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I dottori clowns sono ad Orvieto

L'associazione 'Ridere per vivere' organizzerà corsi di formazione per clowns. Da impegnare in Umbria, dove questa figura è assente

Società

L'associazione"Ridere per vivere" è sbarcata in Umbria, ad Orvieto.

L'incontro tra l'assessore Enrico Petrangeli e Leonardo Spina, responsabile del progetto, servirà a costruire un progetto per la formazione di animatori da impegnare anche nella nostra regione. È un passo importante per una città che della cultura vuol fare il tratto essenziale della sua"personalità" e della solidarietà un suo imprescindibile valore.

Ridere per vivere" è un'associazione socio sanitario culturale senza scopo di lucro, che si occupa di ricerca, divulgazione ed utilizzo del valore terapeutico e salutare del ridere, la gelotologia.

Oggi il metodo che attua l'associazione si chiama "Comicità è salute" ed ha visto coinvolte migliaia di persone diverse: bambini, ragazzi, giovani, anziani, ammalati lungodegenti, insegnanti, operatori socio-sanitari, persone depresse, con problemi e disturbi di diversa natura, persone in cerca del proprio sorriso interiore, comici, animatori, clowns.

Importante esperienza è quella compiuta da"Ridere per vivere" tra i bambini di Kabul. In quell'occasione, contemporaneamente all'ideazione ed all'organizzazione della missione, veniva pensata e pianificata anche la ripresa in video dell'evento. Ne è nato un film" Clown a Kabul" presentato fuori concorso alla 59° Mostra Internazionale del Cinema di Venezia, dove è stato accolto da un grandissimo successo di pubblico e di critica. Tra le figure professionali che forma l'Associazione c'è il Clown dottore, la più idonea per operare in una situazione "estrema" come l'ospedale.
Egli riceve una formazione specifica per interagire, in un ambiente difficile e complesso come quello ospedaliero, con il singolo bambino, all'interno della sua rete di relazioni, genitori e personale, ed anche nello spazio che egli occupa nella degenza, il lettino, la cameretta.

I Clown Dottori sono presenti in moltissimi ospedali in tutto il mondo. In Italia la loro opera si estrinseca da vari anni in molti nosocomi, soprattutto nel nord del Paese.
Il loro operato coinvolge sempre l'intera comunità del reparto e spesso dell'ospedale, dai piccoli pazienti, ai genitori, agli operatori sanitari, ai volontari.
La loro denominazione è stata scelta per alcuni precisi motivi.
In primo luogo si tratta di una figura di per sé terapeutica, in secondo luogo egli indossa un camice, per quanto variamente trasgressivo. Il"dottore clown" opera in stretto contatto con l'equipe ospedaliera, pur essendo l'unica figura la cui presenza può essere rifiutata dal bambino o dalla sua famiglia. Questo "poter essere rifiutato" restituisce potere al bimbo o al ragazzo, in un contesto in cui egli, ed anche la sua famiglia, sono privi di possibilità di scelta.

Pubblicato il: 11/02/2004

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