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Intervista ad Alessandra Mussolini:
io sono contro la guerra

Alessandra Mussolini ha votato contro la guerra. In questa intervista ci spiega perché. Non sono contro il governo, ma con la guerra non si cerca la Pace

Politica

intervista di Giorgio Santelli

L'altra sera, a Porta a Porta, Alessandra Mussolini è finita tra le braccia di Livia Turco. Causa della particolare situazione venutasi a verificare, le oggettive diversità di vedute, nel discutere di guerra, tra l'onorevole Alessandra Mussolini, Paolo Guzzanti e Anselma Dell'Oglio. Con una buona dose di arroganza sia la giornalista americana moglie di Giuliano Ferrara che Paolo Guzzanti, hanno attaccato gli altri ospiti difendendo a spada tratta e senza alcun dubbio l'azione angloamericana. Abbiamo intervistato l'onorevole Mussolini.

Questa l'intervista in formato digitale. Clicca per ascoltarla.

IL TESTO DELL'INTERVISTA

Onorevole Mussolini, vorrei conoscere la sua personale posizione sulla guerra. Non legata alla sua attività politica ma bensì quali angosce nascono in una donna che è madre, moglie ma anche parlamentare della Repubblica...
Questa è stata estattamente la spinta emotiva che mi ha portata a votare contro la mozione, non certamente per una posizione antigovernativa, ma perché io non credo, prima di tutto, che una guerra possa risolvere una questione di violazione dei diritti umani, né tantomeno il terrorismo, il terrorismo islamico e il terrorismo internazionale. Quando comincia una guerra poi non si sa dove finisce e quando finisce. Si parla adesso della Siria dell'Iran della Turchia - che si sta spingendo di nuovo verso i Curdi. C'è un innalzamento dell'allarme del terrorismo mondiale. Anche in Italia stiamo vivendo con l'angoscia. Mi chiedo se la guerra può essere utile alla pace. Secondo me non è così.

In questa fase sono in molti a manifestare per la fine della guerra. È un segno positivo?
Lo è soprattutto in questo momento. Anche se è vero che ci sono delle manifestazioni strumentali ed antigovernative, è pur vero che una coscienza di popolo importante significativa da parte di tutti e trasversale è un segnale positivo. Sarei molto preoccupata se a venti di guerra e battaglie iniziate, non ci fossero sollevamenti di popolo e a tutti andasse bene la guerra. Dopodomani se c'è una violazione da qualche altra parte del mondo che facciamo? Ci mettiamo a fare una guerra totale e senza confini?

Parliamo di informazione e guerra. In questi giorni, di fronte alla tv, sembra di guardare uno show. La guerra sembra un telefilm. C'è, sendo lei, oggettività nelle informazioni legate alla guerra?
Un conto è vivere la guerra in prima persona, un conto è vederla attraverso la Tv. Ieri, per esempio, è uscita fuori la notizia di un attentato terroristico contro gli americani. Invece si è trattato di un soldato americano che ha lanciato delle bombe a mano in una tenda di comando. Bisogna stare sul posto. Noi in tv parliamo, discutiamo e ci accapigliamo, come nella trasmissione di ieri dove c'era chi non capisce che se una persona non ha la tua stessa opinione non è che devi imporla per forza. Mentre ci si accapiglia ci sono persone che muoiono. Penso ai bambini, alla popolazione civile. Le bombe potranno anche essere intelligenti ma ammazzano lo stesso, con intelligenza ma ammazzano.

Volevo parlare proprio di ieri sera. Anselma dall'Oglio ha fatto in modo di farla finire tra le braccia di Livia Turco...
Sia Guzzanti che "l'Anselma" non hanno certamente giovato né alla causa della guerra né a quella americana perché erano portatori di un'arroganza spropositata. Tu non puoi dire che l'America è l'unica democrazia mondiale. Io ho risposto loro ricordando semplicemente che ad esempio gli Usa non hanno ratificato la nascita del tribunale penale internazionale contro i crimini di guerra. Nè si sono espressi contro le multinazionali farmaceutiche americane le quali non vogliono cedere gratuitamente i farmaci antiaids a chi muore in Africa. La democrazia è la democrazia in tutto. La violazione dei diritti umani non c'è solo in Iraq ma anche a Cuba o in Cina. Il terrorismo c'è anche nelle Filippine. Che fai ti metti a bombardare anche le Filippine. Bisogna essere molto cauti. Invece la Dall'Oglio diceva "adesso si attacca l'Iraq e poi vedremo... Vedremo che?

I governi europei sono divisi. Stanno pensando al dopo per ritrovare unità sul dopo Iraq ma forse il cammino per l'unione politica sarà più lunga. Lei che ne pensa?
Parto dai dubbi di Francia e Germania. Intanto vorrei capire quanto hanno una motivazione umana e quanto di carattere economico. Ma bisogna rivedere anche i rapporti in seno all'Onu. La seconda guerra mondiale è finita da più di cinquant'anni e noi abbiamo tutto il diritto di mettere il veto come la Cina o la Francia. Meglio ancora sarebbe rivedere il ruolo dell'Onu. Credo, poi, che alcune delle difficoltà ci siano state per la forte accelerazione che ha avuto la guerra. Ho anche saputo che l'ultimatum delle trattative diplomatiche fissato a marzo non era legato a qualche ragione particolare, bensì a semplici ragioni climatiche. Marzo era il periodo adatto per la guerra. Già era tutto pronto, sopra le nostre teste, ovviamente. Il governo italiano si è impegnato a risolvere diplomaticamente la crisi. Ma, intanto, tutto era già stato deciso. La guerra si fa o a marzo o a settembre.

Pubblicato il: 24/03/2003

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