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Dialogo su maggioranza e minoranze. La nuora, la suocera e i galli spennacchiati

"A Destra e a Manca" cinquantasette. "C'è davvero un cambiamento di maggioranza? ...se ci sarà stabilizzazione, sarà pur sempre una stabilizzazione di sopravvivenza, non un rilancio dotato di respiro perché fondato su un progetto. Ciò potrà avvenire solo se si creerà una condizione di assunzione diffusa e forte di responsabilità"...Contributo di Flavio Zambelli

Caro Franco,

chi sperava di assistere ai combattimenti settimanali di due vecchi galli spennacchiati, uno rosso e uno nero, è rimasto deluso. La nostra corrispondenza ha preso il verso del dialogo come occasione per dire a nuora perché suocera intenda. Sempre che ci sia una suocera in ascolto.

L'argomento del nostro dialogo di questa settimana (ovviamente col tuo permesso) voglio che sia la recente modificazione del rapporto tra maggioranza e minoranze in seno al consiglio comunale di Orvieto.

Di fatto vi è una nuova maggioranza della quale fanno parte i gruppi che erano di minoranza e alcuni consiglieri dei gruppi che erano di maggioranza.  Staremo a vedere se la nuova maggioranza durerà, ma, finché dura, se esiste di fatto deve esistere anche di diritto. Infatti sia la legge, sia lo statuto comunale, sia il regolamento del consiglio distinguono molto nettamente i diritti della maggioranza da quelli delle minoranze. Insisto nell'usare il plurale "minoranze", come d'altronde fa la legge, perché, mentre la maggioranza, anche se ripartita in gruppi, è costretta a perseguire un disegno politico unitario (questa è la sua forza, ma anche la sua debolezza)  la minoranza spesso si articola in formazioni che perseguono obiettivi politici diversi.

La legge assicura alla maggioranza del consiglio comunale di essere maggioranza anche in tutte le commissioni comunali e di presiederle, con eccezione delle commissioni di controllo e di garanzia. Il comune di Orvieto ha una commissione permanente di controllo e di garanzia che, in questa consiliatura, non è stata mai costituita a causa della diatriba sulla presidenza. La minoranza di centrodestra voleva la presidenza, cioè che fosse applicata la legge alla lettera. La maggioranza di centrosinistra voleva la presidenza adducendo che una commissione preposta a controllare l'operato della giunta non poteva essere presieduta da chi sosteneva la giunta, cioè da un consigliere di centrodestra.

Invece le garanzie assicurate dalla legge alle minoranze sono molto deboli, poiché prevalse nel legislatore il timore dell'instabilità delle amministrazioni locali sulla volontà di arginare la prepotenza dei sindaci e delle loro maggioranze. Del resto, a partire dagli anni Settanta del secolo scorso, l'instabilità sia dei governi nazionali che di quelli locali aveva colmato la misura e si era diffuso il timore che un eccesso di democrazia potesse logorare e distruggere il sistema democratico.

Una presa d'atto formale del cambiamento di maggioranza comporterebbe il rimaneggiamento delle commissioni permanenti del consiglio comunale di Orvieto, o almeno la sostituzione dei presidenti di centrosinistra con esponenti della nuova maggioranza. Così come dovrebbero essere azzerate e rifatte tutte le nomine dei rappresentanti del consiglio nella commissione elettorale e in vari enti.

In pratica, per i consiglieri che si oppongono a Concina comincerebbe una vita grama. Addio visibilità, addio piccole ambizioni, addio piccoli poteri.

