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Lotta al rifiuto. Un problema in attesa di soluzione

Il contributo di Gianni Cardinali. Mentre si fa dura la lotta all'abusivismo, che coinvolge drammaticamente il sud. Un problema da affrontare al di là degli slogans

Politica

foto di copertina

di Dante Freddi

Già in settimana è probabile l'incontro tra i presidenti delle Regioni e il capo del dipartimento di protezione civile Guido Bertolaso per affrontare l'emergenza rifiuti. Anche il sindaco Cimicchi ha espresso l'augurio che lo stesso Bertolaso possa chiarire al più presto gli aspetti riguardanti i quantitativi dei rifiuti conferiti presso la discarica orvietana e oggetto dell'indagine della Guardia di Finanza,che ha assunto provvedimenti di sequestro e di avvisi di garanzia per amministratori e gestori della discarica orvietana.

Questi sono giorni incandescenti sul versante dei rifiuti e soltanto ieri le agenzie ci segnalvano

il sequestro di due discariche abusive a Lecce. Una è addirittura su un'area comunale  e sul terreno erano raccolti anche rifiuti pericolosi.

A Napoli arresti e perquisizioni nell'àmbito di un'inchiesta che qualche mese fa aveva già condotto agli arresti 25 persone. Questa volta il traffico portava i rifiuti dal centro-nord al sud. 

Il clima è preoccupante e il tema va inquadrato con il massimo della razionalità possibile, con disponibilità all'ascolto e con la straordinaria dote che devono avere tutti gli amministratori, soprattutto gli amministratori, che è imperativa per gli amministratori: quella di assumersi il coraggio di cambiare idea.

 

E allora riportiamo il contributo di Gianni Cardinali sulla discarica, che vale al di là della condivisione del contenuto, perché serve a capire, anche a chi la pensa in modo diverso, perché c'è un ragionamento e non una pletora di slogans.

"Che la gestione delle cose orvietane fosse una sorta di pentolone a pressione prossimo allo scoperchiamento, si sentiva nell'aria.

Che, in particolare, l'attenzione fosse posta sui rifiuti, lo si poteva immaginare.

Sono tra coloro che non amano gli interventi della magistratura, ma li apprezzo particolarmente quando si superano i limiti della decenza e vige la cultura dei"padri eterni", troppo sicuri o troppo rassicuranti.

In una regione così piccola e fondamentalmente civile, in un tempo ragionevole, avremmo potuto avere una gestione dei rifiuti all'avanguardia, senza alcuna compromissione con il"business" in quanto tale.

Così non è stato e, indipendentemente da come andranno la vicende giudiziarie, si è perso un treno  che si deve assolutamente riprendere.

Per Orvieto il discorso non è semplice ma va assolutamente chiarito, responsabilizzando sia i superficiali che quelli che ritengono di avere le ricette in tasca.

Si è detto più volte che la discarica di Orvieto, in quanto controllata e grazie alla presenza di profondi strati di argilla, poteva essere o doveva essere un servizio, anche per tutta l'Umbria, una volta attivata seriamente la raccolta differenziata seria e generalizzata.

In questa prospettiva, la discarica avrebbe ricevuto soltanto materiali inertizzati ed altrimenti inutilizzabili, con una durata di moltissimi anni.

Nel tempo non ci sarebbero stati rischi di fermentazioni ad orologeria e non sarebbero stati depositati rifiuti non facilmente controllabili, come può avvenire con il"tal quale", cioè con il rifiuto così come esce dalle nostre abitazioni o come si può trovare nei cassonetti.

Un bel giorno, magari tra trenta o quaranta anni, al posto di un calanco, avremmo potuto realizzare una collinetta boscosa, frutto di un recupero con riqualificazione ambientale.

Si è voluta realizzare una discarica a carattere industriale, che dovesse guadagnare il più possibile, con la raccolta differenziata  in ritardo ed i rifiuti giunti anche da fuori Umbria con la conseguenza di non sapere bene che cosa contengano  ( per esempio potrebbero contenere pile e batterie, come i nostri del resto!!).

Ormai, il volume possibile è già stato raggiunto quasi per la metà.

Se si sono verificati illeciti di carattere ambientale e non solo amministrativo legale, verrà stabilito.

Vogliamo sperare che dei primi non se ne parli, se non altro perché, all'apparenza, la gestione tecnica del sito sembra fatta con tutti i crismi della correttezza.

Siamo in campagna elettorale ed il rifiuto sembra interessare molti, sia per le soluzioni alternative, sia per accentuazione delle strategie industriali, sia per le conseguenze, se dovessimo diventare"orfani" della discarica.

Il candidato a Sindaco sentenzia che il problema va risolto con un inceneritore.

I socialisti puntano all'industriale e spingono anche per accogliere rifiuti speciali (per questi occorre aprire un altro calanco!).

Qualche altro rispolvera il termovalorizzatore, che apparentemente è simile all'inceneritore, con la differenza che dovrebbe funzionare poco per"valorizzare" energeticamente i rifiuti combustibili non riciclabili.

Molti paventano chiusure di teatri, piscine, scuole e"Umbria jazz", se non giungessero più i soldi dei rifiuti.

Possibile che non ci sia nessuno che si domandi come fanno quei Comuni come il nostro, che hanno teatri che funzionano, attività che si consolidano, senza avere discariche, inceneritori o altre attività che nulla hanno che vedere con una immagine sostanziale come quella di Orvieto che è città d'Arte, di Storia, di vini e di paesaggio?

Si è mai riflettuto sul sovradimensionamento spendaccione di questa passata amministrazione?

Mancava solo un Assessore agli Esteri per dare un tocco finale alle spese di apparenza e di apparato.

Si rifletta sul significato della buona amministrazione, sulla modestia e si getti alle ortiche la presunzione, l'arroganza, il presenzialismo: con i risparmi si mandano avanti teatri, piscine e ci si fa anche"UMBRIA JAZZ", magari con il contributo serio di tutta l'imprenditoria commerciale della città".

 

                                                                                              

Pubblicato il: 27/04/2004

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