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LE STRADE SPORCHE E IL DEGRADO DEL CENTRO

di Gabriele Vagnucci "Ci sono persone stanche di dover fare ogni giorno il percorso ad ostacoli per raggiungere la porta di casa, ci sono anche tanti (tutti!) commercianti, soprattutto quelli che hanno attività su corso Cavour, stanchi di dover fare tutti i giorni anche i netturbini. Soprattutto perché le tasse le pagano, e anche salate"

Parlare di strade sporche non sarebbe stato così nauseante se oggetto della discussione fosse stata la Londra di fine '800 descritta da Charles Dickens nel celeberrimo romanzo "Oliver Twist": lì almeno era l'inizio della rivoluzione industriale, la gente era povera, l'ultima preoccupazione della pubblica amministrazione era quella di tenere anche le strade di periferia ordinate e pulite.

Chissà come si sarebbe immaginato le città moderne il povero orfanello Oliver; di certo più pulite della sua Londra.

Chissà invece che faccia avrebbe fatto nel vedere le foto di una città nel futuro, una presa a caso, Orvieto. Chissà come avrebbe sgranato gli occhi nel vedere cumuli di escrementi di animaletti domestici  lasciati impunemente davanti alle porte delle numerose abitazioni e lungo i vicoli secondari da padroni che minimamente si preoccupano di toglierle. Magari non se ne preoccupano perché sperano che la pioggia  stagionale pulisca al posto loro.

Ci sono vicoli, come via delle Donne ad esempio, dove l'odore stomachevole raggiunge perfino le abitazioni dei piani superiori.

E se ci sono persone stanche di dover fare ogni giorno il percorso ad ostacoli per raggiungere la porta di casa, ci sono anche tanti (tutti!) commercianti, soprattutto quelli che hanno attività su corso Cavour, stanchi di dover fare tutti i giorni anche i netturbini. Soprattutto perché le tasse le pagano, e anche salate.

"Ogni giorno al mattino racconta il titolare di un negozio è la prassi trovare urina dei cani in diverse zone: anche sulle vetrine o le porte di ingresso. Abitualmente almeno 15 minuti della mattina sono dedicati alla pulizia del marciapiede e degli usci delle attività".

Escrementi quindi, ma anche bottiglie, cartacce, mozziconi di sigarette, gomme da masticare, fino al guano di piccione (vecchio e mai risolto problema di Orvieto), e chi più ne ha più ne metta.

E sinceramente è un fatto grave per la città ma soprattutto per i cittadini che la abitano perché sinonimo di un forte degrado etico e civico.

Credo di parlare per la maggioranza dei cittadini orvietani quando dico che sarebbe "cosa buona e giusta" multare in modo esemplare non solo gli automobilisti in sosta vietata ma anche chi nuoce al decoro urbano gettando rifiuti in terra, come se la città non fosse anche la loro.

E fin qui basterebbe l'occhio attento del vigile a far desistere i consueti sporcaccioni perché la gente, purtroppo, non sente come deterrente altro che i soldi sfilati dal proprio portafogli.

Ma se da un lato c'è il problema dell'impoverimento del senso civico comune, dall'altro dovrebbe essere l'amministrazione, attraverso la società incaricata alla pulizia delle strade, a occuparsi dell'igiene, visto che le strade sono di tutti.

In molte città del nord Italia con densità abitativa simile a quella orvietana è stato ripristinato addirittura lo "spazzino di quartiere", che con dedizione e costanza si prende cura del verde pubblico e della pulizia dei vicoli. Ed i risultati sono stati ottimi nonostante la diffidenza iniziale della popolazione residente.

Nonostante le parole (rimaste tali) espresse da tempo immemore da più parti, la rabbia della gente qui ad Orvieto continua a montare e c'è chi minaccia di fare nuove azioni di protesta (avvenute in passato con gente che in massa si è munita di scope e sacchi ed è scesa in strada), volte a provocare gli amministratori, i quali vengono ritenuti ugualmente responsabili di quanto sta accadendo.

Perché per rendere credibile lo slogan del governo "se tutti pagano le tasse allora le tasse ripagano tutti, con i servizi"servono azioni concrete, e visibili: quale occasione migliore di questa?

Pubblicato il: 30/10/2011

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