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Calanchi orvietani: boia chi molla

Pier Luigi Leoni "Il 27 dicembre scorso il consiglio comunale approvò una mozione che impartiva alla giunta una precisa direttiva politica: avviare una variante urbanistica per la tutela dei calanchi. La giunta non ha fatto un bel niente e, se l'ha fatto, io non lo so

". E la commissione di controllo presieduta da Donatella Belcapo, non controlla?

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Caro Direttore,

approfitto come al solito della tua ospitalità per cavarmi dalle scarpe alcuni sassolini. Come sempre per il bene di tutti, almeno nelle intenzioni.

Il 27 dicembre scorso il consiglio comunale approvò una mozione che impartiva alla giunta una precisa direttiva politica: avviare una variante urbanistica per la tutela dei calanchi. La giunta non ha fatto un bel niente e, se l'ha fatto, io non lo so. Ebbene, vi è una commissione consiliare di controllo e di garanzia che dovrebbe pungolare gli organi esecutivi perché seguano gli indirizzi dati dal consiglio. Perché la commissione non pungola? La presidenza della commissione spetta alla minoranza, che l'ha conferita alla consigliera Donatella Belcapo, persona, oltre che onesta, animata da passione politica e coraggiosamente battagliera. Perché la combattente non combatte? Poiché non mi sfiora il sospetto che si sia  invigliacchita o impigrita, dico come la penso. La commissione di controllo e di garanzia è sì presieduta da una consigliera di minoranza, ma in essa prevalgono i consiglieri che appartengono alla nuova maggioranza post anatra zoppa. Ho il ragionevole sospetto che i consiglieri di maggioranza non abbiano nessuna voglia di collaborare con la presidente fino a quando i presidenti delle altre commissioni, eletti da una maggioranza che non c'è più, non avranno dato (come è loro dovere) le dimissioni. Do quindi alla collega Belcapo il ragionevole consiglio (non richiesto) di dar battaglia nel suo partito e nella sua coalizione perché ritirino i presidenti delle commissioni e, nel frattempo, di dar battaglia comunque per pungolare gli organi esecutivi.

Qualche settimana fa, la competente Soprintendenza ha avviato il procedimento per vincolare i calanchi orvietani riconoscendone il valore paesaggistico. Do il ragionevole consiglio alla giunta comunale di formulare e presentare alla Soprintendenza una bella deliberazione in cui si dica che il comune di Orvieto è favorevole al vincolo dal terzo calanco in avanti. Così certi progetti industriali passerebbero nel campo delle illusioni e di nuova discarica non si parlerebbe più. Nel contempo si lascerebbe aperta la possibilità di coltivare e sopraelevare la discarica nel secondo calanco.

Il 17 maggio scorso il consiglio comunale ha deliberato, pressoché all'unanimità, il documento di politica ambientale promosso dall'assessore Claudio Margottini. Fui il primo a plaudire al nuovo assessore e al suo documento. Non ho potuto provare la soddisfazione di votare perché ero in gita con il centro anziani di Bolsena. Dopo aver visitato un centinaio di chiese qua e là per la Sicilia, siamo passati per Napoli e abbiamo potuto ammirare la "monnezza" accumulata sul belvedere di Posillipo. Sulle stesse strade campeggiavano i manifesti dei candidati alle elezioni comunali che promettevano una città ripulita. Speriamo bene! Ho provato un po' di sollievo pensando che Orvieto è cento volte più piccola di Napoli e ha una discarica che, come dice l'assessore Margottini, basterà fino al 2021. E poi? Anche se, data la mia età, non posso particolarmente angosciarmi per quel che succederà fra dieci anni, voglio sperare che i bravi concittadini avranno imparato a razionalizzare e a differenziare i rifiuti e che i bravi imprenditori della monnezza avranno trovato il modo di relegare le discariche tra le sconcezze del passato e, anzi, avranno trovato il modo di svuotare i primi due calanchi per restituirli, dopo averli spazzati e disinfettati, al loro naturale destino.

Pubblicato il: 22/05/2011

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