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Padre Giovanni potrebbe ritornare tra gli amati fratelli agostiniani

E' una delle ipotesi del futoro del vescovo. Stasera si svolgerà intanto una veglia di preghiera alla Madonna della Cava. Si saprà soltanto sabato prossimo, 5 marzo, alle 11,30 a Todi, quando nella casa di Spagliagrano, il vescovo ha convocato l'incontro per rendere nota la decisione di papa Benedetto XVI 
La madre di Luca Seidita scrive al Pontefice: ''Perché?''

foto di copertina

ORVIETO - Un ritorno tra gli amati frati agostiniani.  Sembra che sarà questa la destinazione di padre Giovanni Scanavino in vista dell'abbandono della diocesi di Orvieto - Todi che pare, ormai, data praticamente per certa da più parti. La decisione della Santa Sede sulla sorte dell'alto prelato, dopo le polemiche che hanno investito la Curia orvietana per la vicenda del diacono Luca Seidita e non solo, verrà ufficializzata soltanto sabato prossimo, 5 marzo, ma ormai le indiscrezioni sono così insistenti da arrivare anche a poter fare delle ipotesi sulle possibili destinazioni del presule, ad Orvieto dal dicembre 2003. Secondo autorevoli voci, da Roma sarebbe stata un'altra l'offerta. A Scanavino sarebbe stato proposto un incarico ai Riti Spirituali della Cei, incarico che però il presule avrebbe rifiutato, optando per il ritorno tra gli agostiniani. Si tratta - beninteso - di indiscrezioni anche se tali da potersi ritenere molto fondate. Una decisione - se così fosse - del tutto eccezionale per i meccanismi ecclesiastici, meno se si pensa all'indole di padre Giovanni. Si saprà, comunque, soltanto sabato prossimo, 5 marzo, alle 11,30 a Todi, quando nella casa di Spagliagrano, il vescovo ha convocato l'incontro per rendere nota la decisione di papa Benedetto XVI.

 In città, intanto, va avanti la mobilitazione di solidarietà nei confronti del vescovo. Rinviata a data da destinarsi la fiaccolata inizialmente ipotizzata per lunedì scorso, stasera si svolgerà invece una veglia di preghiera alla Madonna della Cava. Nella petizione on line "Firmiamo perché il vescovo Giovanni Scanavino rimanga alla guida della diocesi di Orvieto - Todi", i firmatari sfiorano quota settecento. Ma continuano anche a far parlare i versi anonimi circolati nella mattinata di lunedì e subito strappati dalle bacheche cittadine. I riferimenti allusivi che vi erano contenuti hanno infatti contribuito ad alimentare un clima di tensioni ed accuse. Una copia della poesia è sui tavoli del commissariato di polizia. Nel frattempo, sembra "risolto" anche il giallo delle dichiarazioni di Scanavino che sono sembrate così insolite a molti per la loro durezza e rispetto alle quali sono circolati dubbi in merito all'autenticità. "esprimo totale dissenso da iniziative assunte autonomamente e irresponsabilmente da fedeli di Orvieto - Todi  ed esorto ancora una volta all'obbedienza al Santo Padre e alla comunione, ricordando come questa sia il primo bene della Chiesa, come Sant'Agostino più volte ci ha detto" queste le parole di Scanavino diffuse tramite l'ufficio stampa attorno alle 13 di sabato scorso.

La presa di posizione del vescovo sembra sia stata suggerita da pressioni provenienti direttamente dal Vaticano. Il che la dice lunga ormai sul clima che si è venuto a creare e che aleggia sulla Curia orvietana. Ma anche sulla condizione del vescovo sempre più delegittimato. Un clima pesante che in nessun caso farà bene alla diocesi sia che il vescovo rimanga affiancato magari affiancato da un vescovo ausiliare (ipotesi sempre più recondita) sia che Scanavino se ne vada. Perché anche la gestione del dopo - e questo è un problema che in molti si pongono - sarà tutt'altro che facile. La storia di questi ultimi anni, infatti, sembra destinata ad avere ripercussioni a lungo termine.

Pubblicato il: 02/03/2011

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