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Politica orvietana. È iniziata la resa dei conti

Il "sasso" lanciato da Capoccia ha suscitato un maremoto. Toni decisi e minacciosi nella replica della Margherita

SDI. Tre NO a Capoccia

foto di copertina

di Dante Freddi

L'intervista rilasciata dal Marino Capoccia al Messaggero ha provocato un terremoto nell'habitat politico orvietano.
La tendenza, negli ambienti vicini al segretario dei diesse, è quella di minimizzare.
Sarà pubblicata sul Messaggero una precisazione, in cui si chiariscono alcuni passaggi particolarmente clamorosi, come quello che chiama in causa il senatore Angius, che, per la ex caserma Piave, avrebbe già "proposte ed investitori". E poi quel passo sulla Regione, che sarebbe fermamente orientata a "porre la parola fine sulla Risorse per Orvieto" di Franco Barbabella. Anche Mocio nel mirino, accusato di non potere sostenere un cambiamento, "lui che negli ultimi anni ha condiviso le scelte fatte".

Capoccia avrebbe inteso offrire una spinta alla politica amministrativa della città e, per quanto riguarda RPO, sostenere la necessità di coinvolgere nelle scelte per la caserma tutte le energie possibili, dalla Regione al Parlamento. Ma le parole dette sono state tante ed hanno coinvolto tutti, al punto da determinare la reazione di Giunta comunale, RPO, Margherita.

Certe critiche alla politica del decennio "cimicchiano" erano già nell'aria, appesantita dalla lotta all'interno dei diesse, ma espresse con forza e decisione dal massimo esponente del partito di maggioranza non potevano che gettare scompiglio.

"La Margherita rigetta il tono e i contenuti dell'intervento del segretario dei Ds".  Questo l'"incipit" del documento diffuso dai "mociani". "È inaccettabile-continua la nota- che si tenti di riversare sulla città scontri interni e giochi di potere che certamente non appassionano gli orvietani". E ancora "È incredibile che oggi Capoccia attacchi le partecipate in cui il suo partito ha sempre avuto ruoli primari, strategici e decisivi".
L'agitazione in casa diesse preoccupa la dirigenza dei "margheriti", perché si riflette inesorabilmente sull'amministrazione della città e sulla sua classe dirigente. Insomma, la discrepanza tra chi dirige i diesse e chi gestisce gli assessorati orvietani e "succedanei" è venuta al pettine ed è destinata ad esplodere.

La conclusione degli uomini del sindaco è particolarmente sottile e minacciosa:"Nessuno intende sottrarsi al dibattito né alla richiesta di discutere sull'attuale assetto dei sottosistemi di governo sia locali, sia provinciali legati ai servizi a rete(ATOn.d.r.), sia regionali".  E chi ha Capoccia intenda.

 

Pubblicato il: 17/06/2005

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