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Vigna Grande. Chi ci capisce è perspicace

di Giovanni Stella Le risposte a Pier Luigi Leoni sui motivi dell'attuale stato della ex Piave. Il progetto di destinazione della ex Piave deve procedere insieme a quello dell'ex ospedale, che non possono essere in concorrenza. Se entro il 6 giugno non ci saranno azioni adeguate "mi farò promotore di un dibattito pubblico dove nessuno si potrà nascondere a meno di non perdere ulteriormente la faccia e non solo quella"

foto di copertina

Il buon amico Pier Luigi Leoni si chiede e mi chiede:

Domanda 1)    perché l'Amministrazione Concina non si è affrettata a nominare la commissione di gara per l'apertura delle buste? Perché non è partito immediatamente un altro bando?

Risposta 1)      la Commissione era già stata nominata dall'Amministrazione Mocio ma l'Amministrazione Concina non voleva correre il rischio di chiudere un bando promosso da una Amministrazione della parte avversa; infatti, i politici orvietani non cercano il benessere della città ma solo il proprio tornaconto politico. Per la mancata apertura delle buste, non può essere accettata la scusa che alla soluzione della Caserma era abbinata quella dell'ex Ospedale perché questo è l'approccio giusto, anche ora che, non si capisce che cosa sia successo e quale sia la posizione dell'Amministrazione Concina, la sorte dell'ex Ospedale non è più quella naturale della vendita al Comune di Orvieto. Pensare di risolvere, senza coordinarli, i problemi dell'ex Ospedale e della Caserma è impensabile perché le destinazioni dei due immobili sono interdipendenti e si condizionano l'una l'altra e mai potranno essere posti in concorrenza.

Domanda 2)    perché il lavoro della RPO venne accantonato dall'Amministrazione Mocio e trascurato dall'Amministrazione Concina?

Risposta 2)      poiché, come ho già cercato di spiegare, nessun imprenditore è disposto a investire soldi nelle idee degli altri soprattutto se le ipotesi fatte da altri riguardano utilizzi sociali e/o culturali che non assicurano alcun flusso di entrate che permettano di recuperare i soldi investiti e di avere probabilità di avere un ragionevole profitto. Infatti, quegli investimenti erano ipotizzati a beneficio (sic!!) di un investitore pubblico che però, già a quel tempo, non aveva, né mai avrebbe avuto risorse finanziarie per effettuare quegli investimenti.

Domanda 3)    perché l'imprenditore non manifesta il suo intento, direttamente e alla luce del sole?

Risposta 3)      perché è chi vende un bene il soggetto che deve fare la prima mossa e manifestare le proprie intenzioni e il soggetto che compra dimostra il proprio interesse solo dopo una manifestazione chiara del venditore. Così è il mondo degli affari!

Per quanto riguarda poi l'ultimatum, devo chiarire che non si tratta di questo ma di una legittima richiesta di un elettore che vuole conoscere le opinioni delle persone che ha eletto. Non voglio spaventare nessuno e la curiosità di Pier Luigi Leoni sarà soddisfatta appena decorso il termine da me posto, perché, in mancanza di una risposta chiara e congrua, mi farò promotore di un dibattito pubblico dove nessuno si potrà nascondere a meno di non perdere ulteriormente la faccia e non solo quella.

 

Pubblicato il: 17/05/2011

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