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Presentato 'Nella memoria adesso quasi nulla' di Fausto Cerulli

Sapevamo bene che è un vero poeta, ma la familiarità ci faceva considerare il godimento delle sue liriche come qualcosa di scontato, quasi come un nostro diritto di orvietani...Il libro è in vendita presso la Liberia Parole Ribelli, ad Orvieto, Corso Cavuor

foto di copertina

di Pier Luigi Leoni

 

"Nella memoria adesso quasi nulla". Questo è il titolo del libro di Fausto Cerulli, in cui l'autore ha riunito sessantatré delle sue liriche. La presentazione è avvenuta nel pomeriggio di sabato 11 dicembre nella sala del Bar Montanucci, gremitissima. Abbiamo ascoltato interessanti relazioni, nonché le parole dell'autore e la lettura di qualche lirica. L'avvenimento è stato molto emozionante perché siamo stati aiutati a renderci conto che Fausto non è solo nostro. Sapevamo bene che è un vero poeta, ma la familiarità ci faceva considerare il godimento delle sue liriche come qualcosa di scontato, quasi come un nostro diritto di orvietani: un po' come partecipare a una funzione in duomo. Poi, quando senti un forestiero parlare di quel monumento con stupefatta ammirazione, così come quando assisti a un documentario che lo descrive, o leggi un libro che lo illustra, ti accorgi (o ti accorgi di nuovo) della tua grande fortuna di vivere a Orvieto. Sabato pomeriggio le relazioni e il dibattito su Fausto Cerulli poeta ci hanno ricordato un'altra delle nostre fortune di orvietani.

È buona norma, soprattutto per la poesia, leggere e rileggere il testo, abbandonarsi alle emozioni che esso ci suscita e poi dedicarsi ai commenti, dove si possono trovare ragioni per tornare a rileggere ancora il testo.

Vi consigliamo quindi di andare in libreria, acquistare il libro (10 €), leggerlo e rileggerlo e poi dare una scorsa alla bella prefazione di Silvia Denti.
Il libro è in vendita presso la Liberia Parole Ribelli, ad Orvieto, Corso Cavuor.

Ma non fatevi intimorire dai magnifici e sconcertanti versi posti all'inizio del libro:

 

Nella palude dove stanno sommersi i quasi morti,

con il loro pallore di chi ha finito di soffrire,

seppellisco i miei versi,

eguali e diversi a seconda di chi li legge.

Non pretendo

che siano amati, io, ad esempio, li odio

tranquillamente.

 

Pubblicato il: 13/12/2010

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