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I cinghialisti dell'Orvietano all'attacco

Si sentono traditi dalle associazioni e proseguiranno da soli la loro battaglia contro la modifica della legge regionale

Si sentono traditi dalle associazioni e proseguiranno da soli la loro battaglia contro la modifica della legge regionale. I cinghialisti dell'Orvietano all'attacco.

"Si vuole modificare-sostengono i cinghialisti- una legge già esistente (che dove applicata funziona) quando siamo venuti a conoscenza che in alcune località dell'Umbria ancora non esistono settori, così è data possibilità a squadre di iscriversi con meno di dieci cacciatori. In sostanza si vogliono penalizzare tutte le squadre che finora hanno fatto il proprio dovere rispettando la legge. Speriamo che l'assessore Bottini, al quale va il nostro ringraziamento per la collaborazione dimostrataci, prima di legiferare si ricordi di tutta quella gente che ha manifestato forte dissenso. Il rammarico più grande che serpeggia tra i cinghialisti è che non si sentono più rappresentati dalle associazioni venatorie tutte, e, diciamo tutte, perché è quanto emerso, finalmente con chiarezza, alla riunione di Tavernelle, dove tutti e quattro i rappresentanti presenti hanno finalmente gettato la maschera. I due punti per i quali andremo a batterci con ogni mezzo legale e dove ci è sembrato trovare un muro davanti, almeno da parte dei due assessori provinciali e di due dei presidenti Atc sono il divieto delle battute congiunte e il prelievo del cinghiale nelle zone ripopolamento e cattura.
Sul primo punto ribadiamo ancora le nostre convinzioni; che abolendo le battute congiunte si andrà a fare solamente ancora più confusione perché nessuna squadra già costituita consegnerà la tabella assegnatagli e quando non si raggiungerà il numero minimo per battuta organizzata, automaticamente nasceranno piccoli gruppi che andranno ad effettuare mini battute occupando più zone e intralciando ancor di più le altre forme di caccia, cosa ancor più grave e pericolosa per tutti. L'altro punto di dissenso sta, come detto, nella gestione del prelievo del cinghiale nelle zone di ripopolamento e cattura. Sappiamo tutti che bisogna difendere i raccolti degli agricoltori ai quali noi daremo tutta la nostra collaborazione purché non si facciano influenzare e strumentalizzare dai cosiddetti cacciatori professionisti. Noi metteremo a disposizione degli Atc, province e agricoltori tutta la nostra esperienza trentennale di conoscenza di questo selvatico ma non dovrà mai più verificarsi lo scempio degli ultimi mesi, con il quale si recherebbe un danno enorme alla fauna selvatica di questa specie. Se dovessero riprendere certi modi di prelievo noi saremo lì a vigilare e non esiteremo a fase ricorso nelle sedi opportune".

Pubblicato il: 18/05/2006

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