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Forti i danni nelle campagne provocati dai cinghiali

Al termine della stagione delle raccolte, l'Unione Agricoltori torna a porre l'attenzione sui danni provocati dalla presenza di fauna selvatica, in particolar modo di cinghiali, nelle campagne del comprensorio orvietano.

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Al termine della stagione delle raccolte, l'Unione Agricoltori torna a porre l'attenzione sui danni provocati dalla presenza di fauna selvatica, in particolar modo di cinghiali, nelle campagne del comprensorio orvietano.

In alcuni casi buona parte dei raccolti sono andati persi con gravissime conseguenze per le aziende agricole, che oltre a subire un danno diretto, rappresentato dalla diminuzione dei proventi, rischiano di non riuscire a soddisfare la domanda di mercato.

A tale proposito va ricordato che gli strumenti posti in essere dagli enti competenti si sono mostrati del tutto fallimentari. Il risarcimento danni, che viene quantificato in maniera regolarmente insufficiente, non può considerarsi un rimedio al problema, in quanto non consente all'agricoltore di raggiungere i livelli di produzione abituali e necessari a svolgere la propria attività imprenditoriale.

Si auspica un intervento delle autorità competenti per risolvere, o quanto meno ridurre, i danni previsti, utilizzando strumenti diversi da quelli che hanno avuto luogo fino ad ora.

La caccia ai cinghiali, ad esempio, avrebbe potuto essere aperta a settembre e non ad ottobre come è avvenuto. 

La soluzione auspicata da Confagricoltura, consiste nell'autorizzare i proprietari, o i loro dipendenti, a cacciare gli animali all'interno delle proprie aziende. Solo in questo modo infatti, si avrebbe la possibilità di ridurre ragionevolmente il numero della selvaggina e di proteggere i raccolti.

E' da precisare tuttavia, che si tratterebbe di un prelievo di carattere diverso dall'attività venatoria. 

Il problema di cui trattasi oltretutto, risulta particolarmente grave anche sotto il profilo dell'"ordine pubblico". E' nota infatti la pericolosità che ormai questi animali hanno per l'incolumità delle persone che vivono e lavorano nelle campagne e per coloro che frequentano le strutture agrituristiche".

Pubblicato il: 12/11/2004

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