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NOTIZIE CORSIVI

Approvata riforma endoregionale

 "Con lo scioglimento delle Comunità montane, la soppressione degli Ambiti territoriali integrati e la semplificazione delle funzioni dei Consorzi di bonifica - ha detto Rossi, evidenziando alcune delle misure contenute nella legge - si apre per l'Umbria una nuova fase di regionalismo"

"L'approvazione in Consiglio regionale della 'Riforma del sistema amministrativo regionale e delle autonomie locali e istituzione dell'Agenzia forestale regionale' segna un primo, importante passo del processo riformatore, atteso dai cittadini e dalle imprese, che questa Giunta regionale si è impegnata a fare e che intende accelerare per favorire la razionalizzazione e la semplificazione della pubblica amministrativa e il contenimento della spesa pubblica, come ci è richiesto da questa particolare situazione che sta attraversando il nostro Paese". È quanto sottolinea l'assessore regionale alle Riforme, Gianluca Rossi, esprimendo "soddisfazione", a nome suo e dell'intera Giunta regionale, per l'approvazione da parte dell'assemblea di Palazzo Cesaroni della proposta di legge predisposta dalla Giunta regionale.

   "Con lo scioglimento delle Comunità montane, la soppressione degli Ambiti territoriali integrati e la semplificazione delle funzioni dei Consorzi di bonifica - ha detto Rossi, evidenziando alcune delle misure contenute nella legge - si apre per l'Umbria una nuova fase di regionalismo. L'approvazione in un'unica seduta, rispetto alle tre giornate programmate - ha concluso - rappresenta una conferma dell'importanza strategica di questa riforma".   

L'Aula di Palazzo Cesaroni ha approvato con 20 voti favorevoli e 10 contrari (Pdl, Lega nord e Udc) la proposta di legge sulla Riforma del sistema amministrativo regionale. Prima del voto sull'intero provvedimento sono stati approvati alcuni emendamenti proposti dalla Giunta regionale (tra cui quello che prevede il trasferimento all'Agenzia forestale regionale del personale operaio alle dipendenze delle Comunità montane, anche in assenza di contratto a tempo indeterminato). Il Consiglio ha poi messo ai voti due ordini del giorno: quello sottoscritto da tutti i capigruppo di maggioranza, primo firmatario Oliviero Dottorini (Idv), è stato approvato con 20 voti favorevoli, compresa la Lega nord e 8 contrari del Pdl ed impegna la Giunta ad attivarsi nei confronti delle autorità dello Stato affinché vengano soppressi i consorzi di bonifica "consentendo una diversa allocazione dell'esercizio delle funzioni pubbliche". Respinto invece con 23 voti (5 a favore espressi dai consiglieri di Prc-Fds, Idv e Lega Nord) il secondo ordine del giorno, presentato dai due capigruppo Stufara (Prc-fds) e Brutti (Idv) per chiedere in aggiunta al precedente anche l'impegno della Giunta ad attivarsi per "impedire l'emissione dei ruoli dei consorzi nelle fasi transitorie, e valutare la possibilità di ridurne il numero dai tre attuali ad un unico ente di bonifica".
LE DICHIARAZIONI DI VOTO
OLIVIERO DOTTORINI (IDV): "E' una riforma transitoria perché dovremo rimettere mano ad un assetto incompleto e precario, anche se lo stralcio delle questioni riguardanti le province rappresenta una presa d'atto della Giunta e la prova della giustezza di quanto abbiamo sempre affermato. Era improponibile attribuire nuovi incarichi alle province. Adesso tutto è tornato nella ragionevolezza. La riforma ci piace più per quello che toglie che per quello che applica. L'architettura del sistema amministrativo è debole nell'Unione dei comuni, che ci sembra una stratificazione di enti caotica, mentre i consorzi di bonifica devono essere superati al più presto. Riteniamo che la riduzione da 3 a 1 debba essere mantenuta. In un contesto di tagli e sacrifici ci sono strutture di cui si può fare a meno. E' un provvedimento con luci e ombre. Noi lavoriamo per riforme concrete e non per opere di 'maquillage'".
