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Ora basta, smettiamola di dare l'impressione che le cose non vanno!

A Destra e a Manca 70# "Caro Pier, te lo dico fuori dai denti, è ora che ci rendiamo conto che il nostro ragionare libero e disinteressato è solo apparentemente un esercizio di democrazia. Dammi retta, stiamo arrecando danni, perché facciamo arrabbiare il sindaco, perché mettiamo in discussione le strategie di governo..."

Caro Pier,

inutile nasconderlo, le dimissioni di Antonio Barberani, nostro stimato amico, hanno aumentato di molto i miei dubbi sul nostro ruolo di liberi analisti smaliziati. In particolare per il mio, giacché, visti i precedenti, non mi si potrà attribuire sensatamente la responsabilità dell'aumento dei flussi di immigrazione a seguito dell'inevitabile aumento del prezzo del grano e della cacciata dei Rais Ben Ali e Hosni Mubarak, ma non è escluso che alla fine le difficoltà di Concina di uscire da una situazione grave, divenuta ingovernabile per responsabilità ormai non solo di chi l'ha preceduto ma anche sue, qualcuno cercherà di attribuirmele. E, mi dispiace dirtelo, se questo accadrà, anche tu ci andrai di mezzo.
D'altronde non è forse vero che siamo stati noi a rendere evidente a Cristina Calcagni che era il caso di andarsene, avendo capito per prima che abbiamo dato vita al COVIP, insieme agli altri amici, per l'unica ragione che vogliamo mettere in difficoltà un'amministrazione altrimenti efficiente e con le idee chiarissime sul da farsi, e che lei di questo ha avuto paura?
Di più, non siamo stati forse noi, proprio con la nascita del COVIP, a spingere il sindaco, per dare una meritata lezione a quel discolo di Gnagnarini, a nominare Pizzo vice di Romiti, facendo con ciò di fatto diventare Romiti vice di Pizzo e il bilancio ancor più disastrato?
E ora ci sono piombate addosso anche le dimissioni di Barberani, che inutilmente, io credo, si dà da fare per spiegare che se ne è andato perché le decisioni che contano vengono prese al di fuori degli organi istituzionali, perché per giunta il programma di governo iniziale è stato tradito e non c'è un minimo di idea su che cosa bisogna fare per uscire dalla crisi, ecc. ecc.
In realtà, diciamolo noi prima che ce lo dicano quelli che sanno come stanno davvero le cose, siamo stati noi, non dico a consigliarlo, ma a invogliarlo sì. Come? Ma diamine, con la nostra stessa esistenza, sia di persone che pervicacemente, direi insensatamente, pensano e parlano, cercano di capire quel che accade e lo dicono, e con le iniziative di questo benedetto COVIP, i cui aderenti - udite, udite! - si sentono liberi di intervenire, criticare, seminare dubbi, ipotizzare soluzioni diverse e alternative a quelle prospettate dall'amministrazione comunale.
Caro Pier, te lo dico fuori dai denti, è ora che ci rendiamo conto che il nostro ragionare libero e disinteressato è solo apparentemente un esercizio di democrazia. Dammi retta, stiamo arrecando danni, perché facciamo arrabbiare il sindaco, perché mettiamo in discussione le strategie di governo, perché illudiamo altri che ci potrebbero essere soluzioni diverse ai problemi, perché alla fine facciamo correre il rischio alla città di capire che le anatre zoppe non camminano nemmeno se fornisci loro delle buone stampelle. D'altra parte non è forse vero che la discussione tra le forze politiche ormai ha cambiato segno, è diventata vivace e costruttiva e tutto è più limpido, cosicché si intravede finalmente una prospettiva di soluzione forte e stabile?
Sì, forse è venuto il momento di smetterla. Però, per ogni ulteriore orientamento, mi affido a te e al tuo illuminato giudizio.
Tuo Franco

