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'Fondazione per il Centro studi città di Orvieto' in liquidazione?

Il centro avrebbe un debito di 500mla euri. Il piano dell'amministrazione comunale sarebbe costituire un nuovo ente, finanziato da privati, che dovrebbe trovare la propria sede presso il costituendo museo della Ceramica. In apprensione i quattro dipendenti che al momento non avrebbero ricevuto alcun tipo di garanzia sul mantenimento del posto di lavoro

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ORVIETO - Mettere in liquidazione la "Fondazione per il Centro studi città di Orvieto" per costituire un nuovo ente, finanziato da privati, che dovrebbe trovare la propria sede presso il costituendo museo della Ceramica. Sembra questo il piano che l'amministrazione comunale avrebbe in mente per chiudere con l'esperienza del Centro studi, evitando il più possibile di dover fare i conti con i bilanci del passato. Il progetto è sottoposto proprio in questi giorni agli ultimi approfondimenti in seno al consiglio di amministrazione e lo sarà a breve anche con i sindacati. La messa in liquidazione, con Comune di Orvieto e Fondazione Cassa di Risparmio di Orvieto che già da un paio d'anni non erogano le quote annuali, consentirebbe di avere accesso al fondo di dotazione e con esso si intenderebbe far fronte all'esposizione debitoria. Almeno ad una parte di essa, considerando che il fondo originario al quale, per giunta, si è già attinto, era di circa 150mila euro. Alla luce di ciò, a guardare con preoccupazione all'iter che accompagnerà la possibile chiusura del Centro studi è senza dubbio la cooperativa Carli che nei confronti del Csco sarebbe creditrice di circa 400mila euro. Ma tra i creditori del Centro studi ci sarebbe poi anche l'Università di Perugia. In pratica, il debito sarebbe di circa 500mila euro. Senza contare che resta il problema di chiudere i bilanci 2010 e 2011. Chi assiste con una certa apprensione alla trasformazione in atto sono poi i quattro dipendenti che al momento non avrebbero ricevuto alcun tipo di garanzia sul mantenimento del posto di lavoro nel nuovo ente che dovrebbe essere creato in luogo del Csco. E veniamo al punto. Il nuovo ente. Non è dato sapere ancora ufficialmente se si tratterà di una nuova fondazione, di un consorzio o di una società. Quello che si prospetta però è che l'amministrazione comunale pare non abbia intenzione di investire un euro di tasca propria. In sostanza, il Comune non metterebbe alcuna quota, ma parteciperebbe al progetto dando la disponibilità della sede che dovrebbe essere appunto quella del costituendo museo della ceramica, in piazza del Popolo. La gestione finanziaria invece sarebbe affidata a privati. Quanto alla sede, quella del museo della ceramica, appunto, essa era in ballo da tempo, dopo altre opzioni tra cui quella del seminario presso il complesso del San Paolo, ipotesi ora che sembrerebbe tramontata pur essendo state portate avanti trattative con la locale Curia.

Pubblicato il: 03/11/2011

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