RAFFAELE NEVI (PDL): "Voteremo contro la riforma. Vedo che nelle valutazioni siamo in buona compagnia, anche se non si ravvisa al momento del voto. La nostra paura è che ci siano incrementi di spesa pubblica. Continuano ad apparire ordini del giorno ma non c'è serietà: sui consorzi di bonifica è stata presa in giro la comunità regionale, dov'è l'equità fiscale? Dovendo restare seri, non voteremo i 2 ordini del giorno".
RENATO LOCCHI (PD): "Voteremo convintamente a favore della riforma. Non è una legge provvisoria, siamo in presenza di un riordino che procede di passo in passo. Entro il 2012 dovremo rivedere la legge se va avanti l'ipotesi del governo Monti, per cui siamo in linea con ciò di cui si sta parlando adesso, non c'è niente di aleatorio. Per quanto riguarda i due ordini del giorno presentati noi voteremo il primo perché tiene conto di questioni vere e dice cose impegnative che la Giunta dovrà fare, Il secondo, non lo voteremo perché intendiamo produrre decisioni laddove hanno possibilità di essere realmente applicate".
SANDRA MONACELLI (Udc) "e' una riforma che sa tanto di sceneggiata. Lo dimostrano i due ordini del giorno messi ai voti per ribadire o stigmatizzare le cose non sufficientemente dette nella riforma. Mi sembra tanto che ignorando la gravità della situazione si cerca di ingannare i tempi d'attesa".
IL DIBATTITO
GIANFRANCO CHIACCHIERONI (Pd) "LA RIFORMA PREFIGURA LA NUOVA GESTIONE DELLE FUNZIONI A CARICO DEI COMUNI E IL SUPERAMENTO DELLE PROVINCE" - Con il nuovo assetto federale dello Stato non si possono più tenere in piedi prefetture e province nate con lo Stato centralista. Questo cambiamento pone tre questioni: le Province che verranno superate; i piccoli comuni che già ora non riescono più a seguire i problemi e che verranno ulteriormente sovraccaricati; il destino delle stesse comunità montane. Individuare un diverso assetto istituzionale con 12 unioni dei comuni può sembrare una roba vecchia che richiama i comprensori e le aziende sanitarie degli anni '80; ma non è così. Oggi si rende necessario un nuovo assetto per la gestione in unione fra più enti locali delle nuove funzioni a carico dei piccoli comuni e quelle attuali delle Province. Su questo si basa la legge messa in piedi dalla Giunta. Sul nuovo assetto, tutti noi anche le minoranze, devono avere un atteggiamento responsabile: del resto con il governo Monti tante cose sono cambiate. La necessità di garantire strumenti operativi sul territorio fin qui svolti egregiamente dalle Comunità montane, lo dimostrano le emergenze ambientali esplose negli ultimi tempi. Il problema è far nascere aziende competitive, dinamiche. L'agricoltura, oggi in mano ai terzisti che si curano più dei profitti che degli assetti idrogeologici dei terreni coltivati, rischierebbe di vedere aggravati i problemi ambientali. Su questo aspetto sarebbe ingeneroso non riconoscere il merito dei compiti fin qui svolti dalle Comunità montane, proprio nella manutenzione del territorio umbro. La legge è dunque necessaria e si pone come una sfida sulla competitività e l'efficienza che dobbiamo vincere con la nuova Agenzia forestale regionale. Anche l'unione dei comuni è una realtà tutta da costruire nella consapevolezza che con il riassetto e il superamento delle province, ai comuni, grandi e piccoli verranno trasferite nuove competenze. Nell'insieme si tratta di organizzare il complesso della gestione del territorio e dei relativi servizi.
RAFFAELE NEVI (capogruppo Pdl) "AVVERSIONE NETTISSIMA AD UNA RIFORMA PASTICCIATA E POCO CHIARA, SIA NEGLI ASSETTI CHE NEI COSTI" - Una riforma di questa portata deve necessariamente produrre efficienza e diminuzione dei costi per correggere quell'appesantimento della macchina amministrativa umbra che da anni denunciamo e che di recente ha evidenziato un autorevole studio della Banca d'Italia. Convinti della importanza della riforma abbiamo fatto nostre proposte; ma la legge partorita dalla maggioranza non è per nulla chiara. Non si sa bene cosa produrrà in termini di costi del personale e molti sindaci si dicono preoccupati. Sul problema del personale il documento della Giunta è incomprensibile: ci sono stabilizzazioni di precari, ma non sono certe. Sui precari poi si rischia di creare quelli di serie A che saranno tutelati e quelli di serie B senza alcuna garanzia. Noi non chiediamo di licenziare, ma di arrivare ad una soluzione sostenibile per evitare di compromettere il futuro. La soluzione proposta per il personale non è chiara nemmeno nelle file della maggioranza. Ad esempio Il collega Bottini ha definito l'Agenzia forestale un ente a termine, ma su questo è stato subito smentito dalla Cgil. Dubbi su questa riforma emergono chiarissimi dalle associazioni di categoria; dalle file della maggioranza, con gli interventi di Brutti, del presidente del Consiglio nella intervista rilasciata ieri. La nostra è dunque una posizione responsabile caratterizzata da una netta, nettissima avversione ad una riforma pasticciata e poco chiara.
