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Tentano di vendere un neonato sullo svincolo dell'A1

I carabinieri della stazione del paese dell'Alto Orvietano una decina di giorni fa hanno raccolto la denuncia da parte di due cittadini italiani....

di Stefania Tomba

FABRO - Tentano di vendere un neonato a una coppia in auto appena fuori dallo svincolo autostradale di Fabro. Roba da far accapponare la pelle ai carabinieri della stazione del paese dell'Alto Orvietano che, una decina di giorni fa, hanno raccolto la denuncia da parte di due cittadini italiani. Adesso, sulla scorta dell'informativa prodotta dai militari dell'Arma, indaga anche la magistratura. Il capo della procura della Repubblica di Orvieto, Calogero Ferrotti, infatti, sarebbe intenzionato a fare piena luce sul caso. Un caso a dir poco agghiacciante per il quale lo stesso Ferrotti starebbe, in questi giorni, aprendo ufficialmente un fascicolo al fine di verificare sino in fondo le effettive circostanze e modalità con cui sarebbe avvenuto.

Questi gli estremi. Un uomo e una donna, a bordo della propria auto, erano da poco usciti dall'autostrada del sole all'altezza dello svincolo di Fabro. In circostanze che non sarebbero ancora del tutto chiare agli inquirenti i due vengono avvicinati da un'altra coppia: un uomo e una donna. Lei tiene sulle braccia un bambino di pochi mesi avvolto in alcune coperte. Parlano a lungo, probabilmente nelle intenzione della coppia col bambino c'è quella di guadagnarsi la fiducia degli interlocutori. Poi, dopo aver tastato a sufficienza il terreno, i due sarebbero usciti allo scoperto, proponendo all'altra coppia nientemeno che l'acquisto del bambino. Spaventati, inorriditi si sono presentati a denunciare il fatto ai carabinieri quando la coppia, vista la reazione dei due, si era già dileguata.

Le indagini proseguono serrate. In particolare si cerca con ogni mezzo di identificare la coppia dei presunti malviventi. Secondo le ricostruzioni effettuate dai militari dell'Arma della locale stazione, grazie alle testimonianze rese agli inquirenti dai protagonisti della vicenda, l'uomo non sarebbe un cittadino italiano. I tratti somatici tracciati nell'identikit lo identificherebbero piuttosto come un cittadino extracomunitario, probabilmente, secondo quanto supposto dagli inquirenti, di origine pakistana. Mentre la donna - sempre stando alle testimonianze raccolte - avrebbe parlato un italiano fluente e senza particolari inflessioni. Una vicenda senza precedenti che apre uno squarcio allarmante su una realtà che nessuno poteva mai supporre neanche lontanamente arrivasse a lambire l'Orvietano. Eppure molti sono gli episodi, negli ultimi tempi, che dimostrano chiaramente come Orvieto e il suo territorio siano anch'essi direttamente coinvolti da episodi gravi ed eclatanti di criminalità 

Pubblicato il: 09/03/2005

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