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Angosciante attesa per il tessile orvietano

Uno spiraglio in fondo al tunnel sembra intravedersi soprattutto per le operaie di Mmanifatture, che da tredici giorni presidiano la fabbrica di Bardano

ORVIETO - Sono ore di angosciante attesa per il tessile orvietano. Da un lato, le sessanta operaie ex Grinta, allo scadere della cassa integrazione, sono sospese tra l'ennesima richiesta di proroga (tre mesi) e l'attivazione della mobilità, dall'altro le trenta lavoratrici Mmanifatture attendono a ore il responso sul pagamento dei due salari arretrati e soprattutto sul possibile ingresso di un nuovo socio che consenta il rilancio dello stabilimento. Uno spiraglio in fondo al tunnel sembra intravedersi soprattutto per queste ultime che da tredici giorni, con la fiducia che a tratti lascia spazio allo sconforto, presidiano la fabbrica di Bardano.

Entro la settimana la vertenza dovrebbe prendere una piega più precisa sia in merito al pagamento degli stipendi sia a proposito del rinnovo della compagine societaria. L'ingresso di un nuovo imprenditore umbro dovrebbe mettere l'azienda nelle condizioni di acquisire i macchinari che la curatela fallimentare reclama. In pratica si tratterebbe di formalizzare quella newco sulla base della quale la proprietà aveva partecipato al primo bando di alienazione delle macchine. Macchine che poi non era stato in grado di pagare proprio per la sfumata "fusione". Ci sarebbero in questo senso segnali incoraggianti che fanno trapelare un timido ottimismo tra le lavoratrici ma ancora nulla di ufficiale e di concreto.

L'incertezza è ancor più grave poi per le sessanta operaie del fallimento Grinta. Il 31 marzo per loro scade la cassa integrazione e lo spettro della mobilità comincia a farsi sempre più concreto. A salvare le operaie dalla mobilità che renderebbe certamente meno attrattivo qualsiasi investimento futuro che le vedesse in qualche modo coinvolte potrebbe essere solo uno scatto in avanti del progetto di rilancio già vagliato ad ottobre dalla Regione e dunque una ennesima richiesta di proroga della cassa.

E' quello che si vorrebbe fare, ma i presupposti sembrano deboli, almeno allo stato attuale. Di entrambe le vertenze si è parlato anche lunedì sera in una riunione della prima commissione consiliare - conferenza dei capigruppo, allargata al sindaco Toni Concina alla giunta comunale, ai rappresentanti dei sindacati confederali e delle lavoratrici dell'azienda tessile ex Grinta. E a breve verrà convocato anche un consiglio comunale aperto a cui sarà invitato anche l'assessore regionale allo Sviluppo Economico Vincenzo Riommi.

 "E' emersa l'urgenza di compiere atti istituzionali tesi a scongiurare anche la cessazione dell'istituto della cassa integrazione - riferisce il Comune di Orvieto in una nota al termine dell'incontro - In questo senso, il sindaco effettuerà in tempi rapidi tutti i tentativi e le verifiche del caso per far sì che la cassa integrazione venga prorogata di altri tre mesi, tutelando la posizione delle lavoratrici della ex Grinta. Tra i temi affrontati, il vicesindaco Tardani ha poi riferito circa gli esiti dei contatti con i referenti della formazione professionale della Regione e della Provincia relativamente alla questione che riguarda la sospensione dei corsi di riqualificazione professionale frequentati dalle lavoratrici cassintegrate. Tardani ha riferito che, a seguito di verifiche con la direzione della formazione professionale della Provincia di Terni, si è appreso che la Regione Umbria si è impegnata a trovare la soluzione per concludere i corsi già iniziati.

Pubblicato il: 28/03/2012

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