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Brillamento degli ordigni inesplosi. Condannata a pagare la presidenza del Consiglio dei ministri

Giunto alt ermine dopo sei anni il contenzioso tra Comune di Castel Viscardo e la ditta Biaglioli

ORVIETO - A tre mesi di distanza dalla prima è stata depositata anche la seconda sentenza relativa al procedimento per il saldo delle spese di brillamento degli ordigni inesplosi ritrovati tra il 99 e il 2000 nell'Orvietano. La sentenza del tribunale di Perugia stavolta è relativa al pagamento delle spese (132 milioni delle vecchie lire) sostenute dalla ditta Socil per il brillamento dei due ordigni rinvenuti tra il marzo e l'aprile del 2000, in località Pianlungo. Il principio ribadito dal giudice, al termine di sei anni di ping pong sulle pertinenze relative al saldo delle spese tra i Comuni interessati e gli organi dello Stato, è lo stesso col quale è stato dato il via libera alla liquidazione della ditta Biagioli.  La sentenza esonera i Comuni (Orvieto, Allerona, Castel Viscardo) ma anche la Prefettura (come organo periferico del ministero degli Interni) e condanna la presidenza del Consiglio dei ministri - in qualità di organo sopraintendente all'organismo di Protezione civile nazionale - al pagamento della fattura. La cifra (il corrispondente dei 132 milioni delle vecchie lire) dovrà essere corrisposta alla ditta Socil - che all'epoca si fece carico dei lavori - insieme a quanto dovuto per la rivalutazione e le spese legali. Le operazioni di brillamento all'epoca furono coordinate dalla Prefettura di Terni e dal Comune di Orvieto. Sulla base dei suggerimenti degli artificieri in merito all'intervento, poi, le amministrazioni comunali scelsero le ditte che avrebbero portato a termine i lavori. E le fatture, inizialmente addebitate alla Prefettura, tornarono dopo qualche mese al mittente. Aprendo il lungo contenzioso che si è sciolto soltanto dopo sei anni con la prima sentenza del giugno scorso.

Pubblicato il: 04/10/2005

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