DAMIANO STUFARA (capogruppo Prc-Fds): "QUESTA LEGISLATURA CARATTERIZZATA, COME DA PROGRAMMA, DA INTENSE ED INCISIVE RIFORME. UNA LEGGE NAZIONALE DI INIZIATIVA REGIONALE PER LA SOPPRESSIONE DEI CONSORZI DI BONIFICA Si. tratta di una sfida alla classe dirigente in un contesto complesso e difficile soprattutto a causa della grave crisi economica in atto, dove gli ultimi due governi stanno soverchiando gli assetti istituzionali del paese, ad iniziare dalle Province. È fuori discussione che, con la loro cancellazione, le funzioni esercitate fino ad oggi dalle Comunità montane vengano meno. Come pure c'è il rischio reale che centinaia di lavoratori si possano trovare senza tutela. Il nostro impegno è proprio quello di garantire la loro tutela attraverso l'Agenzia forestale regionale. Il tutto va però affrontato in un'ottica di equità. È importante affrontare la programmazione la gestione del servizio idrico e la gestione dei rifiuti in modo omogeneo per tutto il territorio regionale. È fondamentale andare oltre la frammentazione gestionale dando vita a forme associate. Auspichiamo, tuttavia, che eventuali e positive modifiche al testo possano avvenire in Aula. Noi pensiamo che, pur in un contesto di Unioni dei Comuni, vada valorizzato il ruolo del singolo Comune e dei propri organi, in capo all'Unione. I Consigli comunali non devono essere spogliati dalle loro funzioni, anzi gli va dato ancor più peso. Dobbiamo assicurare il nostro impegno per la tutela del lavoro senza lasciare nessuno per strada, senza creare altro precariato, e pronti a dare risposte efficaci ai precari attuali. È di grande importanza che l'Agenzia possa concorrere con il privato, ma allo stesso tempo può essere lo stesso privato a potersi rivolgere ad essa. Bene la previsione di un amministratore unico per l'Agenzia, prevedendo però un confronto attento e costante anche con il Consiglio regionale. Sui Consorzi di bonifica, l'Aula già nel recente passato ha sancito una forma di iniquità tra i cittadini umbri. Sui Consorzi avanzeremo un ordine del giorno al fine di impedire che essi, nelle more dell'attuazione della riforma endoregionale, possano imporre ruoli alla cittadinanza regionale nell'arco dei sessanta giorni necessari per l'entrata in vigore della riforma. È auspicabile anche predisporre una proposta di legge nazionale di iniziativa regionale che disponga il definitivo trasferimento alle Regioni delle competenze in materia di consorzi".