Non so se la questione sarà affrontata e risolta secondo le regole o prevarrà un opportunistico adattamento allo statu quo. Concina e la sua nuova maggioranza potrebbero contentarsi del risultato raggiunto, per timore che i nuovi acquisti sentano il richiamo della foresta. Ma i nuovi acquisti potrebbero non avere alcuna voglia di rientrare nella foresta, dove non resterebbe loro che la scelta tra l'essere sbranati e il bunga bunga.
Tuo Pier

Caro Pier,

se permetti, sviluppo per un attimo il tuo incipit, che mi appare una buona scusa per fare un passaggino sul rovesciamento della realtà tipico dei tempi che viviamo. Noi vecchi galli spennacchiati? Scherzi, spero! Non è forse vero che il professor Carlo Vergani, geriatra tra i più illustri, ha detto che «l'uomo di oggi è strutturato e ha i mezzi naturali e farmacologici per arrivare fino a 120 anni» e che ormai si deve perciò considerare anziano chi ha più di 75 anni? Noi siamo dunque nel fiore della gioventù. E non è forse vero che i "rottamatori" del PD Renzi e Civati, pochi giorni fa a Firenze, sono stati costretti a definire "vecchi" in politica non più i quarantenni, ma quelli con più di cinquant'anni, aumentando in un sol colpo di ben 10 anni il limite di efficienza e di gradimento politico affermato quasi come incontrovertibile verità fino a poco prima? Vedrai che se lasciamo passare qualche altro giorno noi rischiamo di diventare una preziosa fauna da proteggere. Ancora, non è forse vero che anche il nostro carissimo Mario Tiberi, magari perché più svelto e intelligente degli altri, oltre che per affetto nei nostri confronti, ha sostenuto che il ricambio non può essere solo generazionale, ma deve avvenire soprattutto per le idee e per la qualità di ciò che si fa piuttosto che per come si appare? Cosa si deve aggiungere, qui non c'è da fare commenti! E che dire poi di Toni Concina, il nostro sindaco? Non vorrai mica assimilare anche lui alla definizione che dai di noi stessi! Lui non è solo giovanile, è sveglio, mobile, astuto, vitale. No, caro Pier, non è questione di età. Difendiamo dunque con piglio la categoria, e non buttiamoci giù. D'altronde lo fanno già con un certo impegno diversi altri.

Consentimi anche un altro passaggino sul senso del nostro dialogare. Te l'ho detto ormai più di una volta: che io dialoghi con te, che sei notoriamente irreprensibile, non può stupire; ma che tu dialoghi con me, che, stando a quanto si dice in qualche luogo, sarei un noto sperperatore di denaro pubblico, è francamente incomprensibile. E' vero che anni fa, quando stavamo insieme in Consiglio, seppure su sponde opposte, io presentai una mozione sul ritorno dei Savoia perché sapevo che a te, incallito monarchico, avrebbe fatto piacere, ma sono stato ampiamente ripagato, basta che pensi alla tua fiducia costante sulla vicenda dell'ex Piave, per me sufficiente ad annullare l'inutile pletora dei detrattori. Sia ben chiaro, a me il nostro (inutile?) dialogare piace. E se piace comunque anche a te, allora i problemi sono di chi ci dovrà ancora sopportare, a partire dal nostro Direttore.

Sopportare almeno per un po', finché la situazione non si sarà assestata. Ma si assesterà? E' difficile dire con certezza. Tuttavia, se ci limitiamo a ciò che ci appare sensato, allora il primo punto fermo mi sembra essere che con il 20 ottobre è intervenuto un cambiamento che non era affatto scontato. Un cambiamento rilevante, che esclude di per sé, per i consiglieri che si sono costituiti in gruppo autonomo, la drammatica alternativa tra bunga bunga e bindi  bindi.

Perché la esclude? Non perché,com'è noto, ci sia stato un rovesciamento delle alleanze, e dunque una stabilizzazione della situazione contro il risultato elettorale, ma perché semplicemente - e, aggiungo io, legittimamente -  c'è stata una decisione di alcuni consiglieri eletti nelle liste del centrosinistra di non far precipitare la situazione verso il pericolo di bancarotta del Comune. Ciò che appunto è certamente avvenuto in rottura con il partito di maggioranza relativa e, forse - aspetto non secondario - con la stessa alleanza di centrosinistra (che in verità nessuno sa se sia stata o sia ancora esistente) ma non è avvenuto per pura tattica, tanto meno io credo per un qualche interesse personale specifico. E' avvenuto perché il comportamento del PD (per ragioni interne) e il comportamento del centrosinistra (per ragioni di inesistenza indotte principalmente proprio dalle ragioni interne del PD) è stato oggettivamente inadeguato al compito che la realtà dettava con palmare evidenza. E c'è chi non se l'è sentita di seguirne l'istinto suicida.

