Archivio Orvietosi Archivio anni 2002-2012: NOTIZIE
NOTIZIE CORSIVI

L'Arte contemporanea sbarca a Terni

Stampa fotografica, tempera, pittura ad olio al collage, oscillazioni tra l’astratto ed il figurativo. L'artista Felice Levini espone questo mese a Terni e ci introduce nel senso profondo dei suoi lavori.

Cultura

di Anna Rita Daqua

A Terni, presso la Galleria Ronchini Arte Contemporanea, in Piazza Duomo, si è inaugurata il 9 novembre una personale dell’artista Felice Levini. La Galleria fondata nel 1992 ospita fin dall’inizio artisti storicizzati e giovani artisti delle avanguardie internazionali. Felice Levini inizia la sua carriera e la sua ricerca intorno alla fine degli anni settanta, aprendo uno spazio autogestito con poeti, scrittori ed altri artisti, che dura per qualche anno. Dopo il 1978, anno della sua prima collettiva allestita presso il Palazzo delle Esposizioni (Roma), viene invitato nelle sedi istituzionali italiane per esporre ed in molte importanti gallerie. Partecipa per due volte alla Biennale di Venezia ed alla Quadriennale di Roma.
Levini mescola fin dall’inizio tecniche diverse, dalla stampa fotografica alla tempera, dalla pittura ad olio al collage, oscillando anche tra l’astratto ed il figurativo. Per Levini ,oggi, la pittura è ancora importante, ha ancora molto da dire, ma a condizione che la si impieghi con uno spirito di ricerca e con la voglia di reinventarla. Dice testualmente: “ Stranamente, proprio chi usa mezzi moderni nell’arte, come video o computer, non è detto che il più delle volte riesca ad essere così inventivo. Io opero cercando di trovare modi e tecniche che possano soddisfare le mie esigenze.” L’intento dell’artista è sempre stato quello di pensare a un’arte che lasci un minimo di incognita, di sorpresa, di indefinito, concettualmente, il tentativo di mantenere quel senso di onirismo e di inenarrabilità. Dall’intervista con Felice Levini, in novembre 2002, viene fuori una cosa fondamentalmente importante e cioè che l’interesse dell’artista è di condurre la mitologia in un ambito post-moderno che sia carico di ambiguità: disorientare, decostruire, riformulare ma sempre con genialità. “Non mi sento un artista” - dice Levini - “perché questa etichetta mi va stretta: troppo generica, anche un cantante è un artista, meglio dire allora pittore o scultore; ma più che altro mi sento un essere che fa certosinamente un lavoro dalla mattina alla sera il meglio possibile. Che sia importante o meno non lo so, ma sicuramente lo trovo un atto di fede. I pittori del passato sono stati coloro che erano capaci di creare un ponte tra la terra e il cielo, tra la materialità e la spiritualità; tutti gli artisti che hanno toccato le corde dell’esistenza sono grandi uomini religiosi. Io ho questa sensazione, mi vedo in questa logica.”
L’inaugurazione della mostra, curata dal figlio di Adriano Ronchini, Lorenzo, ha avuto grande successo anche perché entrambi non sono galleristi ma appassionati di arte e collezionisti e in questo spazio hanno sempre esposto grossi nomi come Schifano, Boetti, Lodola, Gilardi, Dessì, Ferraniello, Pizzi Cannella, Serra.
Quest’ultimo ha esposto con la collaborazione di Ronchini, anche a Basilea, Bologna e Milano. Erano presenti registi, collezionisti, rappresentanti della cultura e dell’arte, il critico teatrale Lorenzo Mango, l’architetto Zamnatti e molti artisti come Zaza, Ceccobelli, Gallo, Lim, Tirelli, Pizzi Cannella, Nunzio, de Filippis.
La mostra resterà aperta fino a gennaio inoltrato, tutti i giorni dalle 17,00 alle 20,00. La domenica dalle 11,00 alle 13,00.


Pubblicato il: 08/01/2003

Torna alle notizie...