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Orvieto: I giovani, il lavoro, le banche e il Comune

di Massimo Gnagnarini  "I giovani orvietani, quelli che vogliono darsi da fare, provino a metter giù qualche idea anche copiata da altre esperienze in altre città o all'estero. Si presentino in banca con un progetto corredato di business plan e chiedano di esser finanziati"

 

foto di copertina

C'è bisogno prima di tutto di avere le idee chiare:

C'è bisogno di ripulire le menti dalle false illusioni che la politica a livello locale ha sempre alimentato per autoreferenziarsi e apparire più importante e decisiva di quanto in realtà possa mai essere e poi c'è bisogno di sfatare il falso convincimento che le banche non diano credito a chi vuole rischiare mentre è vero che pochissimi o nessuno vuol più rischiare.

Quello che vale, invece,  è avere delle buone idee da mettere in campo il che non significa che tutti devono diventare imprenditori di se stessi , significa solo che si deve poter creare un clima e un ambito economico cittadino dove le idee e i curriculum circolino e verso le quali istituzioni , banche e privati investitori interagiscano.

Insomma, quel tessuto imprenditoriale che non c'è e che, sembra, sia destinato a non poter mai attecchire a Orvieto dove, ancora, discettiamo della destra e della sinistra del ruolo del  Sindaco e di quello dei Comitati di zona e altre secondarietà del genere.

Dopo aver scoperto l'acqua calda provo a elencare una sorta di vademecum di come la vedo io:

a)       i giovani orvietani, quelli che vogliono darsi da fare, provino a metter giù qualche idea anche copiata da altre esperienze in altre città o all'estero. Si presentino in banca con un progetto corredato di business plan e chiedano di esser finanziati. Naturalmente non un'idea qualunque , solo quella per la quale hanno già trascorso molti  mesi per metterla a punto studiandone ogni dettaglio e dopo aver speso per essa  già un po' dei  propri risparmi. Se qualcuno desidera una consulenza di come si fa e non trovasse in città nessun ufficio, patronato o professionista disposto ad ascoltarlo mi contatti pure.

b)       Il Comune dica come sarà Orvieto fra tre o dieci anni, quali e quanti saranno i flussi turistici, cosa ci sarà di nuovo nel centro storico al posto delle aree dismesse e se prevarrà il modello europeo delle cittadine pedonalizzate oppure quello dei quartieri spagnoli. Se nessuno degli attuali amministratori sa di cosa sto parlando prendano carta e penna e diano immediatamente le dimissioni.

Pubblicato il: 26/03/2012

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