Non deve stupire che ci siano individui che, consapevolmente o no poco importa, in certi frangenti della storia fanno scelte strategiche al posto di chi per sua natura (in questo caso i partiti) è formalmente titolare delle scelte di questo tipo. E' accaduto altre volte, e continuerà ad accadere, a livello locale come a livelli più alti e impegnativi. Ciò che semmai deve stupire è che ci siano gruppi dirigenti di partiti e non solo che continuano a baloccarsi con schemi interpretativi che dire desueti è dire miele. Ma non si sono accorti che le persone vengono prima delle strutture e che le appartenenze non possono cancellare le intelligenze? Non hanno capito che il richiamo della foresta poteva valere nel quadro della società piramidale e delle costruzioni ideologiche lineari (dove a pochi, vocati al martirio o alla semplice seppure dolorosa emarginazione, era consentito ribellarsi), ma non in quello della società frammentata e complessa e del pensiero strutturato a maglie di rete? Pensavano forse che Orvieto e l'Umbria sarebbero state realtà sottratte perennemente alle logiche del mondo moderno globalizzato (indipendentemente che questo piaccia o no)?

Di fronte a ciò, caro Pier, mi sembra francamente di poco conto la questione di come verrà interpretata la "presa d'atto formale del cambiamento di maggioranza", non perché non abbia rilievo sia sul piano istituzionale che politico, ma perché essa è necessariamente preceduta dall'altra questione: c'è davvero un cambiamento di maggioranza? Come ho sostenuto anche lo scorso lunedì, bisogna stabilire se la cosa esiste. E bada bene, non solo sul piano formale, ma anche su quello sostanziale, con riferimento cioè alla società reale e ai suoi orientamenti. Ma rimaniamo pure sul piano formale. Ripeto: c'è una nuova maggioranza? Se sì, la città deve conoscerne innanzitutto la base programmatica. Poi deve sapere ora, non tra sei mesi, se la nuova maggioranza si tradurrà, come dovrebbe essere ovvio, in un nuovo assetto di giunta adeguato ad attuare quella base programmatica. E il tutto deve tradursi in atti formali, con decisioni degli organi istituzionali: il Consiglio, la Giunta, il Sindaco.

Penso che, seppure ciò che è accaduto lo scorso 20 ottobre non vada in alcun modo interpretato come sbandamento di alcuni, non siamo affatto di fronte ad un classico rovesciamento (minoranze che diventano maggioranza e maggioranza che si frastaglia in minoranze), ma ad una situazione provvisoria (e, se si vuole, anche confusa) che tenderà a diventare stabile solo se le operazioni di stabilizzazione urgente del bilancio avranno successo nel breve tempo a disposizione. Anche in questo caso però, se ci sarà stabilizzazione, sarà pur sempre una stabilizzazione di sopravvivenza, non un rilancio dotato di respiro perché fondato su un progetto. Ciò potrà avvenire solo se si creerà una condizione di assunzione diffusa e forte di responsabilità, alla quale non può non partecipare (seppure per un tempo definito e in forme da definire) chi porta le maggiori responsabilità delle difficoltà attuali.

Credo che non ci sia ancora una sufficiente consapevolezza di ciò che ci aspetta nell'immediato futuro in conseguenza delle condizioni indotte da una crisi generale i cui sbocchi nessuno oggi può prevedere, ma la cui incertezza provocherà di sicuro confusione e danni soprattutto laddove le classi dirigenti sono state più divise e meno lungimiranti. A occhio e croce noi rientriamo in questa categoria, se non altro perché la competizione avviene ormai tra territori e il nostro non si è per nulla attrezzato.

