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Santa Pasqua 2012. Messaggio augurale dell'Arcivescovo Giovanni Marra, ai fedeli della Diocesi di Orvieto-Todi

"Il mio augurio è che ciascuno di noi abbia il coraggio di andare a vedere quella tomba vuota, e cercare, nell'incontro con Gesù, la forza di aprire il cuore alla speranza"

foto di copertina

Trasmettiamo di seguito il Messaggio augurale per la Santa Pasqua 2012  inviato dall'Arcivescovo Giovanni Marra, Amministratore Apostolico, ai fedeli della Diocesi di Orvieto-Todi.

Carissimi fratelli e sorelle,

la Pasqua è annuncio di Resurrezione, di vittoria della vita sulla morte: il Cristo che muore crocifisso, risorge ed è il Signore della vita. Accogliere, vivere questo annuncio della fede rende capaci di cambiare concretamente la nostra storia, dall'interno, trasformando la fatica e la sofferenza in gioia, il dolore in speranza.

La Pasqua ci annuncia che Cristo ha vinto il male e la morte: «Morte e vita si sono sfidate a duello. Il Signore della vita era morto; ora vivo trionfa». E' stata sconfitta la morte; ha vinto la vita. E' questo il gioioso messaggio della festa di Pasqua. E' questo il grande annuncio degli apostoli e dei primi cristiani: «Gesù il Crocifisso e risorto». E' questa la dichiarazione di Pietro, riportata più volte dal libro degli Atti degli Apostoli. Egli afferma che «i giudei hanno ucciso Gesù appendendolo a una croce. Ma Dio lo ha risuscitato il terzo giorno. Lo attestiamo noi che abbiamo mangiato e bevuto con lui dopo la risurrezione» (Atti 10, 37-43). E noi, grazie al Battesimo, all'Eucaristia e gli altri sacramenti, siamo diventati partecipi della vita del Signore Risorto e portiamo dentro di noi i germi dell'eternità. Grazie alla risurrezione di Cristo la nostra vita e già "vita eterna". Dal momento che Cristo è Risorto, la nostra vita non e più in balìa di un destino cieco, ma è nelle mani di Dio Padre, che ci ama ed ha mostrato il suo amore per noi nel Figlio morto e risorto: «Dio ha tanto amato il mondo da dare il suo Figlio unigenito, perchè chiunque crede in lui non muoia, ma abbia la vita eterna» (Gv3,16).

E Dio conduce la storia verso il meglio, verso il suo compimento, non verso il peggio. Dal momento che Cristo è risorto, la vita e la morte, la sofferenza e la tribolazione, la malattia e le catastrofi non sono l'ultima parola della storia, ma sono lo scoglio oltre il quale c'e un compimento trascendente per le persone e per il mondo. Dal momento che Cristo è risorto, nessuno dei nostri onesti impegni è destinato al fallimento; essi hanno un senso anche quando avessero il sapore amaro della sconfitta; il bene che compiamo è come un seme gettato nel "campo" del mondo: prima o poi porterà frutto. Dal momento che Cristo ha vinto la morte, la pace è possibile, la diversità può diventare ricchezza, il dolore può diventare salvifico.

Il mio augurio è che ciascuno di noi abbia il coraggio di andare a vedere quella tomba vuota, e cercare, nell'incontro con Gesù, la forza di aprire il cuore alla speranza.

Buona Pasqua.

                                                                       + Giovanni Marra, Arcivescovo

 Amministratore Apostolico

                                                                              Diocesi di Orvieto - Todi

Orvieto,  31 marzo 2012

Pubblicato il: 01/04/2012

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