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Sugli Swap e sui rifiuti si gioca la chiusura del bilancio

Allo scadere dei tempi previsti per legge per la redazione del preventivo, l'amministrazione comunale sembra essere ancora in alto mare. Intanto definito il valore della farmacia comunale:2,5mln. Ma si comincia anche a parlare di dissesto...E intanto anche i comuni del comprensorio sono pronti a battere cassa alla Fondazione CRO per sostenete il "sociale"

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ORVIETO - Sugli Swap e sui rifiuti si gioca la chiusura del bilancio. Ma nel frattempo c'è chi rispolvera anche l'ipotesi dissesto. Allo scadere dei tempi previsti per legge per la redazione del preventivo, l'amministrazione comunale sembra essere ancora in alto mare. Il nodo fondamentale sembra che resti la chiusura delle due partite sui derivati e sui rifiuti (l'estensione della raccolta differenziata nel suburbio consentirebbe di dimezzare i costi del conferimento in discarica), partite che insieme valgono circa 2 milioni di euro e che consentirebbero di liberare risorse per evitare qualche sacrificio. Da stabilire quale: lo scuolabus, la scuola di musica, l'odiata tourist tax? Intanto, è arrivata almeno informalmente la stima per la farmacia comunale la cui alienazione è stata decisa tra mille polemiche nel corso dell'ultimo consiglio comunale. Il valore sarebbe di circa 2,5 milioni di euro, come conferma il consigliere delegato al Bilancio, Piergiorgio Pizzo dal quale si evince - in risposta proprio alle polemiche - che la vendita della farmacia - asset in attivo - sarebbe il prezzo da pagare perché il Comune possa tenersi la gestione dei parcheggi: "ben più redditizia" fa di conto Pizzo. Secondo alcune indiscrezioni, però, l'amministrazione, alle prese con le estreme difficoltà finanziarie a tutti note, sarebbe tornata a considerare anche l'ipotesi di dichiarazione di dissesto per mettere in moto la conseguente procedura di risanamento, procedura "che è meno tragica di quel che comunemente si pensi" ricordava Leoni (Pdl) qualche mese fa. Si parla di dissesto - ben inteso - e non di commissariamento. Con la differenza che non arriverebbe un commissario bensì un organo di liquidazione nominato dal Governo, con la giunta e il consiglio che rimarrebbero al loro posto. Unico obbligo: tenere il bilancio in pareggio (al netto del pregresso). L'organo di liquidazione nominato dal Governo si occuperebbe delle trattative coi creditori, le cui azioni giudiziarie rimarrebbero bloccate per legge, e di alienare in un quinquennio il patrimonio del Comune. Altre conseguenze: la messa in mobilità del personale eccedente, le cui retribuzioni andrebbero a carico dello Stato. Lo Stato, inoltre, ricalcolerebbe in senso favorevole al Comune il suo contributo annuale ordinario. Insomma, l'amministrazione poco avrebbe da perdere arrivati a questo punto. Ed infatti di dissesto si è tornati a ragionare, seppure sommessamente, nel chiuso delle stanze comunali. Intanto la disponibilità manifestata dalla Fondazione Cassa di Risparmio a venire incontro alle disastrate casse comunali di Orvieto ha fatto rizzare le orecchie ai sindaci del Comprensorio. Qualcuno, preso atto dell'apertura, ha già impugnato la penna per presentare progetti a sostegno dei piccoli Comuni. Insomma: il presidente della Fondazione Cro Vincenzo Fumi sembra che si ritroverà a giorni con la scrivania tempestata di lettere. Mittente: gli amministratori del Comprensorio orvietano. Circola già anche l'ipotesi di chiedere un sostegno per il sociale (anziani, problematiche legate all'handicap, disagio giovanile) per sopperire ai trasferimenti statali e regionali da parte dell'Ambito territoriale 12, argomento che verrà affrontato presto nel corso di una conferenza dei sindaci.

Pubblicato il: 07/06/2011

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