PAOLO BRUTTI (Idv): "REALIZZATI ELEMENTI POSITIVI, MA SULLA RIDUZIONE DEL COSTO DELLA MACCHINA PUBBLICA E DELLE RISORSE PER LO SVILUPPO SIAMO AL DI SOTTO DELL'OBIETTIVO PREFISSATO. Già in estate, mentre crescevano le preoccupazioni per i conti dello Stato, la presidente Catiuscia Marini espresse la volontà di accelerare i tempi relativi al compimento della riforma istituzionale della Regione con l'obiettivo di semplificare la struttura, diminuirne il peso per costi e procedure, al fine di ricavarne risorse per ridurre i sacrifici imposti dal Governo ai cittadini e altre necessarie ed utili per lo sviluppo. Noi concordammo pienamente su questa impostazione politico-programmatica. Come pure pensavamo che sarebbe stato utile ricercare un'intesa con l'opposizione. Convinto che ormai tutti dobbiamo abituarci a superare il tempo dell'uso della struttura dello Stato, della Regione e della funzione pubblica in genere per acquisire vantaggi politici. Oggi, dobbiamo considerare chiusa questa fase. Il coinvolgimento dell'opposizione non si è verificato, sicuramente per colpa di tutti, opposizione compresa. Oggi possiamo comunque dire che siamo di fronte ad elementi positivi realizzati, ma sulla riduzione del costo della macchina pubblica e del mettere a disposizione risorse per lo sviluppo siamo posizionati ben al di sotto dell'obiettivo prefissato. È oggettiva la difficoltà di riformare la Pubblica amministrazione. La spesa più grande per il suo funzionamento ruota intorno al personale e quindi sul costo complessivo del lavoro per unità di prodotto. Risultati importanti si potranno vedere nel lungo periodo, grazie al blocco delle assunzioni. In Umbria si potrebbe sperimentare una struttura amministrativa basata su due livelli: regionale e comunale. Per le Province, che possono essere cancellate soltanto con legge costituzionale, andrebbe previsto un ruolo minore rispetto all'attuale. Non potendo tagliare le competenze statali, si sarebbe dovuto intervenire su quelle delegate dalla Regione, trasferendole direttamente ai Comuni. Registriamo, positivamente, che almeno la Regione non ha previsto nuove deleghe per le Province. Le nostre perplessità riguardano anche le riforme che riguardano i Consorzi di bonifica e l'Unione dei Comuni. Bisogna fare assolutamente di più per la riduzione dei Consorzi, scegliendo magari la strada della delega, per loro competenze, alla stessa Agenzia forestale regionale.
ALFREDO DE SIO (Pdl): LA MAGGIORANZA HA ANNUNCIATO NEGLI ANNI VARIE RIFORME MAI ATTUATE. ORA CI TROVIAMO A SUBIRE PROCESSI DI RIFORMA CHE NON ABBIAMO AVUTO IL CORAGGIO DI AFFRONTARE PER TEMPO. I troppi se e i troppi ma che abbiamo ascoltato dalle fila della maggioranza rischiano di rendere nulla una manovra già poco soddisfacente sulla quale Paolo Brutti ha già annunciato di voler rimettere le mani. Approvando una riforma non piena e non completa rischiamo di aggiungere altri ritardi ai decenni passati inutilmente, con relativo dispendio di fondi regionali che sono stati sottratti ad altri importanti settori. Il precariato di oggi è il frutto di scelte sbagliate ma recenti, che noi abbiamo contrastato. La riforma delle Comunità montane è stata contestata dalla minoranza ed oggi vediamo che infatti non ha funzionato, bloccandone il funzionamento. Il dibattito di oggi è dunque per certi aspetti surreale dato che non tiene conto dei fallimenti precedenti. Siamo di fronte ad un percorso tardivo e privo di coraggio, che non fa ricorso ai principi di sussidiarietà che dovrebbero lasciare spazio al privato. È necessario liberare risorse a favore della crescita economica della regione, per avere una macchina regionale meno invasiva".
LUCA BARBERINI (PD): "NESSUNA CONFUSIONE NELLA MAGGIORANZA, MA CONSAPEVOLEZZA DELLA NECESSITÀ DI RIFORME INCISIVE. TUTELARE EFFICACEMENTE LA MONTANITÀ. Nessuna confusione nella maggioranza, ma la salda convinzione della necessità di operare riforme incisive che nasce dalla consapevolezza della drammaticità della crisi e dal fatto che le risorse dell'Umbria, piccola regione, sono per 2/3 di natura pubblica. Alla luce di ciò occorre razionalizzare, semplificare, rendere più efficiente il sistema e agire poi sui fattori di sviluppo. Le riforme sono 'necessarie' non perché richieste dall'Europa, ma per accrescere la credibilità del Paese; sono inoltre auspicate dalla Comunità regionale che chiede meno oneri, celerità nelle decisioni, efficienza e semplificazione amministrativa. Dobbiamo andare avanti con coraggio e coerenza: le riforme che oggi discutiamo non sono esaustive, ma un primo passo in avanti; altri se ne dovranno fare per attuarla: Ati e Consorzi bonifica. Altre ancora ci attendono. Lo scioglimento delle Comunità montane, atto necessario che non ci deve far perdere di vista l'obiettivo strategico della tutela della montanità che va perseguita sia per garantire un sostegno ai territori montani, oggettivamente svantaggiati dal punto di vista economico, sociale e culturale, soprattutto quelli della fascia appenninica, sia perché essi stessi potenziali fattore di sviluppo regionale. Bene la centralità assegnata al ruolo dei Comuni che la eserciteranno attraverso le Unioni speciali, andare avanti su questa strada, con l'attenzione costante a non realizzare una Regione 'Moloch' che fa tutto, con il rischio di assorbire risorse per mantenere se stessa. L'obiettivo è sempre più quello di assegnare i poteri di gestione ai Comuni e agli enti di secondo livello. Per ciò che riguarda l'Agenzia regionale per la forestazione occorre perseguire l'assoluta qualità e competenza nell'indicazione dei criteri per la scelta dell'Amministratore unico".
