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Violenza, carabiniere sotto accusa

Denuncia choc della prostituta testimone oculare dell'omicidio Mencarelli. Lo stupro raccontato dalla donna risalirebbe a un anno e mezzo fa, indaga la procura della Repubblica

ORVIETO - Carabiniere finisce sotto inchiesta per stupro. La rivelazione choc di una o forse più violenze, che ha fatto aprire presso la procura della repubblica di Orvieto il fascicolo contro un militare, all'epoca dei fatti, in servizio nell'Orvietano, sarebbe partita proprio dalla vittima: la prostituta bosniaca di trentadue anni - S.S. le iniziali - testimone oculare dell'omicidio di Sauro Mencarelli, l'elettrauto quarantaquattrenne di Allerona, del 28 ottobre scorso. E sarebbe, infatti, proprio nelle pieghe dei molti interrogatori dei mesi scorsi davanti agli inquirenti, che sarebbero venute fuori, da parte della "lucciola", dichiarazioni sconcertanti che punterebbero il dito contro un carabiniere, appunto, che, secondo il racconto della donna, avrebbe approfittato di lei con la forza. I fatti risalirebbero, all'incirca, ad un anno e mezzo fa. Mentre il carabiniere risulterebbe attualmente sospeso dal servizio, anche se non è dato conoscerne i motivi, né se questi siano ricollegabili all'indagine in corso. Secondo la versione fornita agli inquirenti il militare, probabilmente in uno stato di alterazione psicofisica legato all'alcol, avrebbe costretto la donna a rapporti sessuali. Rapporti che, sembra, non venissero pagati e, di fronte ai quali, la giovane "lucciola" non sarebbe stata nelle condizioni fisiche o psicologiche di tirarsi indietro. Sulla delicata vicenda la procura della Repubblica di Orvieto, adesso, ha aperto un fascicolo. E, nel massimo riserbo con cui si stanno portando avanti le indagini, gli inquirenti starebbero cercando di verificare puntualmente e col massimo scrupolo (le indagini sono in fase assolutamente iniziale) le dichiarazioni della donna. Che sembrerebbero, comunque, aver trovato possibili conferme anche nel racconto di altre prostitute che esercitano o esercitavano, ogni giorno, sulla Todi - Baschi. Un mondo piccolo piccolo, quello della strada nota per essere frequentata dalle "lucciole" a cavallo tra l'Orvietano e il Tuderte. Un mondo a sé, fatto di segreti, spesso inconfessabili, ma in cui, paradossalmente, ancor più spesso, tutti sanno tutto di tutti. Ora si tratterebbe di trovare o non trovare riscontro alle parole della giovane prostituta che, dal marciapiede del bivio per Acqualoreto, in circa sette anni, ha fatto girare la testa a tanti uomini. Una figura controversa la sua. Per paura, per non fare il nome di Crociani, lei, bosniaca, abituata alla vita dura e forse anche a tenere la bocca cucita, era finita anche in carcere per favoreggiamento. Poi, dopo una notte di cella, ha voluto avere fiducia negli inquirenti. Ha smesso di avere paura e ha raccontato tutto. Di come Crociani, con lei ancora in macchina, aveva sparato a sangue freddo a Mencarelli uccidendolo sul colpo quella mattina del 28 ottobre scorso. E la sua è stata la testimonianza decisiva, la chiave di volta che ha consentito definitivamente di far incastrare tutti i tasselli dell'accusa. I risultati del Ris, giunti da poco, avrebbero confermato puntualmente la scena del delitto così come descritta dalla donna. Una testimone preziosa, dunque, ma certo non per questo una testimone a cui riservare un'incondizionata fiducia. Le dichiarazioni della donna, intanto, però hanno richiesto l'apertura dell'indagine. Il resto è tutto da verificare.

Pubblicato il: 09/03/2006

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