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Rifiuti, in procura Facchi, Monelli e Cimicchi

Ieri pomeriggio l'interrogatorio dell'ex commissario straordinario per la Campania. Prevista per oggi l'audizione dell'assessore regionale all'Ambiente . Martedì sarebbe la volta dell'ex sindaco di Orvieto Stefano Cimicchi.

Cronaca

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di Simona Coccimiglio

Sequestro Le Crete, ascoltato in procura l'ex commissario straordinario per la Campania Giulio Facchi.

Iscritto nel registro degli indagati per il reato di abuso d'ufficio, è stato interrogato ieri pomeriggio dal procuratore capo Calogero Ferrotti.

Prevista per oggi l'audizione dell'assessore regionale all'Ambiente Danilo Monelli.

Martedì sarebbe la volta dell'ex sindaco di Orvieto Stefano Cimicchi.

Come per Giulio Facchi, a carico di Monelli e Cimicchi è stato ipotizzato il reato di abuso d'ufficio.

Nel loro ruolo di componenti il Collegio di controllo, i tre avrebbero infatti consentito che la discarica orvietana smaltisse rifiuti pari ad una quantità di tonnellate superiore rispetto a quella espressamente prevista da una convenzione stipulata tra la Regione Umbria e la Regione Campania.

Sarebbe questa, al momento, la pista al vaglio degli inquirenti che continuano a lavorare anche sull'ipotesi che nella discarica Le Crete, posta sotto sequestro dalla Guardia di finanza di Orvieto lo scorso 26 aprile, siano giunte dalla Campania sostanze "non contemplate" dall'autorizzazione regionale.

Prosegue l'inchiesta della procura sui rifiuti che, partita circa un anno fa, ha portato al sequestro dell'impianto di smaltimento orvietano e all'indagine che ha coinvolto otto persone raggiunte dall'avviso di garanzia.

Fra queste Mario Valentini, dirigente delle politiche ambientali della Regione Umbria, interrogato alcune settimane fa dal capo della procura.

Indagato per il reato di falso ideologico, gli sarebbe stata ricondotta la responsabilità di un atto ufficiale con il quale le due regioni avevano siglato, nell'estate del 2001, un accordo per il conferimento di nuovi rifiuti campani nell'impianto di smaltimento orvietano.

In quel documento la Regione Umbria affermava di aver incassato dalla Campania un pagamento pari a 150 mila euro sotto forma di "tassa per il carico ambientale" come risarcimento del disagio, ma di quella somma non si è trovata traccia nella contabilità.

Il procuratore capo Ferrotti aveva iscritto nel registro degli indagati anche quattro dirigenti Sao, la società che gestisce la discarica di Orvieto.

Il presidente Sante Agarini, l'amministratore delegato Giorgio Custodi, l'ex amministratore delegato Francesco Ansuini e il direttore dell'impianto Antonio Fabrizi.

Tra i capi di imputazione che erano stati formulati per i dirigenti della Sao figuravano ipotesi di illeciti ambientali tra cui "gestione dei rifiuti non autorizzata e gestione non autorizzata della discarica".

 

Pubblicato il: 15/07/2004

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