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DS. Questa l'Orvieto che vogliamo

Presenatto il nuovo progetto di sviluppo per l'area orvietana. Si va dalla filiera tradizionale turismo, ambiente e cultura alla formazione e ricerca (scuola e università) passando per il polo tecnologico, lo sfruttamento delle energie rinnovabili, l'industria, l'artigianato, la manifattura e l'agricoltura

foto di copertina

 

ORVIETO - Nuovo progetto di sviluppo per l'area orvietana. Il contributo dei Democratici di sinistra è stato presentato ufficialmente ieri mattina in una bozza di cinquantatré pagine, un documento approvato la sera prima dall'Intercomunale ed elaborato, in questi mesi, in preparazione della conferenza programmatica che si svolgerà sabato 10 dicembre, presso la sala dell'ex circolo ufficiali della caserma Piave.  Si va dalla filiera tradizionale turismo, ambiente e cultura alla formazione e ricerca (scuola e università) passando per il polo tecnologico, lo sfruttamento delle energie rinnovabili, l'industria, l'artigianato, la manifattura e l'agricoltura. 

 

"Un progetto - ha detto il presidente dell'Intercomunale, Giorgio Posti - che ha l'umiltà ma anche l'ambizione di essere il punto di partenza per la discussione con le altre forze del centrosinistra".  

 

"È nato - ha proseguito il segretario regionale della Flai - Cgil, Fausto Galanello - dal confronto interno ed esterno con le associazioni e sindacati sulle difficoltà del territorio, difficoltà a cui una forza come il partito di maggioranza relativa compete di dare risposte".  

 

Lo sforzo successivo sarà quello di individuare i punti di sintesi concreta su cui puntare gli investimenti.  

"Siamo partiti dall'assunto che lo sviluppo di Orvieto deve stare dentro il contesto dello sviluppo provinciale e regionale. Quindi dall'analisi della situazione economica - ha illustrato il segretario della Quercia orvietana, Marino Capoccia - abbiamo individuato, attraverso delle idee, gli ambiti su cui andare a progettare il lavoro che dovrà legare una nuova classe dirigente, quella che avrà il compito di guidare lo sviluppo per i prossimi cinque, dieci anni. Ci riferiamo a tutte le forze attive manageriali e imprenditoriali e quant'altro che intendano partecipare attivamente a questo sviluppo".

 

Per la caserma Piave ci si limita a proporre "un intervento importante di riqualificazione urbana" per riconnettere quegli spazi (intesi da piazza XXIX Marzo a piazza Cahen) al tessuto urbano della città.  Dal punto di vista economico, spiega meglio il vicesindaco e assessore al Turismo, Carlo Carpinelli, "la caserma è un pezzo fondamentale della città e del suo sviluppo economico, non potrà essere altro che la proiezione delle eccellenze che Orvieto e il suo territorio saranno in grado di mettere in campo nello sviluppo".

Pubblicato il: 02/12/2005

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