SANDRA MONACELLI (UDC): "RIFORMA DI FACCIATA, ALLA FINE TUTTO RESTA COME ERA - Si tratta di una riforma del tipo 'aspetto la prossima', visto che saranno da rivedere ancora le deleghe alle Province mentre le Comunità montane sono state convertite in 12 Unioni dei Comuni. La crisi obbliga a smantellare e qui, invece, cambiamo nome alle Comunità montane. La classe dirigente di questa Regione difende il proprio fortino ma non c'è più spazio per la difesa dei propri feudi. Ci vuole più coraggio, il coraggio di realizzare le riforme, non di fare ulteriori rimandi. Siamo invece all'apparente soppressione di enti, sostituiti con altre strutture. Non c'è voce alla misura 'risparmi concreti' anzi, in Provincia sono aumentate le assunzioni, a dispetto di quanto già annunciato dal governo Monti. Ma questa è un'occasione unica di rinnovamento, la maggioranza non può bloccare il processo di riforma a causa di divisioni interne. Non è credibile una riforma che scioglie delle sigle e ne inventa di nuove. Sono riforme di facciata, per dare la sensazione che si mette mano a qualcosa ma, alla fine, tutto resta come era".
MASSIMO BUCONI (PSI): "RIFORMA CHE CONTRASTA LA DISGREGAZIONE DELLA COESIONE SOCIALE - Non so se questa riforma possa definirsi esaustiva, ma sicuramente concorre a contrastare la disgregazione della coesione sociale, a razionalizzare, a rilanciare tutelando i servizi offerti al cittadino e i posti di lavoro, a rendere più difficile che possano crearsi sacche d'inefficienza. Non è solo la trasformazione di 5 comunità montane i 12 unioni dei comuni, è l'avvio di una discussione su come far reggere in futuro, nei nuovi scenari che si prefigureranno, il sistema-Umbria. E sarà opportuno che la Giunta, con atto successivo, intervenga per definire nei dettagli la varie sistemazioni territoriali. Sui consorzi di bonifica vorrei ricordare che il problema c'è laddove non funzionano, dove funzionano non si è aperta nessuna discussione. E vorrei sottolineare che il gestore unico per acqua e rifiuti è un aspetto primario e di grande portata per questa riforma".
MASSIMO MANTOVANI (Pdl) "FINCHÉ A GUIDARE LA REGIONE CI SARÀ LA SINISTRA LE RIFORME VERE NON SI FARANNO" - Si tratta certamente di una riforma transitoria sulla quale si dovranno rimettere le mani. Sono infatti convinto che finché a guidare la Regione ci sarà la sinistra e i partiti del vecchio Ulivo le riforme vere non si faranno. Del resto ha chiesto più coraggio lo stesso Brutti che appartiene alla maggioranza. Ricordo che anche la riforma delle comunità montane di 15 annui fa non fu impostata sulle esigenze dibattute relative alla nostra regione: ci buttammo sulle Comunità montane per obbedienza ad una normativa nazionale, senza tenere conto un principio di fondo il pubblico non deve mettersi in competizione con i privati e così è stato con le Comunità montane. Oggi l'incalzare del debito pubblico non consente più di fare questo tipo di scelte, anche perché non è chiaro cosa sta maturando a livello nazionale. Mi meraviglio che nessuno nella maggioranza abbia pensato che sarebbe più prudente fermarsi ed aspettare tempi migliori, almeno più chiari. Quindi siamo di fronte ad una occasione persa e questo è particolarmente grave perché l'Umbria per effetto di scelte sbagliate, di riforme non fatte potrebbe non esserci più, di essere commissariata così come è avvenuto a livello nazionale.
