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Il caff? 'salato' di capodanno ci andr? di traverso. Il lavoro ? una cosa seria e va difeso seriamente

cerco guai

Scusate la noiosa e forse inutile premessa sul caff? di capodanno.

Proprio cos?, io che odio preamboli e introduzioni, sono qui a scusarmi per una noiosa e forse inutile premessa.

Ma, sapete, dal mio punto di vista, abituato ad un panorama in cui imperversa la mentalit? del ?nun tiro si nun cojio? ? quanto mai necessaria.

Premetto pertanto che:

-          nelle attivit? da me gestite non ci sono state maggiorazioni di prezzi per tutto il periodo natalizio;

-          la mia ? una ditta a conduzione famigliare con pochi fidati collaboratori esterni saltuarissimi e retribuiti sempre alla stessa maniera;

-          abbiamo sospeso il turno di chiusura settimanale per tutto il periodo del Presepe nel Pozzo e, quindi, di Umbria Jazz Winter;

-          non devo difendere n? il mio operato n? quello dei miei collaboratori;

-          non ho ambizioni di rappresentare nessuna categoria e men che meno di difendere la mia per partito preso;

-          mi va di scrivere e di far pubblicare delle osservazioni, anche contraddittorie, per il semplice gusto di condividere delle idee e, magari, innescare un abbozzo di dibattito.

Detto questo, posso partire osservando come, gioved? scorso, qui su OrvietoS? troneggiassero alcuni titoli che la dicevano lunga sulla difficile arte del sopravvivere.

Eccoli: in apertura un sacrosanto ?UJW. Mocio auspica pi? coinvolgimento della citt??, con tirata di orecchie ad alcuni operatori e lista dei ?buoni? e dei ?cattivi?; subito sotto il guliniano ?Doppi listini? ?Una follia deleteria per l?immagine della citt??? e di seguito ?Aperture festive. Nessuno spiraglio per Cgil e Cisl?.

Come dire, siamo d?accordo, imprenditori e amministrazione, ma poi, quando si tratta di parlare di lavoro, nella terra degli eterni mantenuti e dei disoccupati cronici, casca l?asino, perch? tutti vogliamo fare festa ed essere serviti, da chi non si sa proprio.

Perch?, mentre le associazioni di categoria e le amministrazioni riconoscono il diritto dei commercianti orvietani di poter restare aperti anche nei festivi e nei ?superfestivi?, chi tutela operai e operaie, commessi e commesse, sguatteri e sguattere, pi? meno fissi o pi? o meno saltuari, non ci sta e urla, grida e stramazza, a difesa del sacrosanto diritto di far festa o di veder super-retribuito ogni quarto d?ora di straordinario o ogni minuto di lavoro festivo.

Qualcosa non torna, specie considerando quello strano meccanismo di appartenenza partitica sia di amministratori che di sindacalisti, con un fin troppo facile scambio di poltrone tra i due schieramenti, fatti di amici l?un contro l?altro armati.

Insomma, se questo operaio stratutelato, che pu? mettersi in malattia al primo starnuto mentre qualcun altro sta dietro al banco anche con la febbre alta a capodanno, questo operaio che vuole essere superpagato per fare qualche ora di doppio o triplo lavoro in un giorno di festa o in una notte bianca, che pu? chiedere qualche giorno se il bimbo ha la bua e la mamma non pu? lasciare il suo lavoro mentre qualcun altro deve fare i salti mortali per finire la fila dal medico col figlio grande e andare a prendere il piccolo all?asilo prima che chiuda, insomma questo operaio che tanta retorica ha dalla sua parte, se davvero vuole fare festa, saprebbe spiegarcelo chi diavolo vuole che glielo serva il caff? a prezzo calmierato? Forse qualche ?padroncino? da invidiare non si sa bene se per la sua fortuna o per il suo coraggio? Forse solo chi lavora in proprio rischiando ogni giorno anche per garantire ai propri operai diritti maggiori di quelli di cui gode lui?

Intendiamoci, questa filippica non vuole affatto difendere chi fa pagare un caff? 2 euro e mezzo a chi ha la faccia del turista o chi, oltre a tenere chiuso, spegne anche le luci delle vetrine per Umbria Jazz Winter, perch? so bene, sia per averlo studiato sia per esperienza diretta, che non c?? settore come il turismo in cui conti il passaparola. Se una persona si sente derubata e presa in giro in un bar, in un ristorante o in un qualsiasi negozio di Orvieto, tornando a casa non dir? certo ?Sai, a Orvieto un commerciante (o un artigiano) un po? furbetto e poco controllato da chi di dovere mi ha buggerato; quando ci torno andr? da un suo collega pi? onesto?, ma se ne uscir? con un pi? diretto ?A Orvieto mi hanno fregato e non ci torno pi??.

E se una persona si trova bene in un posto forse, ma forse, ne pu? portare un?altra. Di sicuro, per?, uno che si trova male ne caccia cento.

Non ci credete? Allora fate un giro in internet e vedete come i turisti si fidano di pi? dei blog di altri viaggiatori privati e sconosciuti che delle recensioni, spesso di tipo pubbli-redazionale, di siti e guide blasonate o sedicenti tali.

Tremendo anche il meccanismo mentale di bottegai tutt?altro che imprenditori che pensano ?Fregamoli adesso che ce so?, che doppo campa cavallo?, perch?, se in tempo di crisi ? comprensibile, seppur non giustificabile, accontentarsi dell?uovo oggi invece che aspettare la gallina domani, bisogna anche stare attenti a non portar via, insieme all?uovo, anche un pezzo del sedere della gallina, con le immancabili conseguenze deleterie che vanno dall?insozzamento dell?aia alla gestione del cadavere della gallina e dell?ira del gallo. Ammesso e non concesso che il gallo ci sia, che abbia visto la scena e che possegga, diciamo? la cresta. A buon intenditor?

E concludo qui questo che pu? sembrare una via di mezzo tra un delirio da stanchezza e uno sfogo di parte, ma che nasce, credetemi, da un sincero sentimento di voler mettere in evidenza come profonde contraddizioni possano star dietro anche al prezzo di un caff? a capodanno. Contraddizioni di cui perversi meccanismi politici troppo spesso vivono e prosperano, in barba alla logica.

E, come disse un certo papa, ?si sbalio mi corigerete?!!!

Pubblicato il: 12/01/2009

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