

Su questo principio e sulla base dell'utilizzo di un linguaggio (il politichese, appunto) fatto di paroloni incomprensibili (spesso anche a chi li utilizzava) e di formule fondamentalmente vuote, per la classe politica era una vera e propria pacchia: netta separazione, blocco dell'informazione, controllo della situazione. Ovvio.

 

Oggi, soprattutto grazie a internet le cose hanno subito un cambiamento radicale. Chiunque pu? sapere qualsiasi cosa in qualsiasi momento, in qualsiasi luogo egli si trovi, attraverso un?infinit? di fonti diverse. Non solo, pu? dire la sua. Ed essere ascoltato, fare opinione, contribuire a far circolare le informazioni. Fare da amplificatore.

Viviamo immersi in un mondo dove l'informazione circola alla velocit? della luce, e scusate se ? poco. E il bello deve ancora venire.

 

Quello che i invece politici sembrano ancora non aver capito ? che la gente li VEDE e li SENTE. Li vede e li sente parlare in televisione, sul web, ne legge sui giornali, ascolta le loro vicende in radio. Ergo se ne fa un'idea sempre pi? vera e meno ideale, ne conosce virt? e vizi (soprattutto i secondi). Alleluja.

 

Uomo smarrito, ma fatemi il piacere. Ci sono senz'altro alcuni che hanno interesse nel diffondere questa visione pseudo-esistenzialista. E, guarda caso, lo sapete spesso chi sono? Sono proprio quelli che hanno di pi? da guadagnarci nel lasciare le cose come stanno. Ma non caschiamoci pi?.

 

I nostri cari (costosi) politici, pi? si andr? avanti, pi? saranno giudicati semplicemente per quello che faranno e per come lo realizzeranno, e sempre meno per le promesse lungimiranti e per i proclami visionari, insomma per le chiacchiere, per l'aria fritta, per i contenitori senza contenuto. Questo perch? l'informazione, il bene pi? prezioso che c'?, circoler? sempre di pi?, attraverso pi? voci, pi? canali, con pi? veemenza e con maggiore libert?.

E perch? le nuove generazioni, che sono quelle che utilizzeranno di pi? le nuove tecnologie, saranno sempre meno controllabili, incanalabili e sterilizzabili. Sar? sempre pi? difficile nascondere, mistificare ed abbindolare.

 

C'? sempre pi? partecipazione, c?? un approccio pi? critico e meno naif alle varie questioni alle quali ci si trova di fronte. C?? sempre pi? COSCIENZA. 

Qualcosa ? cambiato, c?? aria nuova, aria fresca. E, come dicevo, il bello ancora ha da ven?.

Pubblicato il: 06/08/2007

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