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GLAMOUROCK: lo sporco trucco sul volto della musica

E' l'argomento proposto da Valentino Saccà per giovedì 19 aprile alle ore 15 il quarto incontro di LETTORI IN MUSICA ROW alla Biblioteca Fumi

Giovedì 19 aprile alle 15 nella Sala Eufonica della Biblioteca Fumi, si terrà il quarto appuntamento del ciclo LETTORI IN MUSICA ROW, il programma di ascolti guidati dedicato a generi, stili, figure, suggestioni e commistioni della musica contemporanea, organizzato dalla Biblioteca in collaborazione con Radiorvietoweb.
Rassegna in cui i conduttori della radio si sono avvicendati con appassionata competenza nel proporre percorsi d'ascolto insoliti, nel raccontare storie e disvelare leggende legate ai protagonisti, ai movimenti, agli album che hanno fatto storia, vere e proprie chicche per gli appassionati dei vari generi musicali.

"Glamourock: lo sporco trucco sul volto della musica" è l'argomento proposto da Valentino Saccà per giovedì prossimo.
"Il Glam e l'Hair Meta, non sono propriamente dei generi musicali appartenenti al panorama rock. Sono delle categorie estetiche che hanno caratterizzato un certo linguaggio  innovativo e un nuovo modo di porsi verso i giovani fruitori di musica indipendente, trasformando la melodia da forma d'arte a merce, lanciando mode e tendenze che crearono un autentico sisma anche socio-politico.
Superata l'impasse estetica dei  bravi ragazzi di Liverpool, la voglia di trasgredire era assai forte, quindi basta capelli curati e giacche del collage, la cosmesi diviene la carta da visita della nuova ondata musicale, il glitter sul volto e i lustrini sugli abiti, erano la giusta metafora dell'ambiguità di fondo che cominciava ad emanare il rock inglese e a seguito quello americano, forme musicali giunte ad una fase di stallo, ma subito pronte a reinventarsi, attraverso un sincretismo musicale e  figurativo.
In Inghilterra, scaturigine di tutto questo fu il fantomatico personaggio di Marc Bolan con i suoi T. Rex, autentico precursore di quasi tutta l'estetica glam a venire(Alice Cooper compreso), mentre negli Stati Uniti, quasi in contemporanea esce l'album 'Velvet Underground and Nico', prodotto da Andy Warhol nel 1967, che lanciò Lou Reed come frontman a  metà strada fra il punk, l'acid rock e il travestitismo da Cafè Chantan.
A seguire Iggy Pop, detto l'iguana di Detroit e il Duca Bianco David Bowie, stigmatizzano definitivamente il genere che poi degenererà verso parametri sempre più commerciali con l'Hair  Metal americano degli anni ottanta, fenomeno patinato solo in parte, in quanto fu utile come sfiatatoio di ribellione contro la dura politica reganiana".


 







Pubblicato il: 16/04/2012

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