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PRIME IDEE PER UNA CITTA? DA RIFONDARE . ( Parte seconda)

Mario Tiberi

Ci eravamo lasciati con l?impegno, da me assunto e a cui intendo prestar onore, di indicare e tracciare l?agenda delle priorit? cittadine secondo buon senso e capacit? di analisi della realt? circostante.

Taluno, che immagino aspiri al laticlavio fasciato alla pi? alta poltrona consiliare confidando che non i migliori e bens? i mediocri possano coltivare tali ambizioni, ? andato affermando che Mario Tiberi  divulga idee ovvie e banali dimenticandosi, per?, che ? preferibile possedere idee, seppur ovvie e banali, piuttosto che non averne alcuna.

Torniamo alla seriet? e al disinteressato servizio da porgere alla citt? di Orvieto.

Gli obiettivi prioritari da perseguire sono ovviamente ovvii, anche se non ? vana perdita di tempo poterli cos? riassumere: rimodulare in termini essenzialmente qualitativi l?esistenza materiale e morale dei cittadini orvietani nelle sfere della salute, sicurezza, mobilit? e servizi sociali; spendersi sino allo spasimo per una reale ed efficace politica dell?occupazione lavorativa giovanile; ristabilire un temperato e quieto clima di fiducia tra cittadini e pubblica amministrazione in quanto convinto che, senza fiducia, non ? possibile cambiare per volgere lo sguardo nell?altrove dell?avvenire.

La problematica condizione in cui versa Orvieto non permette di scrivere un ?libro dei sogni?, pur sapendo che per conquistare i sogni necessita coinvolgere una intera comunit? nel processo di cambiamento e di riscatto della citt? rimanendo, d?altro canto, realisti e concreti.

Il primo dovere di un pubblico amministratore consiste nel garantire i servizi essenziali di cui porta la responsabilit? e, cio?, nel garantire una citt? pulita nelle strade come nell?aria e nei giardini, la possibilit? di muoversi in sicurezza e con tempi certi attraverso un trasporto pubblico capillare, l?efficienza infine della macchina amministrativa comunale.

Per raggiungere codeste mete, due sono le questioni fondamentali: in primo luogo, rimettere in sesto il bilancio del Comune perch?, senza conti in ordine, ? impensabile anche solo immaginare come poter ridare fiato ad una economia in ginocchio; in secondo, dedicarsi alacremente all?impegno di portare a compimento i progetti gi? in essere piuttosto che affaticarsi sul lancio di nuove, quanto aleatorie, iniziative.

Non bisogna, infatti, ripartire da zero, ma ?ricominciare da uno? imprimendo impulso e accelerazione alla rifunzionalizzazione delle aree dismesse con, in prima battuta, la ex Caserma Piave e l?ex Ospedale di piazza Duomo.

Sul fronte dell?occupazione, l?Azienda Comune non pu? rappresentare l?ammortizzatore sociale per risolvere il problema del lavoro che manca. Il ruolo del Comune deve, invece, essere quello di favorire la nascita e lo sviluppo di imprese sul proprio territorio rappresentandone gli interessi di economia di scala in ogni sede, regionale e anche nazionaleuropea, in cui si discutono strategie e provvedimenti a sostegno di nuove occupazioni.

Quello test? descritto ? il quadro d?insieme ma, per non correre il rischio di essere tacciato di genericit?, ? mio dovere procedere alla individuazione dei comparti su cui e come intervenire.

Qui di seguito ne fornisco una elencazione di massima, con l?avvertenza che ognuno di essi ? suscettibile di costanti e auspicabili aggiornamenti e integrazioni:

Sicurezza e Legalit?; Apparato Amministrativo Comunale; Bilancio e Tributi; Ambiente e Rifiuti; Welfare e Coesione Sociale; Sviluppo economico (industria, commercio, artigianato, cultura e turismo); Trasformazione e Manutenzione Urbana; Giovani e Sport; Integrazione e Accoglienza.

Per ognuna delle aree di intervento soprafissate, sar? mia cura indicare nelle prossime puntate l?obiettivo da raggiungere, le azioni operative da intraprendere e le iniziative prioritarie da avviare.

Pubblicato il: 24/06/2011

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