 Caro Franco,

abbiamo il torto di aver inventato un "pensatoio" in una città che non aveva voglia di pensare e meno ancora aveva voglia di ascoltare coloro che pensano. Siamo stati scambiati per un setta, poiché questa città è dominata dallo spirito settario, e si sa che "a corpo male usato, quello che fa gli viene pensato". All'inizio si sono accontentati di sfotterci per la nostra sigla assonante con alcune aziende vinicole (a proposito, la nostra enoteca si sta esaurendo, cerca di riprendere le forniture e fallo presente anche agli altri) poi hanno cominciato a mugugnare.
"Com'è difficile restare calmi e indifferenti mentre tutti intorno fanno rumore!". Ma non ci dobbiamo agitare, non ci dobbiamo sforzare di far capire che non abbiamo portato il cervello all'ammasso, nemmeno a quel mucchietto che è il COVIP. Parliamo d'altro. Parliamo di ciò che al popolo interessa, o dovrebbe interessare. La situazione economico-finanziaria del comune è pesante, molto pesante. Nell'ottobre dello scorso anno, lealmente e responsabilmente rimasi fedele al sindaco quando la minoranza di cui (per volontà popolare) facevo parte diventò (indipendentemente dalla volontà popolare) maggioranza. Anch'io accolsi col dovuto garbo e assoluto rispetto  i tre consiglieri che, secondo il principio (sacro in democrazia) per il quale gli eletti non hanno vincolo di mandato, dettero gambe sane all'anatra zoppa. Uno è un comunista (persona squisita) che era stato candidato sindaco e due sono del Partito democratico (ottime persone) che furono miei amici di partito nella disciolta Democrazia Cristiana. Avrei preferito, come sa chi mi frequenta e/o mi legge, una giunta di salute pubblica  col coinvolgimento del PD. Mi  adeguai, consapevole del principio per cui in democrazia non vi sono soluzioni ottimali, ma soltanto soluzioni possibili, che sono quelle che ottengono il consenso. La neo-maggioranza approvò un piano di risanamento finanziario da presentare alla Corte dei Conti, che stava incalzando l'amministrazione comunale e chiedeva chiarimenti e buoni propositi. A quel punto c'erano gli elementi per la stesura del bilancio preventivo 2011 e per la sua approvazione entro il 31 dicembre 2010. Se non fu fatto è perché non era facile farlo, non certo perché il governo, come fa sempre, ha prorogato il termine per l'approvazione del bilancio al 31 marzo 2011 (e pare che lo prorogherà ancora). Infatti i bilanci preventivi si chiamano così perché si fanno prima, non dopo qualche mese dall'inizio dell'anno. E il termine del 31 marzo vuol solo dire che il comune ha la facoltà di andare avanti per qualche mese col bilancio vecchio senza incorrere nel commissariamento. È chiaro che, in una situazione in cui è giocoforza ridurre ancora le spese, ogni giorno che sta passando dal primo gennaio in poi brucia migliaia di euro che non potranno più essere riacciuffati. Se, in pieno mese di febbraio, non c'è ancora il bilancio, significa che, indipendentemente da quel rompiscatole del nostro amico Massimo Gnagnarini, qualche difficoltà c'è. Stiamo tutti aspettando la fine della gestazione, ma il suo esito felice non dipende dai silenzi. Hai mai assistito a un parto difficile? C'è chi fa e chi lascia fare, ma tutti dicono la loro, se non altro per sfogare l'ansia dell'attesa e per incitare la partoriente a collaborare. Del resto, intorno alla partoriente, cioè alla giunta, vi è una schiera di ostetrici, medici e paramedici. Vi sono il segretario generale coi dirigenti, che conoscono bene le regole, vi è il ragioniere capo, che dovrà accogliere il neonato e accertarsi che respiri. E vi sono tre revisori dei conti, che dovranno certificare che esso è sano. Dopodiché, se ci sarà il battesimo, io certo non mancherò.
Intanto il PD chiede le dimissioni del sindaco, cioè il commissariamento del comune. La richiesta di dimissioni è uno sport nel quale il PD è ben allenato dal pressing sul presidente del consiglio. Ma la mancanza di proposte, la povertà di pensiero, l'assenza di unità per l'alternativa sono sempre le stesse.
Povera Italia, povera Orvieto.
Tuo Pier


La rubrica di Orvietosì  "A Destra e a Manca" è alla settantesima puntata. La rubrica è animata da Pier Luigi Leoni e Franco Raimondo Barbabella, la destra e la sinistra delle "cose".
Vorremmo attrarre i lettori nel ragionamento aperto da Leoni e Barbabella, non con i commenti, che in questa rubrica sono disattivi, ma con contributi firmati e spediti per e-mail a dantefreddi@orvietosi.it , specificando nell'oggetto la rubrica "A destra e a manca".
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Pubblicato il: 14/02/2011

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