Comunque, caro Pier, noi, come dici tu, continueremo a parlare a nuora perché suocera intenda. Ma appunto, suocera è disposta ad intendere?

Tuo Franco



da Flavio Zambelli

Caro direttore, caro Pier, caro Franco, consentitemi intanto di rivolgere direttamente a Franco la solidarietà per l'inchiesta contabile-amministrativa( non penale ) che lo vede coinvolto per gli anni in cui ha ricoperto la carica di presidente della RPO della ex-Caserma Piave.  Solidarietà politica e personale. Su quella vicenda ritengo che Claudio Lattanzi abbia già narrato in maniera esauriente i fatti nel suo libro "Orvietopoli"; fatti che si possono brevemente riassumere così: quando nei DS era forte Cimicchi e il Correntone , i dirigenti locali della Margherita erano fedelissimi di Cimicchi e del Correntone; quando nell'era post-cimicchiana, il Congresso dei DS conferì la maggioranza interna a Capoccia e ai fassiniani , i dirigenti della Margherita hanno subito seguito il nuovo corso politico diventando all'improvviso fedelissimi di Capoccia e dei fassiniani. E quindi cambiarono anche le scelte politico-amministrative in chiave anti-cimicchiana. Tra queste scelte che cambiarono ci fu anche la visione strategica complessiva sul ruolo e l'importanza della RPO. Non ho nulla da aggiungere in merito, se non il discorso che sono sicuro che Franco saprà difendersi nelle sedi opportune con il carattere e con i contenuti ; qualità che da sempre lo contraddistinguono. Il COVIP non farà mancare la sua vicinanza  in questi momenti. Conosco Franco dai tempi in cui frequentai il Liceo Scientifico Maiorana di cui era ed è tuttora preside . In quegli stessi anni della mia generazione c'era nel Liceo Scientifico anche Andrea Stella, che oggi lavora nella Ferrari-corse di Formula 1 , nel ruolo di Ingegnere di macchina di Fernando Alonso. Quindi una grande carriera professionale per Andrea Stella a cui vanno i complimenti . Ieri non è andata bene; si è perso un mondiale di Formula 1 per degli errori nella strategia di gara. Non è questa la sede per dare giudizi o pagelle su chi ha sbagliato. Ma l'esempio della Ferrari deve servire di monito anche a chi amministra la cosa pubblica. Quando si sbagliano le strategie di risanamento e di sviluppo , si può perdere. Ma in questo caso non si perde solo una competizione sportiva. In questo caso a perderci sarebbero soprattutto i cittadini-contribuenti, e le loro risorse economiche e finanziarie. La speranza è che l'attuale Amministrazione comunale, superata la fase dell'anatra zoppa, cominci ad avere una compiuta strategia "di gara". O meglio una visione strategica sul riequilibrio di bilancio, e su quali sono i modelli di risanamento, ma soprattutto di sviluppo economico, su cui bisogna necessariamente poggiare .  IL COVIP  non farà mancare la sua voce,( talvolta anche eretica, come è stato scritto), per contribuire al meglio nell'indirizzare le scelte amministrative verso una giusta strategia complessiva per la Città di Orvieto. Un saluto a tutti.

La rubrica di Orvietosì  "A Destra e a Manca" è alla cinquantasettesima puntata. La rubrica è animata da Pier Luigi Leoni e Franco Raimondo Barbabella, la destra e la sinistra delle "cose".
Vorremmo attrarre i lettori nel ragionamento aperto da Leoni e Barbabella, non con i commenti, che in questa rubrica sono disattivi, ma con contributi firmati e spediti per e-mail a
dantefreddi@orvietosi.it , specificando nell'oggetto la rubrica "A destra e a manca".
La rubrica esce ogni lunedì.
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Pubblicato il: 15/11/2010

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