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NOTIZIE CORSIVI

Operazione Cahos.
Pene pesanti, anzi esemplari

Le condanne del giudice Gianluca Forlani nei confronti dei ragazzi che sono ricorsi ai riti alternativi hanno superato abbondantemente le richieste del pubblico ministero Annalisa Giusti che non andavano oltre i 4 anni e sei mesi

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ORVIETO - Pugno di ferro del giudice per i ragazzi coinvolti nel primo stralcio del procedimento "Cahos".  Solo un paio le assoluzioni e quattordici condanne.  Pesanti, meglio esemplari: da 4 mesi fino a 6 anni con 35mila euro di ammenda. Le condanne del giudice Gianluca Forlani, per i ragazzi che sono ricorsi ai riti alternativi, hanno superato abbondantemente le richieste del pubblico ministero Annalisa Giusti che non andavano oltre i 4 anni e sei mesi.  La stragrande maggioranza degli avvocati di parte ha già annunciato il ricorso in Appello.  

La mano dura del magistrato fa seguito ad un'operazione altrettanto esemplare, un'operazione, a volte anche criticata per certi aspetti più spettacolari alla quale è ricorsa,  ma che ha, innegabilmente, segnato un'epoca sulla Rupe per aver coinvolto quasi un'intera generazione di ragazzi orvietani.  Il traffico stroncato dai carabinieri della compagna di Orvieto, infatti, all'alba di quel 6 dicembre 2002 con 26 arresti vedeva tra i suoi attori principali tutti giovani orvietani, alcuni anche di "buona famiglia" come si dice, d'età compresa tra i 20 e 25 anni.

Il traffico - come provarono a dimostrare soprattutto le intercettazioni telefoniche - era gestito da quattro o cinque giovani, ognuno dei quali avrebbe costituito il punto di riferimento rispetto ad una o più tipologie di sostanze stupefacenti da smerciare. Le "chicche" (ecstasy), il "moffo" (haschich), la "spada" (eroina), il "cocco" (cocaina), come i ragazzi chiamavano in linguaggio criptato la droga, sarebbero venuti soprattutto da Perugia ed erano, poi, venduti principalmente tra alcuni luoghi di ritrovo di piazza Cahen e un albergo dello Scalo.  L'indagine scattò nel 2000. Tutto partì da fonti confidenziali dei carabinieri a cui fecero seguito numerose audizioni in caserma e un intenso servizio di intercettazioni telefoniche, corroborate da controlli e pedinamenti. 

Al termine furono 28 le ordinanze di custodia firmate dal gip.  E in uno spettacolare blitz, che si avvalse di una trentina di mezzi oltre che dell'ausilio dell'unità cinofila e di un elicottero, furono 26 quelle eseguite, mentre due cittadini marocchini, considerati tra i principali fornitori dei ragazzi orvietani, riuscirono a sottrarsi all'arresto. L'indagine si allargò notevolmente grazie soprattutto ad un intenso lavoro di intercettazioni telefoniche. Due dei ragazzi coinvolti nell'operazione, infine, non hanno fatto in tempo ad essere giudicati: morti d'overdose entrambi uno nell'ottobre del 2003 e  uno lo scorso mese di aprile.

Così, restano ancora alla sbarra, nel secondo stralcio del procedimento, 10 ragazzi che saranno processati col rito ordinario.  L'inizio del procedimento, previsto per lo scorso mese di aprile, è slittato al 21 settembre, in quanto, stanti le numerose incompetenze sul fascicolo, non è stato possibile per il momento riunire il collegio penale. Quello che si spera di fare, invece, a settembre quando il tribunale dovrebbe poter contare sul potenziamento dell'organico con l'arrivo del nuovo presidente e il rientro in servizio di un magistrato attualmente in congedo.

Pubblicato il: 07/06/2006

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