ROCCO VALENTINO (Pdl) "LA MAGGIORANZA NON SI È VOLUTA ASSUMERE LE SUE RESPONSABILITÀ" - Non si possono fare riforme improvvisate e senza un dibattito vero: avete perso l'autobus. Il fatto è che non vi volete assumere la responsabilità politica. Nella proposta in esame manca ogni tentativo di ridurre il peso dell'apparato pubblico e nemmeno il numero degli enti. Le unioni fra i comuni che lo Stato propone per la gestione del sociale si possono fare con un semplice accordo fra i comuni coinvolti. La riforma presenta lacune evidenti e verrà sicuramente rimessa in discussione perché non è chiara sulle competenze. Su questo abbiamo è assistito ad un balletto nell'ambito della maggioranza. Più nel concreto, per la Agenzia non è stata prevista alcuna separazione fra potere politico e potere amministrativo. Troppo e quasi assoluto il potere attributo all'amministratore unico. In altre parole è una riforma che di fatto appesantisce il settore pubblico in Umbria ed ha origine da scelte non ponderate. Invito a riflettere sul fatto che l'Emilia Romagna ha soppresso l'Agenzia della forestazione.
Prima del voto finale l'assessore GIANLUCA ROSSI ha osservato che "ogni volta che in Italia e in Umbria si affronta il tema delle riforme si sentono ripetere le stesse cose sul coraggio mancato e sulle occasioni perse. Una discussione seria sulla materia deve però tener conto che l'Umbria non avvia un processo riformatore a causa di una emergenza finanziaria e non attraversa una fase di crisi politica. Il vero problema è che l'Italia sconta la mancanza di un luogo di confronto tra Governo nazionale e autonomie locali, una carenza che negli ultimi 20 anni ha portato spesso ad inserire impropriamente proposte di riforma istituzionale nei decreti economici. Il sistema pubblico soffre effettivamente di ipertrofia, anche a livello regionale, ma le riforme avviate negli anni passati ci permettono di affrontare questo momento senza trovarci in una condizione di crisi. Con questa legge riportiamo negli enti elettivi il maggior numero possibile di funzioni amministrative. Per questo avevamo previsto di conferire funzioni alle Province: credo che la strada del decreto e della legge di revisione dei conti pubblici non sia la strada adatta ad avviare una riforma istituzionale. Si corre il rischio che vicino alla legge statale ce ne saranno 20 regionali, tutte diverse, a disciplinare in modo difforme su tutto il territorio nazionale la questione dell'allocazione delle funzioni provinciali. Con la previsione delle Unioni speciali la Giunta regionale ha scelto di offrire all'Umbria l'opportunità di trovare una risposta al venir meno dell'architettura che abbiamo conosciuto nei decenni passati. Dal 2012 82 comuni umbri su 92 dovranno rispettare il patto di stabilità, e questo creerà seri problemi alle amministrazioni locali. Nel dispositivo di legge ci sono le condizioni per creare 12 Unioni speciali dei Comuni, che potranno vedere insieme Comuni grandi e piccoli. Un processo di semplificazione a cui la Regione saprà contribuire. Se si avrà il coraggio di riformare l'architettura costituzionale dello Stato sarà necessario avere strutture di area sovracomunale per l'esercizio di alcune funzioni, che non potranno essere esercitate dalle Regioni, che rischiano altrimenti di diventare un ente di gestione e non più di programmazione. L'Agenzia per la forestazione non sarà un contenitore per i lavoratori delle Comunità montane ma un soggetto che riporti al controllo diretto regionale dei costi di gestione e funzionamento compatibili con i conti regionali. Sui consorzi di bonifica abbiamo tenuto conto dell'ordine del giorno approvato dal Consiglio regionale: il concetto di iniquità è però insito nella natura stessa dei Consorzi che coprono solo alcuni territori e non altri. Abbiamo deciso di trasferire le loro funzioni alle Unioni speciali, che decideranno operativamente a chi farle svolgere. Se andrà avanti la riforma delle Province saremo costretti ad intervenire sui corsi d'acqua di prima categoria, decidendo a chi assegnare quella competenza prima esercita dalla Provincia".

 

Pubblicato il: 19/12/2011

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