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Via libera alla candidatura di Stefano Mocio

Non sarà facile per Ricci e compagni digerire la sconfitta nel braccio di ferro con i vertici regionali del partito e fare un passo indietro sulla candidatura di Carpinelli, che era stata ufficializzata la scorsa settimana dal direttivo della Rupe ma non approvata dalla Quercia regionale

Politica

di Simona Coccimiglio

Ancora poche ore e la candidatura di Stefano Mocio a sindaco di Orvieto sarà ufficiale.

Non sarà facile per Ricci e compagni digerire la sconfitta nel braccio di ferro con i vertici regionali del partito e, soprattutto, fare un passo indietro sulla candidatura di Carpinelli che era stata ufficializzata la scorsa settimana dal direttivo della Rupe ma non approvata dalla Quercia regionale.

In pieno contrasto con Orvieto il centrosinistra umbro trova dunque nell'attuale numero due di Cimicchi la via d'uscita per la futura candidatura alla fascia tricolore orvietana.

Ma lo fa a prezzo di uno strappo con i Ds della Rupe che sarà difficile ricucire.

Le strade per ricompensare il sacrificio della città del Duomo, una delle più storiche roccaforti rosse in Umbria, sarebbero state già indicate.

Intanto la presenza di quattro assessori diessini nella futura giunta Mocio, al quale non è escluso che possa essere affiancato nella guida della città il consigliere regionale Costantino Pacioni.

Tuttavia, nonostante la presenza di una maggioranza diessina all'interno della giunta del comune di Orvieto, ci sarà bisogno di ben altro per dare equilibrio alla visibilità della Quercia.

E non è detto che questa sconfitta non possa trasformarsi in qualcosa di positivo per la città e per gli stessi Ds.

Aver contribuito a risolvere l'assetto politico regionale potrebbe consentire ai Democratici di sinistra di garantire ad Orvieto, per la prima volta, ruoli importanti nel contesto nazionale e regionale.

La discussione resta aperta con la possibilità di ruoli"pesanti" all'interno della giunta regionale che possano permettere alla città di non perdere ulteriori pezzi di autonomia, bensì di recuperarne di nuovi.

Poi ampia visibilità negli enti di secondo grado territoriale, Comunità montana in testa, nelle società di gestione regionali e, infine, l'espressione di una candidatura diessina alle prossime politiche.

Insomma, la Margherita otterrebbe il sindaco di Orvieto ma altri ruoli chiave per il partito centrista sarebbero da dimenticare.

Pubblicato il: 23/03/2004

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