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Lettera aperta di un genitore, Mario Tedeschini

Gentile Direttore,

relativamente all'articolo sulle mense e trasporti scolastici desidero segnalare alcune riflessioni nate da un confronto con altri genitori in questi ultimi giorni, nella speranza che lei possa farle sue.

L'aumento in percentuale del costo del buono mensa e trasporto è determinato in teoria dal cosiddetto ISEE dei componenti il nucleo familiare, (Situazione Reddituale, Situazione Patrimoniale Immobiliare, Consistenza dei depositi bancari e postali, Valore nominale di Bot, Titoli di Stato, Valore dei Fondi Comuni di investimento, Importo dei premi complessivamente versati per Polizze miste sulla vita e di capitalizzazione, ect. ) in pratica la maggior parte degli utenti non ne usufruisce. Quindi l'aumento, per i buoni pasto, passerà da Euro  2,50 a Euro 3,50, ossia in una percentuale vicina al 50 %. Peraltro appare iniquo far pagare qualunque cifra ad una famiglia che rientra in situazione reddituali che vengono definite di povertà dall'Istat, ossia con capacità di spesa annuale inferiore a 10.434,00 Euro.

Per quanto concerne la quota d'iscrizione annuale , sempre per il servizio mensa, pari ad un importo di 20,00 Euro, le giustificazioni per la sua attuazione appaiono labili. A quanto mi risulta ogni giorno vengono contati gli utenti che usufruiranno del servizio mensa, quindi la preparazione dei pasti è fatta in modo mirato. D'altro canto ogni azienda che gestisce tali tipologie di servizio non conosce in anticipo, se non in modo approssimativo per l'esperienza maturata sul mercato, il numero degli utenti che avrà giornalmente. Appare più plausibile che tale quota di iscrizione serva a coprire i costi amministrativi che questa nuova formula di pagamento dei buoni determinerà: costi di spedizione delle distinte di pagamento alle famiglie, costi di intermediazione dell'istituto di credito delegato ad incassare tale quota, ect. Per quanto poi concerne i trasporti scolastici le concessioni fatte all'Amministrazione comunale sono molteplici, ad iniziare dall'orario di inizio delle lezioni vincolato non alle esigenze dei bambini o della scuola, ma alle esigenze logistiche degli scuolabus.

Questa innovazione inoltre determinerà un'ulteriore  dispendio di tempo e denaro a carico dei genitori. Ciò perché le procedura attuata dall'Amministrazione Comunale comporterà numerose richieste di permesso dai luoghi di lavoro, (solitamente la maggior parte delle persone sono costrette a chiederli ai loro datori di lavoro) per far file presso gli uffici competenti e l'istituto di credito delegato all'incasso. Una soluzione auspicabile sarebbe stata nel determinare un unico pagamento, con possibilità di frazionamento per le famiglie più disagiate. E una soluzione praticabile sarebbe stata nello spedire tempestivamente alle famiglie un'informativa sulla nuova procedura, con i relativi moduli da compilare per l'iscrizione dei bambini e il bollettino di conto corrente per effettuare il versamento della quota annuale.

Appare poi grossolana la situazione in cui si verranno a trovare le famiglie con più di un bambino, costretti a esborsi economici rilevanti, in una situazione di difficoltà finanziaria come quella che stiamo vivendo in questi anni.

Nella speranza che si possa aprire uno spiraglio di discussione e di riflessione sul questa situazione, mi chiedo inoltre perché si debbano sempre penalizzare i servizi relativi alla scuola e alla sanità, quando si potrebbero intaccare privilegi economici ingiustificati.


La ringrazio per lo spazio che il suo giornale vorrà dedicare a questa tematica, con l'occasione la saluto cordialmente.

Mario Tedeschini

Pubblicato il: 24/06/2005

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