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La cartolarizzazione interpretata dalla Corte dei Conti

di Guido Turreni La questione delle cartolarizzazioni rimane però - a mio modesto parere - molto più complicata di quanto si voglia far credere da parte di alcuni, che troppo superficialmente pensano che i debiti si possono far sparire con una semplice operazione finanziaria
Gnagnarini risponde: do atto a Turreni di aver studiato. Bene 

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Vedo che da giorni circolano sui media locali soluzioni avveniristiche proposte da vecchi politici orvietani per far sparire d'incanto il debito della città, sia quello strutturato, sia quello relativo allo sbilancio accumulato dalle precedenti amministrazioni sulla parte corrente.

Mi sono incuriosito ed ho già da tempo cominciato ad approfondire la materia della cartolarizzazione, proprio per verificare, con la massima umiltà e la massima apertura mentale, se tali proposte o pseudo tali fossero veramente fattibili e percorribili.

Per il momento, e pur essendo lo studio ancora sulle linee generali, devo dire che sono saltate fuori cose piuttosto interessanti, soprattutto dalla giurisprudenza della Corte dei Conti, di cui ho cominciato ad esaminare le sentenze perchè questo organo sia consultivo che giurisdizionale, è un po' il bau-bau dei politici che amministrano gli enti, in quanto spesso e volentieri le procure della Corte dei Conti rovinano - è il caso di dirlo - i patrimoni di questi politici-amministratori e comunque, anche in caso di assoluzione, tolgono per diverso tempo la serenità alle persone coinvolte.

Allo stato sono tre le sentenze che ho selezionato, e che consegno in allegato a tutti, per chi volesse andare ad approfondire, per chi volesse farne tesoro, soprattutto per accettare che il discorso sulle cartolarizzazioni non è né semplice né scontato, ma anzi, è alquanto problematico.

In breve: intanto le cartolarizzazioni vanno iscritte in bilancio a debito, soprattutto se vanno a coprire la parte corrente, come nel nostro caso, e credo sia noto a tutti che non dobbiamo indebitare ancora il Comune, perchè non ce lo possaimo proprio più permettere (vedasi Corte Conti Piemonte parere n.12/2008 del 6-7/5/2008, cartolarizzazione beni immobili del Comune di Alessandria).

In secondo luogo trattasi di operazione rischiosa perché nel caso in cui i beni cartolarizzati rimangano invenduti potrebbe insorgere responsabilità contabile specialmente nella situazione in cui la società cessionaria venda ad un prezzo arbitrario ad acquirente altrettanto arbitrario o non riesca a collocare tutti i titoli (per l'assoluzione seppure sotto l'aspetto soggettivo, e quindi con danno erariale sussistente, si veda Corte Conti Sez. Giurisdizionale, Friuli, del 21/10/2010, Illy ed altri, mentre per la condanna si veda Corte Conti Sez. Giurisdizionale Lazio n.2496/2010 del 28/12/2010).

Non credo che ci sia l'intenzione di correre questi rischi, specialmente da parte degli organi tecnici del Comune, ed a maggior ragione in una congiuntura economica di crisi bancaria in cui non si vendono nemmeno immobili di pregio, figurarsi i residui dei ben 11 milioni di euro di beni immobili già venduti dall'ex Sindaco Mocio, si badi bene, senza ridurre di un euro lo sbilancio sulla spesa corrente, sbilancio peraltro causato dal suo predecessore che oggi ci delizia ex professo anche della soluzione.

E non dico questo per sfuggire alle responsabilità che incombono sul mio onere-onore di consigliere comunale mettendo la manina dove sia opportuno metterla, con il dovuto coraggio che deve avere chi si candida ad amministrare.

La questione delle cartolarizzazioni rimane però - a mio modesto parere - molto più complicata di quanto si voglia far credere da parte di alcuni, che troppo superficialmente pensano che i debiti si possono far sparire con una semplice operazione finanziaria, che poi è esattamente lo stesso principio che ha innescato la crisi mondiale che oggi stiamo vivendo.

Il sospetto e la circospezione nei confronti di costoro è dunque d'obbligo, specialmente dopo questi primi riscontri.

Sospetto e circospezione che tuttavia sono sempre disposto a rivedere, dietro puntuali chiarimenti da parte dei detentori della verità rivelata a cui faccio fatica a credere, e che parlano di cose fatte con i piedi, ma che non mi pare si fossero minimamente posti il problema in questi termini.

Sentenza 1

Sentenza 2

Sentenza 3

Pubblicato il: 13/03/2012

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