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Sciolte le riserve al Viminale: ecco la nuova Opera del Duomo

Dopo il braccio di ferro durato un paio di mesi, arrivano le nomine dei nuovi membri del cda dell'Opera del Duomo. L'incarico non ha ancora una veste ufficiale. Tuttavia nei giorni scorsi il Viminale avrebbe chiuso la fase dell'impasse che, dallo scorso mese di novembre, ha lasciato nel limbo la rosa dei membri di nomina ministeriale...

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di Stefania Tomba

ORVIETO - Dopo il braccio di ferro durato un paio di mesi, arrivano le nomine dei nuovi membri del cda dell'Opera del Duomo. L'incarico non ha ancora una veste ufficiale. Tuttavia nei giorni scorsi il Viminale avrebbe chiuso la fase dell'impasse che, dallo scorso mese di novembre, ha lasciato nel limbo la rosa dei membri di nomina ministeriale. Il ministro Giuseppe Pisanu avrebbe, dunque, sciolto le riserve, e dato il via libera a quei cinque nomi. Che corrisponderebbero agli stessi fatti ufficiosamente un paio di mesi fa.

Daniele di Loreto, dirigente di primo piano delle Generali, Cesare Perali, figura storica del commercio orvietano, l'avvocato Francesco Venturi, il giovane architetto Stefano Stramaccioni e l'ex consigliere comunale Pds Marino Massimo De Caro, insegnante a Buenos Aires ed esperto conoscitore di testi antichi. A cui vanno ad aggiungersi i due membri direttamente nominati dal vescovo che sono quelli di Giuseppe della Fina, direttore scientifico della fondazione Faina e don Ruggero Iorio.

Nonostante le pressioni subite tanto da destra quanto da sinistra da parte di chi avrebbe, probabilmente, gradito qualche nome diverso (tra cui magari anche la conferma dell'attuale presidenza) nella soluzione, approvata dal ministro, avrebbe trovato conferma, alla fine, la linea voluta sin dall'inizio dal vescovo Scanavino. Quella di un Consiglio nuovo di zecca e lontano dai giochi politici, anche se alcune delle figure possono essere ricondotte a specifici schieramenti.

E furono in molti, in prima battuta, a dire che il complesso dei nomi rispondesse alla logica di voler rappresentare autorevoli competenze e non appartenenze in seno alla città e al suo territorio. Il problema eventualmente sarà portare avanti il lavoro e resistere alle pressioni dei politici di professione. Con queste nomine la città di Orvieto segna l'ultimo dei rinnovamenti all'interno dei poteri (civili ma anche religiosi) che erano rimasti pressoché invariati per anni. La clamorosa esclusione di Aldo Mattioni farebbe largo adesso ad altri nomi per il vertice della Fabbriceria.

E il più quotato pareva essere quello del giovane avvocato Francesco Venturi, un nome che incontrerebbe il favore unanime dei nuovi consiglieri. La scelta, tuttavia, si determinerà concretamente con la votazione segreta dei sette membri del cda in occasione della prima seduta, che il presidente uscente ha l'obbligo morale di convocare a breve termine dall'ufficializzazione dei nomi da parte del Ministero.

Pubblicato il: 23/01/2005

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